Lo sconto sui farmaci da banco diventa un nuovo parametro di valutazione della tutela della salute? E tutto il resto? L’assistenza garantita 365 giorni all’anno, ad ogni ora, grazie alla guardia farmaceutica, la presenza sul territorio di una rete capillare al servizio dei cittadini, la totale integrazione nel Servizio Sanitario Nazionale, l’attività di consulenza, assistenza ed educazione sanitaria prestata quotidianamente ai cittadini? Federfarma Modena, l’associazione che riunisce la totalità delle farmacie private, non nasconde le sue forti perplessità all’indomani della presentazione dell’indagine elaborata da Federconsumatori.

“Si focalizza l’attenzione solo sui prezzi, comunque non certamente prioritari quando si parla di diritto alla salute, offrendo un quadro parziale anche rispetto a questi ultimi. Pochi prodotti, tutti molto noti, i cosiddetti griffati e il gioco è fatto: si entra nel mondo degli “ipersconti”. È il risultato di un’operazione che vede tra i protagonisti la grande distribuzione che sapientemente, ma non avevamo dubbi rispetto a questa sua capacità, con una perfetta operazione commerciale di marketing è riuscita a far passare come regola generale una situazione che interessa un numero limitato di prodotti. Operazione più che legittima per una realtà che ha come finalità quella di vendere la maggior quantità possibile di prodotti, farmaci e non solo. Operazione discutibile e fuorviante, come dimostra l’indagine di Federconsumatori, se oggetto della rilevazione sono venti farmaci su oltre 2500 specialità in commercio tra Sop ed Otc, la maggior parte dei quali solo nelle farmacie sono sempre reperibili e, comunque, come previsto dalla Carta dei Servizi di cui ci siamo dotati già dal 2003, messi a disposizione al massimo entro 24 ore dalla richiesta” evidenzia Silvana Casale, presidente di Federfarma Modena.

Delude, in questo caso, l’approccio adottato, sottolinea Federfarma Modena, anche perché oramai da alcuni anni, proprio con molte associazioni dei consumatori ed i sindacati dei pensionati si è intrapreso un percorso che punta soprattutto alla diffusione di un consumo consapevole del farmaco, all’educazione sanitaria ed all’utilizzo dei farmaci equivalenti, meno costosi, rispetto al prodotto di marca. Interventi, come si nota, di tipo strutturale, i cui benefici ricadono in modo omogeneo su tutti i cittadini, senza che si vada a smantellare un servizio pubblico che resta tra i più apprezzati e sicuri a livello europeo.

“Come Federfarma Modena sappiamo che a noi spetta il compito di dare sempre maggiore spessore e qualità alla farmacia dei servizi e di rafforzare la nostra funzione di primo presidio sanitario sul territorio; chiediamo però che siano mantenute regole che partano da valutazioni di qualità e continuità del servizio e non da un approccio puramente commerciale, in cui non ci riconosciamo. Mantenere la nostra identità, profondamente diversa dai corner della salute, significa dare più garanzie alla collettività. E comunque va ricordato che la legge ha cambiato le regole, superando il concetto di sconto. Ora c’è un prezzo massimo stabilito. Il farmacista, in base anche alle condizioni di acquisto, alla localizzazione della farmacia e a scelte organizzative, sceglie il prezzo finale. Da ciò nascono differenze di prezzo, che, in ogni caso, non di rado risultano più vantaggiose rispetto ai prezzi praticati in alcuni corner della salute. Per fare una verifica sul campo basta andare nel più grande ipermercato cittadino” conclude Silvana Casale.