Sanzioni più severe, patente a punti più efficace e maggior rigore e controllo nella riassegnazione dei punti, esami più impegnativi per poter guidare veicoli più potenti. Ma anche progetti pilota per l’educazione alla sicurezza stradale e interventi per la messa in sicurezza delle strade più pericolose del nostro Paese e nei centri urbani.

Sono soltanto alcune delle misure contenute nell’atto di indirizzo sulla sicurezza stradale, approvato oggi dal consiglio dei ministri su proposta del ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi e che prendera’ la forma di decreti legge e disegni di legge nelle prossime settimane. Si tratta di un piano organico che prevede un ‘mix’ di 10 azioni strutturali, che richiedono tempi medio-lunghi e un cospicuo impegno finanziario, e un sistema di 15 misure misure rapide che potranno essere avviate immediatamente e attuate nell’arco di sei mesi-un anno e richiedono un impegno di risorse finanziarie e professionali immediatamente accessibili e utilizzabili.

Sul fronte della programmazione, il pacchetto di misure rapide prevede la concertazione con Regioni e Province delle linee guida per la costruzione di una rete di centri di monitoraggio provinciali e regionali, con la eventuale partecipazione delle citta’ maggiori, raccordati con il centro di monitoraggio nazionale. Questo da un lato, avra’ il compito di coordinare e fornire supporti alla rete dei centri di monitoraggio provinciali e regionali e, dall’altro, dovrà fornire al Governo nazionale e agli operatori pubblici e privati che possono contribuire al miglioramento della sicurezza stradale un quadro certo delle problematiche, delle azioni intraprese e delle misure che hanno conseguito i risultati più soddisfacenti.

E sul versante della regolamentazione, si procedera’ a rafforzare l’azione di contrasto dei comportamenti di guida ad alto ischio attraverso la riorganizzazione delle sanzioni con l’obiettivo di distinguere le violazioni del codice della strada in relazione alla pericolosità e graduare di conseguenza le sanzioni. Si tratta di una misura che anticipa la riforma del codice della strada e punta ad aumentare la durata del periodo di sospensione della patente di guida in proporzione al rischio determinato dalla trasgressione, oltre a prevedere, per i comportamenti ad alto rischio, la confisca del veicolo e forme di pena alternative come l’obbligo a svolgere servizi di utilità sociale, come fornire assistenza a vittime di incidenti stradali che siano rimaste inabili.

Altra misura chiave è quella interessa la patente a punti con l’obiettivo di ridarle nuova efficacia. Per questo, la perdita dei punti si focalizzerà sui comportamenti di guida ad elevato rischio, sia al fine di ridefinire complessivamente il processo di perdita e riacquisizione dei punti, con una procedura di riassegnazione più rigorosa (basata su esami e valutazioni) e controlli più severi per la riassegnazione dei punti.

Misure rapide anche in materia di formazione. L’atto di indirizzo parla di progetti pilota per l’educazione alla sicurezza stradale in organica e stretta collaborazione con le amministrazioni locali e con i principali soggetti che contribuiscono attivamente a migliorare la sicurezza stradale a livello locale. Inoltre si punta anche al miglioramento dell’accesso alle patenti di guida sia attraverso il miglioramento dell’addestramento e degli standard di preparazione necessari per superare l’esame di abilitazione alla guida, sia attraverso la formazione di una maggiore consapevolezza del rischio stradale sotto i diversi aspetti (condizioni di traffico, condizioni climatiche, salute e livello di stanchezza del conducente, etc.).
In questo ambito verrà data piena applicazione al principio di gradualità indicato nella direttiva comunitaria sulle patenti di guida in modo da consentire l’uso dei mezzi di trasporto più potenti e impegnativi attraverso patenti di guida alle quali si può accedere solo attraverso esami progressivamente più impegnativi e dopo un prefissato periodo di esperienza nel livello precedente. Inoltre, sono previsti progetti pilota per la formazione di tecnici e decisori mentre verranno messe in sicurezza delle dodici strade più pericolose. Questa ”non solo potrà determinare un consistente risparmio di vite e di feriti, ma potrà anche consolidare e rendere disponibili metodologie, tecniche ed esperienze concrete per la individuazione degli specifici fattori di rischio e, soprattutto, per la individuazione delle forme di intervento più efficaci per la loro rimozione”.
Altre misure riguardano l’informazione e sensibilizzazione con la costituzione della banca della comunicazione per la sicurezza stradale e l’istituzione di un premio annuale per le amministrazioni locali che hanno ottenuto i migliori risultati di sicurezza stradale.

Misure ad hoc anche per la mobilita’ su due ruote. Il Governo, per migliorare la sicurezza dei conducenti dei veicoli a due ruote a motore, con il contributo dei principali soggetti interessati a questo comparto di mobilità, predisporrà un piano di azione dedicato in modo specifico a questo comparto di incidentalità. E partirà anche un progetto ”città sicure”. La maggior parte delle vittime (45% dei morti e il 75% dei feriti) è determinata da incidenti in area urbana e le città italiane sono quelle con la più alta quota di vittime e con i più alti tassi di mortalità e ferimento.

Tra le misure strutturali, spicca la riforma del codice della strada ”secondo principi di semplificazione, delegificazione, rafforzamento degli aspetti relativi alla sicurezza, diversificazione del sistema sanzionatorio, con particolare attenzione ai comportamenti di guida ad alto rischio”. Inoltre, è previsto un aggiornamento del piano nazionale della sicurezza stradale, approvato dal Cipe il 29 novembre del 2002, ”con l’obiettivo di ridefinire quegli aspetti che possono favorire un incremento dell’efficacia degli interventi e una più ampia partecipazione degli enti locali e del sistema delle imprese al processo di miglioramento della sicurezza stradale”.

Altro obiettivo è il rafforzamento della Consulta Nazionale sulla Sicurezza Stradale volto a svilupparne ulteriormente le funzioni di promozione della concertazione interistituzionale e del partenariato pubblico privato, di analisi delle misure poste in essere e verifica della loro efficacia, di valutazione generale dello stato e dell’evoluzione della incidentalità rispetto agli obiettivi di sicurezza comunitari e nazionali.

Un ‘pacchetto’ di interventi interesserà la formazione a cominciare dall’educazione stradale nelle scuole. Il ministero della Pubblica Istruzione ha gia’ individuato alcune linee di indirizzo per l’attuazione di iniziative di educazione alla sicurezza stradale mirate ad assicurare una formazione di base sulla mobilità sicura e sostenibile per la popolazione in età scolare.
Inoltre, è prevista la promozione di master universitari e di altre iniziative formative in materia di sicurezza stradale dedicate a tecnici e decisori delle amministrazioni nazionali, regionali e locali per migliorare la capacita’ complessiva di governo della sicurezza stradale.