Progetti di accoglienza, case rifugio, consulenza legale e campagne informative in diverse lingue: sono alcune delle iniziative che il Comune di Modena mette in atto per contrastare la violenza alle donne, in collaborazione con le associazioni femminili e all’interno di un protocollo di intesa al quale hanno aderito i Comuni capo distretto, la Provincia, le scuole, l’Azienda sanitaria locale, le forze dell’ordine e le associazioni.

L’assessore alle Politiche sociali Francesca Maletti ha illustrato in Consiglio comunale le principali azioni messe in atto dall’Amministrazione, rispondendo a un’interpellanza presentata dal capogruppo della Lega nord Mauro Manfredini.
“Le donne che si sono recate al Pronto soccorso per essere medicate a seguito di percosse, nel solo anno 2006, erano più di 200, con un’età media di 35 anni”, ha spiegato Manfredini nel presentare l’istanza. “Si tratta di un grave problema, che colpisce anche e soprattutto tra le mura domestiche”, ha ricordato inoltre Francesca Maletti, “e che deve essere affrontato con un’adeguata rete di servizi e assistenza. Nel 2005, ad esempio, sono state circa 500 le consulenze legali a donne vittime di violenza, e quasi la metà di loro erano straniere”.

“Bisogna che a livello nazionale cambino le leggi e vengano aumentare le pene, come suggerito dalla ministro Barbara Pollastrini”, ha affermato nel dibattito la consigliera Rosa Maria Fino, presidente del comitato Pari opportunità, mentre Dante Mazzi di Forza Italia ha ribadito che “è necessario essere più coerenti su questi temi, e anche prendere atto che il fenomeno della violenza sulle donne riguarda moltissimi immigrati, in particolare di religione islamica”.
Ivo Esposito di Forza Italia ha aggiunto che “i dati sulle violenze e sugli stupri sono allarmanti anche in Italia, e il problema non riguarda solo le donne straniere. È ora che siano gli uomini a farsi promotori della sicurezza delle donne”.
La consigliera Ds Eugenia Rossi ha ricordato che “il problema non è tanto culturale, ma legislativo, e gli interventi devono essere messi in atto con una rete di servizi anche a livello nazionale. Sono molto importanti le prese di posizione su questo tema dei ministri Bindi e Ferrero, perché serve un welfare nuovo che consenta alle donne che hanno il coraggio di denunciare di non restare sole”.
“È assurdo parlare di pari opportunità nel momento in cui le donne continuano ad essere vittime di violenza”, ha sottolineato Manfredini al termine del dibattito: “il 2007 è l’anno europeo delle pari opportunità e una riforma civile non può più attendere”.