Sciopero nazionale di otto ore domani, venerdì 11 maggio, dei dipendenti artigiani del settore moda (tessili-abbigliamento, calzature, pelli e cuoio, occhiali e lavanderie) per il rinnovo del contratto nazionale scaduto ormai dal 2000.

In tutta Italia si svolgeranno iniziative a livello territoriale. In Emilia Romagna Femca-Cisl, Filtea-Cgil e Uilta-Uil hanno organizzato un’ampia mobilitazione: a Carpi, nel cuore del distretto tessile, presidio dei lavoratori modenesi alle ore 9 davanti alla sede Cna e alle 10,30 davanti alla sede di Confartigianato; a Reggio Emilia presidio in piazza Del Monte dalle ore 10; Cesena, Rimini e Forlì confluiscono in mattinata nel presidio organizzato a San Mauro Pascoli, centro del distretto calzaturiero; i lavoratori ravennati convergono su Fusignano, con presidio davanti alle sedi Cna e Confartigianato; a Ferrara dalle 9,30 presidio in piazzale Poledrelli; a Bologna, Parma e Piacenza sindacati e lavoratori effettueranno azioni diffuse di volantinaggio e informazione in particolare nei mercati.

Lo sciopero riguarda circa 150.000 lavoratrici e lavoratori in Italia, dei quali circa 15.000 in Emilia Romagna (70% donne), occupati in imprese piccole e piccolissime (con una media di 6/8 addetti per impresa), con una busta paga media di 850 euro al 2° livello e 900 euro al 3° livello.
Femca-Cisl, Filtea-Cgil e Uilta-Uil hanno realizzato una intensa campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e interaziendali per informare sullo stato della trattativa, che procede ormai da un anno senza esiti positivi. L’ultimo incontro si è svolto il 12 aprile con buone premesse di arrivare alla fase conclusiva, ma al contrario c’è stata una brusca frenata da parte delle associazioni artigiane, con un lungo rinvio dei prossimi incontri al 17-18 maggio. Di qui la decisione dello sciopero nazionale.

I sindacati chiedono: aumento salariale del 9% adeguato a proteggere il potere d’acquisto delle lavoratrici del settore; tutela della maternità con integrazione al 100% del trattamento economico; rafforzamento degli Enti Bilaterali; nuova normativa condivisa del contratto d’apprendistato; orari di lavoro contrattati e non imposti unilateralmente dalle aziende.