“Il lavoro sembra essere un elemento accessorio e non più fondamentale dello sviluppo delle imprese e della società modenese. Così oggi, mentre registriamo dati positivi di crescita economica, dobbiamo fare i conti con situazioni di crisi diffuse, dalla chiusura della Del Monte di S. Felice a quella della SCA di Castelfranco, dall’annunciata crisi della Cartiera di San Cesario alle varie previsioni di riduzione di personale nel settore ceramico”.

Lo afferma Pasquale Coscia, componente della segreteria provinciale della Cisl, commentando i dati diffusi di recente dalla Camera di commercio e le dichiarazioni del direttore di Confindustria Modena Valerio Mario Guerzoni.
“Per favorire lo sviluppo territoriale serve una vera concertazione, occorre cioè dare concreta attuazione al Patto sottoscritto il 17 novembre 2005 da 36 soggetti e che già nella sua denominazione individua gli obiettivi prioritari: “Patto territoriale per la qualità dello sviluppo, la competitività, la sostenibilità ambientale, la coesione sociale e la rete di servizi alla persona nel capoluogo e nella Provincia di Modena”. Di questo – continua Coscia – siamo ancora più convinti alla luce anche dei dati segnalati dal barometro dell’economia modenese. Tutti gli indicatori sono positivi, dalla produzione industriale all’export, eppure aumenta il disagio sociale e, con esso, le situazioni di povertà”.

Per questo il sindacalista Cisl si augura che, con il nuovo anno, le buone relazioni industriali favoriscano accordi sindacali in grado di dare risposte concrete ai lavoratori.
“Nessun lavoratore deve essere abbandonato a se stesso, – afferma Coscia – a tutti dobbiamo offrire vere opportunità di reinserimento lavorativo, anche con il sostegno della formazione. Ricordo, tra l’altro, che dai dati dell’osservatorio provinciale sul mercato del lavoro emerge che ben il 75 per cento degli avviamenti al lavoro è a tempo determinato e per periodi sempre più brevi. Questo determina un peggioramento della qualità dell’occupazione e l’aumento del precariato nella nostra provincia”.
Per l’esponente della Cisl a pagare il prezzo più alto di questa situazione sono i lavoratori e pensionati, con il conseguente rischio di minare la coesione sociale, la quale rappresenta un bene prezioso per tutta la comunità modenese.
“Abbiamo chiesto agli enti locali di non inasprire la pressione fiscale con le addizionali Irpef proprio non colpire ulteriormente le fasce più deboli. Per la stessa ragione – conclude Coscia – chiediamo di confrontarci sulla ristrutturazione complessiva dei bilanci per definire insieme le priorità e la qualificazione della spesa pubblica”.