Cgil-Cisl-Uil di Modena sono decisamente contrarie a qualsiasi ipotesi (avanzata da diversi Comuni) di aumentare l’addizionale comunale Irpef, tantomeno per far quadrare i bilanci 2007.
Lo hanno dichiarato i segretari provinciali di Cgil-Cisl-Uil, Donato Pivanti, Francesco Falcone e Luigi Tollari, nella conferenza stampa con cui stamattina hanno illustrato le priorità che, a loro avviso, devono ispirare Comuni e Provincia nella costruzione dei bilanci di previsione.


I sindacati modenesi, infatti, sono impegnati in queste settimane nel confronto con gli amministratori locali sui bilanci comunali 2007. Le scelte che si apprestano a fare sindaci e amministratori devono essere il più possibile condivise e concertate con le parti sociali per definire uno sviluppo di qualità e di sostegno al reddito delle fasce sociali più deboli, per estendere e qualificare la rete di welfare locale, per aiutare le famiglie.

“Innanzitutto occorre garantire l’invarianza della pressione fiscale e tariffaria locale affinché i lavoratori dipendenti e pensionati possano realmente beneficiare degli effetti redistribuitivi della Finanziaria. Chiediamo che non si aumentino tasse e tariffe locali – hanno spiegato i tre sindacalisti modenesi – anche in relazione alla decisione della Regione Emilia-Romagna di aumentare sia l’addizionale regionale Irpef (applicata in modo progressivo sino allo 0,5% in più), la quale causerà una perdita al potere d’acquisto di lavoratori e pensionati, che l’Irap per le attività finanziarie (+1%). Sono aumenti che si tradurranno in risorse aggiuntive per Province e Comuni con destinazione al fondo sociale per la non autosufficienza”.

Ai Comuni, inoltre, Cgil-Cisl-Uil chiedono di ragionare non solo sul bilancio 2007, ma in un’ottica di mandato, ovvero sull’intero triennio 2007-2009, tenendo dunque conto delle ulteriori nuovi entrate previste dalla Finanziaria per gli anni successivi. “Questo vuol dire – hanno aggiunto Pivanti, Falcone e Tollari – discutere di come strutturiamo il bilancio, quali priorità assumiamo, come e a chi ridistribuiamo sacrifici e opportunità, quali risposte diamo al problema abitativo, dell’integrazione, della non autosufficienza”.

In un’ottica di mandato triennale, i sindacati chiedono di ragionare sui bilanci come strumenti politici che definiscono gli investimenti, con quali risorse, puntando a una consistente revisione della spesa attraverso la riorganizzazione delle macchine comunali, l’abbassamento dei costi istituzionali e della politica, accorpando e riducendo enti e consigli di amministrazione, accelerando soprattutto l’attivazione delle Unioni comunali e dando vita a gestioni realmente associate dei servizi sociali e amministrativi.

“La riorganizzazione delle macchine comunali deve tener in considerazione l’esigenza della stabilizzazione del lavoro precario e della valorizzazione delle professionalità, sia del lavoro pubblico che di quello privato che offre servizi per il Comune, passando dal sistema degli appalti a quello dell’accreditamento che privilegia la migliore qualità rispetto al minor costo, ma anche per garantire maggiore sicurezza e rispetto delle tutele introducendo il Durc (Documento unico di regolarità contributiva) nelle gare e bandi”.

Cgil-Cisl-Uil chiedono, infine, di insediare un tavolo di concertazione nell’ambito del Patto territoriale per stabilire insieme le linee strategiche per il futuro del nostro territorio. “Se veramente vogliamo evitare aumenti di tasse e tariffe – hanno concluso Pivanti, Falcone e Tollari – dobbiamo definire un governo unitario, una cabina di regia che concordi principi e linee guida sui quali orientare il confronto con i sindaci”.