Ha inizio ufficialmente oggi la sette giorni del Bologna Jazz Festival. Nella sala Scorsese del Cinema Lumière, alle 17, si darà il via ad una carrellata di tre giorni dedicata al rapporto tra Cinema e Jazz.


L’Associazione Bologna in Musica, che si occupa dell’organizzazione del Festival, ha chiesto alla Cineteca del Comune di Bologna di realizzare un
excursus cinematografico che tocchi i punti più significativi e storici, tra documentari e fiction, del jazz nel cinema. Per la prima volta a Bologna una manifestazione dedicata al jazz internazionale viene affiancata da una programmazione cinematografica così densa di titoli di rilievo e di rari documenti storici. Tra colonne sonore, titoli che hanno portato il mondo del jazz al cinema con grande successo divulgando sensibilmente questa musica presso un pubblico numeroso, filmati di rara visibilità con le performance di musicisti storici, anche alcuni documenti biografici di assoluto interesse
dove appaiono in interviste e in concerti dal vivo alcuni artisti che saranno ospiti del Bologna Jazz Festival al Teatro Duse come Jimmy Cobb e
Steve Grossman nel Miles Davis Story.
La rassegna sarà introdotta dal direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli e dal giornalista e critico cinematografico Andrea Maioli, membro
del comitato scientifico dell’Associazione Bologna in Musica.

Oggi si inizia con due estratti da “Cab Calloway’s hi-de-ho” di Fred Waller del 1934, a seguire tre brani da “The Band Parade”: “Count
Basie and his Band” (1949) tre brani, “Duke Ellington and Louie Bellson”: “Caravan e Sophisticated Lady” (1952) e il lungometraggio “Kansas City” di
Robert Altman (1996).
Alle ore 19,45 “Fats Waller” (1941), “Stan Kenton and his orchestra” (1946) di Jack Scholl, “Jammin’the blues” (1944) di Gjon Mili, “Cotton Club” (1984) di Francis Ford Coppola.

Alle 20,15 in Sala Mastroianni , “A Charlie
Parker” (1971) di Leo de Berardinis e Perla Peragallo, alle 22,15, “I soliti ignoti” (1958) di Mario Monicelli, primo film italiano ad avere una
colonna sonora interamente jazzistica. Alle 22,30 in Sala Scorsese, “Bird” (1988) che Clint Eastwood dedicò alla vita di Charlie Parker.
Domani alle 17,30 in Sala Scorsese The Miles Davis Story (2001)
di Mike Dibb. Alle 20 in Sala Mastroianni, Noi e il Duca – Quando Duke Ellington suonò a Palermo (1999) di Ciprì e Maresco che saranno presenti per un incontro al termine della proiezione.
Alle 20,15 in Sala Scorsese, “Ascensore per il Patibolo” (1958) di Louis alle con la mitica colonna sonora di Miles Davis. Ore 22,15 Sala
Mastroianni, “Appunti per un’orestiade africana” (1970) di Pier Paolo Pasolini con le musiche di Gato Barbieri e a seguire un documento sul
Festival del jazz di Bologna del ’65 tenuto al Teatro Comunale, con Don Cherry, Gato Barbieri e altri, “Appunti per un film sul jazz” (1965) di
Gianni Amico.
Mercoledì 8 novembre alle 17,30 in Sala Scorsese, due brani di Louis Armstrong del 1942, “Beat the Band” con Gene Krupa e Gerry Mulligan del 1947, “Symphony in Black” di Fred Waller, con Duke Ellington del 1935 e “After Hours” con Coleman Hawkins, a seguire il documentario su Thelonius Monk prodotto da Clint Eastwood, “Staight no chaser” (1989) di Charlotte Zwein.

Alle 20 in sala Mastroianni, “Miles Gloriosus” – Tributo a Miles Davis di Ciprì e Maresco realizzato nel 2001 e degli stessi autori Cinico Jazz.
Alle 22,15 in Sala Mastroianni, “Ultimo Tango a Parigi” (1972) di Bernardo Bertolucci e alle 22,30 in Sala Scorsese “Round Midnight” – A
mezzanotte circa (1986) di Bernard Tavernier.

I concerti inaugurali
6/7/8 novembre Ray Mantilla al Bravo Caffè.
Inaugura la parte musicale del Festival Jazz di Bologna 2006 il Bravo Cafè, che, soprattutto in questi ultimi anni, quelli della gestione di
Massimiliano Cattoli, si inserisce a pieno titolo tra i locali live di qualità della città.
Il Bravo caffè ospiterà per ben tre giorni 6,7,8 novembre, un musicista d’eccezione, il famoso percussionista Newyorkese Ray Mantilla, che negli
anni si è costruito un’eccezionale fama grazie alle collaborazioni in tour e in studio con maestri del calibro di Max Roach, Art Blakey, Herbie Mann,
Gato Barbieri, Charles Mingus, Cedar Walton, Stan Getz e molti altri. Alla fine degli anni ’70 Mantilla fu ospite per molti mesi a Cuba, invitato
dal governo di Fidel Castro, unitamente a Stan Getz e Tito Puente, per diffondere la cultura del jazz nell’isola caraibica. Mantilla si presenta al Bravo Caffè a capo della sua formazione europea sotto l’abituale sigla di European Space Station, con Piero Odorici ai Sassofoni, Nico Menci al Piano, Paolo Ghetti al basso, Bill Elder alla batteria.
Nell’ambito del Festival Jazz, questi sono gli unici tre concerti previsti nei giorni 6 – 7 – 8 novembre.
Ray Mantilla è uno dei più grandi percussionisti della storia del Latin-Jazz. Nato nel South-Bronx nel 1934, Ray Mantilla ha da subito iniziato a respirare i profumi delle radici musicali afrocubane, miscelate con gli afrori Jazz che uscivano dalle sale da ballo. A 21 anni è già sui palchi di Eddie Palmieri e Ray Barretto, a suonare con le sue congas quella particolare sintesi ‘nuyoricana’ conosciuta come ‘salsa’. Dal 1960 la sua fama si fa internazionale accanto a personaggi del calibro di Herbie Mann, Max Roach, Art Blakey and The Jazz Messengers, Charlie Mingus,Tito Puente. Mantilla definisce la sua musica come Latin-Jazz, ponendo un
particolare accento sulla latinità del ritmo. Sette dischi sono usciti a suo nome, ma sono circa duecento quelli in cui è apparso come ospite.
L’esuberanza non fa certo difetto a Mantilla. Nulla di strano, per un musicista come lui abituato a considerare il palcoscenico, oltre che come
spazio dell’esecuzione musicale, come vero e proprio luogo di teatro. Quando prende un assolo o quando incita i suoi musicisti, Mantilla è un
grande showman, anche quando non è seduto dietro le sue congas.
Piero Odorici. Nato il 28 Luglio 1962 a Bologna si dedica allo studio del sassofono dall’eta. di dieci anni. Dopo avere compiuto studi classici, si appassiona alla musica Jazz sotto la guida di Sal Nistico e Steve Grossman, due tra i più grandi sassofonisti del Jazz moderno. Inizia poi la sua carriera artistica suonando sia come leader che come sideman con diverse formazioni, italiane e straniere, in tour in Italia, Francia, Germania, Grecia, Finlandia, Canada, etc. Ha partecipando a diverse trasmissioni televisive su Rai 1 come Pavarotti & Friends ecc e radiofoniche su Rai 3. Collabora con musicisti di fama mondiale come: George Cables , Ray Mantilla, Harold Mabern trio ed Eumir Deodato (con i quali collabora stabilmente), Cedar Walton, Billy Higgins, Slide Hampton, Eddie Henderson,
Ben Riley, Jimmy Coob, Sal Nistico, Steve Grossman, Red Rodney, Jack Walrath, Lee Konitz, Joe Lovano, Elliot Zigmund, Steve Lacy, Billy Hart, Steve Gadd, Jack McDuff, Mingus Big Band, Vincent Herring, One For All, John Icks, Alvin Queen, Ronnie Mathews, Keith Copeland, Antonio Faraò, Enrico Pieranunzi, Massimo Urbani, Roberto Gatto, Larry Nocella, Danilo
Rea, Luigi Bonafede ed altri. Ha inoltre partecipato più volte a numerosi Jazz Festivals tra i più importanti Europei come Umbria Jazz, Umbria Jazz Winter, Gran Parade du Jazz di Nizza, Pori Jazz festival, Festival Jazz di Salonicco, Wisen Jazz Festival per citarne alcuni.
Ha suonato in tour negli Stati Uniti (New York, Boston, Philadelphia, …) con George Cables, Ray Mantilla, ecc. Nel panorama della musica pop ha inciso e suonato in tour con Lucio Dalla, Gianni Morandi, Biagio Antonacci, Vinicio Capossela, Tullio De Piscopo, Rossana Casale, Gloria Gaynor, Jovanotti, George Michael, Grace Jones,
Luciano Pavarotti e molti altri. Attualmente insegna anche al Conservatorio G.B. Martini di Bologna.
Nico Menci. Nasce a Bologna il 28 Agosto 1971. Inizia lo studio del pianoforte classico privatamente all’età di sette anni. A diciassette anni si iscrive ai seminari musicali di Siena Jazz che frequenta per tre anni, studiando strumento con Franco D’Andrea e frequentando i gruppi di musica d’insieme di Paolo Fresu, Riccardo Zegna. Ha frequentato anche i seminari invernali di Siena Jazz sotto la guida di Enrico Pierannunzi, conseguendo la borsa di studio per il Corso di Formazione Professionale per Musicisti
di Jazz ed ha vinto la selezione per il Corso di Solista di Musica Improvvisata. Nel 1992 inizia l’attività professionale collaborando con i principali musicisti Jazz dell’area bolognese e regionale (Jimmy Villotti, Piergiorgio Farina, Piero Odorici, Carlo Atti, Marco Tamburini, Roberto Rossi, Giancarlo Bianchetti). Ha suonato nei clubs anche con Pietro Tonolo, Elliot Zigmund, Steve Ellington, Patrick Clahar, Ares Tavolazzi, Gianni
Basso e Gianni Cazzola, Sam Most, Slide Hampton, Eddie Henderson, Eric Alexander, Sandro Gibellini, partecipando a diverse rassegne e festivals italiani (Urbino Jazz, Salento Jazz). Negli ultimi anni ha frequentato i masters di piano-class al conservatorio dell’Aia tenuti da Barry Harris. Vincitore nel 1999 del concorso per giovani musicisti jazz di Verbania.
Paolo Ghetti. Nato a Forlì nel 1966, approda al contrabbasso ed alla musica jazz dopo essersi dedicato al clarinetto e al basso elettrico. Musicista di notevole versatilità e fluidità ritmica, ha accompagnato molti jazzisti italiani (Paolo Fresu, Flavio Boltro, Maurizio Giammarco), ha inciso un disco con il trombettista Jack Walrath e si esibito in trio anche con Pat Metheny e Peter Erskine. Nel corso della carriera artistica si è esibito in importanti festival e rassegne: vanta inoltre collaborazioni con numerosi
musicisti di fama internazionale, tra i quali: S.Grossman, G.Garzone, S.Coleman, D.Liebman, L.Konitz, G.Russel, M.Gibbs, K.Wheeler, B.Forman,
B.Moover, P.Martino. Michele Francesconi. Diplomato in pianoforte al Conservatorio di Rovigo con il massimo dei voti e la lode e in musica jazz presso il Conservatorio di Trento nella classe di Franco D’Andrea, insegna
“pratica pianistica per il jazz” presso il conservatorio di Adria per il biennio di secondo livello ad indirizzo jazzistico. Ha suonato con: Fabio
Petretti, Alberto Borsari, Ares Tavolazzi, Nico Menci, Paolo Ghetti, Stefano Senni, Massimo Manzi, Roberto Rossi, Sandro Gibellini, Marco
Tamburini, Antonio Cavicchi, Diana Torto, Mauro Negri.
Bill Elder. E’ cresciuto nella zona di Kansas City, luogo ricco di tradizione jazzistica. Già mentre frequentava la scuola superiore e più tardi al College ha avuto l’opportunità di suonare con alcune delle figure più leggendarie del mondo del Jazz come Jay McShann, Claude “Fiddler” Williams, Bud Johnson, Lou Donaldson, Gene Harris, Jerry Hahn e molti altri. In questo periodo Bill è stato il batterista più chiamato in studio per registrare jingles e annunci pubblicitari , e il batterista fisso di un talk show locale. Nel 1980 Bill decise di trasferirsi a New York City. Grazie alla collaborazione con l’organista Jack McDuff iniziò a viaggiare attraverso gli U.S.A. e iniziò a suonare con grandi musicisti come George Benson,
Stanley Turrintine, Tom Browne, Sonny Stitt e molti altri. Dopo avere lasciato Jack McDuff, Bill ha scritto un metodo per la batteria per la Warner Brothers e ha cominciato ad insegnare nella zona di New York City. Presto conobbe il percussionista Ray Mantilla col quale iniziò una
collaborazione che dura da più di dieci anni ed annovera dozzine di tour in Europa e varie registrazioni di livello internazionale. Negli ultimi anni Bill ha lavorato e registrato, tra gli altri, con with Ronnie Matthews, Arturo Sandoval, George Cables, Edy Martinez, Bobby Watson, Jack Walrath, Willie Williams, Tim Reis, and Steve Nelson. Ha inoltre prodotto e registrato musica per films, televisione ed amimazione.

Bravo Caffè

Il Bravo nasce nel 1996 (ricorrono i 10 anni di attività proprio quest’anno!) e lega fin da subito la propria immagine alla musica e alle forme espressivae in generale. E’ forse in quegli anni il primo locale cittadino a volere unire in uno spazio che si presentava retrò ma al contempo moderno (si direbbe forse vintage ora) arte, cucina e musica, separando la zona dedicata ai concerti e alle cene da quella in cui conversare seduti intorno al grande bar a isola che campeggiava all’entrata del locale. L’intenzione della prima gestione era quella di regalare alla città uno spazio il cui motivo d’essere derivasse dalla concezione che si possono fare convivere la cena e tutto quello che le capita attorno, facendo cambiare pelle al locale col passare delle ore. La musica ha finito però per essere un tappeto sonoro alle cene fino a scomparire quasi del tutto nel momento in cui il Bravo è stato acquisito dalla seconda gestione che,
dopo un primo periodo di assestamento, ha cominciato, fra il 2004 e il 2005, a proporre concerti di alta qualità. L’idea di dare alla
programmazione musicale il peso che merita nasce il 9 novembre dello scorso anno quando uno dei miti del pop britannico degli anni 80, Howard Jones,
presenta al locale di Via Mascarella il suo nuovo album. Segue , a breve, la prima rassegna Jazz con grossi nomi (i mercoled’ jazz di Bravo): Piero
Odorici, Steve Grossman, Fabrizio Bosso, Carlo Atti, Marco Tamburini (con il cantante dei Quintorigo Jhon De Leo) e a ruota una programmazione finesettimanale piu’ disimpegnata ma sempre di qualita’ che porta al Bravo i Montefiori Cocktails, Sam Paglia e Germano Montefiori. In questo clima e’
rifiorito un interesse per il locale da parte di tutti quei musicisti bolognesi e non che lo avevano un po’dimenticato e che ora vi si esibiscono
regolarmente. Quest’anno la rassegna Jazz propone oltre al mitico Ray Mantilla (ed e’ veramente un onore potere aprire con lui il Festival del Jazz che vuole riportare Bologna a esserne una delle capitali), Fabrizio Bosso con gli High Five,
Lino Patruno e Gianluca Petrella. Su un livello piu’ leggero ma sofisticato si posizionano i concerti Nu Jazz (matrice Jazz ma contaminazioni a go-go)
che il Bravo regolarmente propone (ricordiamo il day off dei Five Corners Quintet, gruppo finlandese fra i piu’ conosciuti per questo genere gia’ esibitosi al Blu Note di Tokio). Il nuovo restyling ha prediletto il minimalismo senza trascurare la necessita’ di creare uno spazio caldo e condvisibile (le pareti sono completamente rosse) e ha cercato di marcare
una differenza ancora maggiore con il classico, classicissimo ristorante cittadino.

L’aperitivo jazz del Caffè Maxim
Nella settimana dal 6 al 12 novembre, dalle ore 8, anche il Caffè Maxim, piazza della Mercanzia n°6, parteciperà al Festival trasmettendo musica e
proiettando filmati inerenti la storia dei più grandi talenti jazzistici del passato e contemporanei. Spesso potrà capitare, tra il suono di un sassofono e quello di un
contrabbasso trasmessi dagli impianti stereo, di scoprirsi seduti accanto a qualche vero protagonista del festival, che sia Eddie Henderson o JimmyCobb o Ray Mantilla. L’aperitivo jazz sarà un’occasione particolare, tra il teatro e le cene nei
jazz club, per godere di questo evento straordinario di cui la città si è riappropriata dopo ben 31 anni.

L’iniziativa è promossa da: Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna, Legacoop, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

web: Festival Jazz Bologna
e-mail.