“Convocare il prima possibile la cabina di regia del fiume Po concordando le politiche di gestione della risorsa idrica con tutti i soggetti interessati”. Confagricoltura dell’Emilia-Romagna condivide la richiesta dell’assessore regionale all’Ambiente Lino Zanichelli in quanto da tempo sollecitata dall’organizzazione.


“E’ solo attraverso una reale politica di coordinamento e raccordo tra regioni che si possono gestire con efficacia le derivazioni del bacino del Po”.

Infatti, dei 21 miliardi di metri cubi d’acqua di derivazioni, solo 1 miliardo arriva in Emilia-Romagna. “L’attivazione di un gruppo di lavoro sulla siccità è quindi basilare per coordinare i vari interventi sul territorio emiliano-romagnolo – commenta Mario Girolami, presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna –. Vanno però coinvolti tutti i soggetti, inclusi gli utilizzatori della risorsa, non come è stato fatto per il Forum nazionale sul risparmio che ha visto l’esclusione di molti soggetti del territorio”.
“Nonostante il settore agricolo sia “idroesigente” – continua Girolami – ha messo in atto da tempo inziative di sensibilizzazione e tecniche di irrigazione e risparmio idrico efficaci. Senza contare che l’acqua utilizzata per l’irrigazione torna naturalmente alle falde innescando un riciclo della risorsa idrica”. Confagricoltura Emilia-Romagna auspica che al termine di queste iniziative l’unico effetto finale non sia l’innalzamento dei canoni di concessione idrica, ma bensì reali politiche per la gestione della risorsa. “L’innalzamento dei canoni penalizzerebbe gli imprenditori agricoli ai quali viene già richiesto un notevole impegno per garantire un’agricoltura di qualità a costi sostenibii”.
L’organizzazione auspica inoltre che la Regione riveda la sua posizione nei confronti degli invasi di media e grande dimensione anche alla luce della necessità di ridurre i costi energetici e creare fonti di energia alternativa.