Ubaldo Salomoni ha presentato un’interrogazione sulla vicenda della concessione accordata all’Azienda agri-turistico-venatoria “La Fossa”, situata nel comune bolognese di Castello di Serravalle, per segnalare, sulla base dell’ampia documentazione raccolta grazie a segnalazioni di agricoltori, cacciatori e cittadini, “numerose e gravi possibili irregolarità compiute dalla Provincia di Bologna a danno della comunità locale”.

Il consigliere riferisce che la vicenda ha avuto inizio nel 1996, quando la Provincia di Bologna diede in concessione all’Azienda in questione la zona richiesta, “contrariamente al volere dell’amministrazione comunale di Castello di Serravalle” e si è conclusa nel 2004, con una sentenza del Tribunale in seguito alla quale la stessa Provincia revocava l’autorizzazione “ad appena a 9 mesi dalla scadenza naturale della concessione”.

Dopo la revoca, tuttavia, la Provincia “ha rinnovato di anno in anno il regime di rifugio istituito dalla Consulta provinciale competente”, che alla scadenza delle concessioni faunistico-venatorie viene “normalmente concesso per la durata di un anno”.

Salomoni chiede pertanto alla Giunta che si faccia chiarezza sulla legittimità delle motivazioni addotte dalla Provincia per decidere il rinnovo della zona di rifugio “per un periodo di tempo molto più prolungato del solito anno”, dal momento che tale decisione si baserebbe “sulla richiesta del presidente della CIA, il quale ha più volte dichiarato di chiedere la proroga della zona di rifugio nell’interesse privato del proprietario”.
E ciò nonostante l’opposizione dei proprietari terrieri della zona, nessuno dei quali “avrebbe mai autorizzato in futuro aziende agri-turistico-venatorie sui propri terreni in quanto, dopo la prima esperienza, hanno ben capito che si tratterebbe di un cosiddetto ‘fagianodromo’ che comporterebbe esclusivamente danni per loro e buoni guadagni per il concessionario”.

L’esponente azzurro domanda quindi che venga “valutata l’opportunità di far cessare il regime di rifugio e di togliere i pregiudizievoli vincoli sulle proprietà private che insistono sul territorio in oggetto al fine di dare giusta risposta alle chiare richieste dei proprietari”; che “si verifichi se il comportamento della C.I.A. nella vicenda sia rimasto entro i limiti delle proprie competenze e prerogative”; che venga avviata “un’indagine per verificare eventuali irregolarità o abusi da parte della Provincia riguardo le deleghe in materia di caccia e, nel caso in cui si ravvisino dette irregolarità, di valutare l’opportunità di ritiro delle deleghe .

“Da ultimo Salomoni chiede alla Regione un generale riordino del sistema di gestione della materia faunistico-venatoria, in base a quanto denunciato dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica in un suo documento del novembre scorso, dove si fa riferimento a “violente ed indebite pressioni politiche che mirano a piegare la dignità professionale dei dipendenti…. che mirano ad ottenere che l’INFS produca pareri di comodo”.