Grande successo di pubblico al convegno, realizzato congiuntamente da Assopiastrelle e Ceramicolor, dal titolo “Quo vadis? Dove vanno le aziende che vincono” – Trend di mercato e strategie d’impresa che si è svolto ieri presso la sede dell’associazione.

Davanti ad una platea composta da numerosi imprenditori e dirigenti della filiera ceramica italiana, nonché esponenti del mondo politico locale e delle autorità, sono stati presentati cinque casi di aziende italiane che nei rispettivi settori sono leader a livello internazionale. Prologo ed epilogo dell’incontro affidati a due dei professori universitari più affermati nel campo dell’analisi dei trend e delle politiche distrettuali.

Dopo i saluti iniziali del Sindaco di Sassuolo Graziano Pattuzzi, hanno introdotto i lavori il Presidente di Assopiastrelle Alfonso Panzani e il Presidente di Ceramicolor Daniele Bandiera che hanno rilevato la novità che due associazioni della filiera ceramica abbiano lavorato assieme su un progetto comune e che oggetto di questo convegno sia non il prodotto o una tecnologia, ma lo sviluppo della cultura d’impresa.

Il Prof. Giampaolo Fabris – Presidente del corso in Scienze della Comunicazione dell’Università San Raffaele di Milano – ha sottolineato l’importanza di analizzare in profondità i trend demografici e le mappe socio culturali per meglio cogliere le novità. “Ci stiamo progressivamente spostando verso l’area del privato in un ambito in cui sono chiaramente visibili, tra gli altri, l’eclissi delle ideologie, il recupero selettivo del passato, l’eclettismo, l’estetica e l’etica”.

Giorgio Squinzi – Presidente di Federchimica ed Amministratore Unico di Mapei, multinazionale attiva negli adesivi per l’edilizia – ho sostenuto come ‘la tensione alla crescita, interna ed esterna, attraverso percorsi di internazionalizzazione ci ha consentito di raggiungere gli 1,4 miliardi di euro, con un obiettivo di raggiungere i 2 nel 2010”. Tra le variabili utilizzate per raggiungere questi significativi traguardi ha fatto leva sulla specializzazione delle linee di prodotto, sulla presenza in tutti i mercati importanti per gli adesivi per l’edilizia, sulla costante attività di ricerca e sviluppo.

Lorenzo Caimi – Amministratore Delegato di Caimi Brevetti (supporti per pc e biblioteche) – ha rilevato come la risposta alla difficoltà derivanti dall’11 settembre abbiano portato l’azienda a focalizzarsi su di una strategia basata su design e innovazione di prodotto e di processo. “Per entrambi i fattori, centrale è la formazione delle risorse umane, per le quali ci siamo impegnati nel creare scuole di design e in approfondimenti sulle normative tecniche dei prodotti”.

Ernesto Illy – Presidente di Contromarca ed onorario di Illycaffè – ha parlato del motivo per cui una commodity deve diventare una marca, condizione essenziale per meglio competere sul mercato globale. “La competizione di prezzo porta inevitabilmente alla chiusura delle imprese, perché esiste sempre qualcuno che riesce a spuntare prezzi inferiori. Valorizzando alcune peculiarità italiane, come ad esempio il fusto per il bello, è possibile differenziarsi rispetto alla concorrenza”.

Giovanni Burani – Amministratore Delegato di Mariella Burani Fashion Group – ha relazionato sulla creazione di valore attraverso processi di aggregazione. “Il nostro gruppo ha fatto del lusso accessibile il proprio core business e, partendo dal settore dell’abbigliamento si è progressivamente spostata verso altri comparti quali la pelletteria e la gioielleria. Valore della marca, ma anche attenzione alla rete commerciale ed alle modalità produttive sono stati gli altri aspetti centrali che ci hanno consentito di raggiungere i 650 milioni di euro di fatturato”.

Marcello Binda – CEO del Gruppo Binda, orologeria – ha illustrato l’evoluzione del suo marchio più significativo. “Un corretto posizionamento del prodotto, unito ad una campagna pubblicitaria televisiva in grado di imporre Breil quale prodotto di tendenza nella generazione 25 – 34 anni ci ha consentito di decuplicare le vendite in meno di dieci anni. Ma anche di dare vita ad una politica di espansione in ambiti affini, quali il gioiello ed il profumo”.

La conclusione dei lavori è stata affidata al Prof. Marco Fortis, Vice Presidente della Fondazione Edison e docente di Economia all’Università Cattolica, profondo conoscitore della realtà dei distretti produttivi italiani. “Quelli presentati oggi sono casi di successo dell’industria italiana che, pur non vantando aziende ai primi posti delle graduatorie mondiale, presenta un tessuto di piccole e medie imprese che sanno crescere ed imporsi quali leader mondialei nei propri segmenti.