Progettare insieme il futuro del territorio: è questo l’obiettivo che si è data la Provincia di Reggio Emilia attraverso la stesura del nuovo Ptcp, il Piano territoriale di coordinamento provinciale che rappresenta uno degli strumenti di pianificazione più importanti, una sorta di “super-Psc” provinciale per lo sviluppo del nostro territorio.

Un lavoro tanto delicato e complesso che la Provincia conta di portare a compimento anche attraverso una serie di momenti di confronto sul ruolo della pianificazione quale strumento per una crescita solidale, qualitativa e rispettosa dell’ambiente e delle identità locali. Il primo di questi sarà una Conferenza pubblica di pianificazione che si terrà mercoledì 4 luglio alla Sala degli Specchi del Teatro Municipale, a partire dalle 9.15, dal titolo “PTCP_ 4.7.2007… CONTATTO – Per progettare insieme il futuro del territorio”.

Programma
Sarà la presidente della Provincia Sonia Masini a presentare in prima persona le linee strategiche e gli obiettivi del Piano, seguita alle 9.45 l’architetto Anna Campeol, dirigente del Servizio Pianificazione territoriale e ambientale della Provincia, che illustrerà il quadro conoscitivo e le chiavi di lettura del Ptcp. Alle 10.15 saranno due economisti di livello nazionale – il professor Livio Barnabò (amministratore delegato di Pegroup, gruppo italiano di consulenza strategica specializzato nella gestione dei processi di posizionamento competitivo delle aziende e dei sistemi economici locali) e il professor Aldo Bonomi (direttore di A.A.Ster, Consorzio che da oltre vent’anni si occupa di ricerca partecipata) – ad aprire una riflessione sulle vocazioni dell’economia reggiana. Seguiranno le relazioni (ore 11.10) dell’architetto Elisabetta Cavazza, esperta in analisi e progettazione del paesaggio, e del professor Alessandro Balducci del Politecnico di Milano, su storie e identità di Reggio Emilia. L’intervento del prof. Balducci, in particolare, sarà incentrato sulla partecipazione: riporterà risultati delle interviste svolte a 80 reggiani rappresentativi dei vari settori economico-sociali, delle professioni, del terzo settore e delle Pubbliche amministrazioni. Dalle 11.50 prenderanno quindi la parola altri esperti che hanno collaborato alla definizione dei documenti preliminari al Ptcp, ovvero i professori Roberto Gambino del Politecnico di Torino, Giorgio Vitillo del Politecnico di Milano e Sergio Malceschi dell’Università di Pavia, che si soffermeranno in particolare su coerenze ed equilibri possibili tra paesaggio, ambiente e insediamenti.

La filosofia del Piano
Come afferma la presidente Sonia Masini, “Partecipazione, copianificazione, sussidiarietà rappresentano la triplice dimensione progettuale per una costruzione consensuale delle scelte territoriali. Quanto più è condiviso il progetto di un territorio, tanto più il ruolo della Provincia è utile.” Nel programma di questa Amministrazione, tiene a sottolineare ancora la presidente Masini, “l’idea della bella provincia non è stata solo uno slogan, bensì un concetto che si lega strettamente alla nozione di qualità di un territorio, un circuito virtuoso tra genius loci, genius gentis, genius rei publicae”.
Le scelte decisionali del Ptcp saranno guidate dalla consapevolezza di come lo scenario locale e quello globale siano oggi assai mutati, rispetto alle condizioni che hanno permesso in altri anni il governo del nostro territorio e della nostra comunità, con quegli esiti di eccellenza che sono propri della provincia reggiana e la contraddistinguono. Non bastano le vecchie sicurezze né i vecchi modelli. La globalizzazione richiede società più aperte, flessibili, che sappiano governare i cambiamenti tenendo al tempo stesso ben saldi principi forti, legami con le proprie radici, attenzione alle proprie vocazioni e potenzialità profonde.
In sostanza, occorre saper conciliare la tradizione con la vocazione verso il nuovo, il dinamismo, l’innovazione che le nuove frontiere della conoscenza producono e produrranno.

I criteri
La centralità di Reggio Emilia e della sua provincia derivano dal suo trovarsi nel baricentro geografico dell’area medio-padana, che va da Piacenza fino a Bologna e la Romagna, da Mantova fino a La Spezia, Lucca e la Toscana, un distretto supportato da una maglia funzionale ed infrastrutturale di altissimo spessore (linea dell’alta velocità, fermata medio-padana, autostrada e caselli, l’intermodalità con le linee concesse che dovranno innovarsi in senso di servizio metropolitano, la Pedemontana, la Cispadana viaria e ferroviaria, l’asse del Brennero, i nodi logistici, ecc.) che mette il nostro territorio in connessione con i contesti sistemi nazionali ed internazionali.
Si tratta di un territorio che pone il problema di un policentrismo storicamente sedimentato che va riconosciuto e attualizzato; in un approccio da allargare oltre i confini provinciali, rafforzando le relazioni e mettendosi in rete cooperativa con le altre province e regioni, per evitare gli effetti negativi di un mero policentrismo emulativo-ripetitivo.
Il progetto di territorio che la Provincia di Reggio Emilia sta definendo si sostanzia in cinque fondamentali linee strategiche che forniscono senso e contenuti al piano:
1. garantire sicurezza dai rischi e conservazione attiva delle risorse;
2. valorizzare e tutelare i paesaggi, la storia e l’identità del territorio;
3. qualificare, specializzare il sistema insediativo della residenza e della produzione;
4. organizzare le funzioni di eccellenza, del commercio e dei servizi;
5. connettere il territorio reggiano all’Europa e agli altri sistemi territoriali.
L’applicazione di questi filoni di intenti avverrà verso sette ambiti territoriali che sono stati definiti sulla base di criteri identitari di omogeneità geografica, funzionale, infrastrutturale: la comunità del Po, la Val d’Enza e la pianura occidentale, il cuore del sistema matildico, la pianura orientale, l’ambito centrale, il distretto ceramico, la montagna. Ciò nella consapevolezza che il patrimonio naturale, paesistico e culturale è parte essenziale (insieme con le dotazioni infrastrutturali, gli apparati istituzionali ed il capitale umano) del “capitale territoriale” su cui si fondano le possibilità di autentico sviluppo (Gambino, 2006).

Alla Conferenza di pianificazione la Provincia ha invitato le associazioni economiche e sociali, nonché esponenti di istituzioni e portatori d’interesse, per sottolineare l’importanza della condivisione del processo di governo del territorio che viene avviato e che deve coinvolgere l’intera società reggiana.
I documenti di lavoro saranno consegnati nel corso della seduta, in formato CD rom e saranno anche pubblicati sul sito internet della Provincia www.provincia.re.it).Un lavoro tanto delicato e complesso che la Provincia conta di portare a compimento anche attraverso una serie di momenti di confronto sul ruolo della pianificazione quale strumento per una crescita solidale, qualitativa e rispettosa dell’ambiente e delle identità locali. Il primo di questi sarà una Conferenza pubblica di pianificazione che si terrà mercoledì 4 luglio alla Sala degli Specchi del Teatro Municipale, a partire dalle 9.15, dal titolo “PTCP_ 4.7.2007… CONTATTO – Per progettare insieme il futuro del territorio”

Programma
Sarà la presidente della Provincia Sonia Masini a presentare in prima persona le linee strategiche e gli obiettivi del Piano, seguita alle 9.45 l’architetto Anna Campeol, dirigente del Servizio Pianificazione territoriale e ambientale della Provincia, che illustrerà il quadro conoscitivo e le chiavi di lettura del Ptcp. Alle 10.15 saranno due economisti di livello nazionale – il professor Livio Barnabò (amministratore delegato di Pegroup, gruppo italiano di consulenza strategica specializzato nella gestione dei processi di posizionamento competitivo delle aziende e dei sistemi economici locali) e il professor Aldo Bonomi (direttore di A.A.Ster, Consorzio che da oltre vent’anni si occupa di ricerca partecipata) – ad aprire una riflessione sulle vocazioni dell’economia reggiana. Seguiranno le relazioni (ore 11.10) dell’architetto Elisabetta Cavazza, esperta in analisi e progettazione del paesaggio, e del professor Alessandro Balducci del Politecnico di Milano, su storie e identità di Reggio Emilia. L’intervento del prof. Balducci, in particolare, sarà incentrato sulla partecipazione: riporterà risultati delle interviste svolte a 80 reggiani rappresentativi dei vari settori economico-sociali, delle professioni, del terzo settore e delle Pubbliche amministrazioni. Dalle 11.50 prenderanno quindi la parola altri esperti che hanno collaborato alla definizione dei documenti preliminari al Ptcp, ovvero i professori Roberto Gambino del Politecnico di Torino, Giorgio Vitillo del Politecnico di Milano e Sergio Malceschi dell’Università di Pavia, che si soffermeranno in particolare su coerenze ed equilibri possibili tra paesaggio, ambiente e insediamenti.

La filosofia del Piano
Come afferma la presidente Sonia Masini, “Partecipazione, copianificazione, sussidiarietà rappresentano la triplice dimensione progettuale per una costruzione consensuale delle scelte territoriali. Quanto più è condiviso il progetto di un territorio, tanto più il ruolo della Provincia è utile.” Nel programma di questa Amministrazione, tiene a sottolineare ancora la presidente Masini, “l’idea della bella provincia non è stata solo uno slogan, bensì un concetto che si lega strettamente alla nozione di qualità di un territorio, un circuito virtuoso tra genius loci, genius gentis, genius rei publicae.”
Le scelte decisionali del Ptcp saranno guidate dalla consapevolezza di come lo scenario locale e quello globale siano oggi assai mutati, rispetto alle condizioni che hanno permesso in altri anni il governo del nostro territorio e della nostra comunità, con quegli esiti di eccellenza che sono propri della provincia reggiana e la contraddistinguono. Non bastano le vecchie sicurezze né i vecchi modelli. La globalizzazione richiede società più aperte, flessibili, che sappiano governare i cambiamenti tenendo al tempo stesso ben saldi principi forti, legami con le proprie radici, attenzione alle proprie vocazioni e potenzialità profonde.
In sostanza, occorre saper conciliare la tradizione con la vocazione verso il nuovo, il dinamismo, l’innovazione che le nuove frontiere della conoscenza producono e produrranno.

I criteri
La centralità di Reggio Emilia e della sua provincia derivano dal suo trovarsi nel baricentro geografico dell’area medio-padana, che va da Piacenza fino a Bologna e la Romagna, da Mantova fino a La Spezia, Lucca e la Toscana, un distretto supportato da una maglia funzionale ed infrastrutturale di altissimo spessore (linea dell’alta velocità, fermata medio-padana, autostrada e caselli, l’intermodalità con le linee concesse che dovranno innovarsi in senso di servizio metropolitano, la Pedemontana, la Cispadana viaria e ferroviaria, l’asse del Brennero, i nodi logistici, ecc.) che mette il nostro territorio in connessione con i contesti sistemi nazionali ed internazionali.
Si tratta di un territorio che pone il problema di un policentrismo storicamente sedimentato che va riconosciuto e attualizzato; in un approccio da allargare oltre i confini provinciali, rafforzando le relazioni e mettendosi in rete cooperativa con le altre province e regioni, per evitare gli effetti negativi di un mero policentrismo emulativo-ripetitivo.

Il progetto di territorio che la Provincia di Reggio Emilia sta definendo si sostanzia in cinque fondamentali linee strategiche che forniscono senso e contenuti al piano:

1. garantire sicurezza dai rischi e conservazione attiva delle risorse;
2. valorizzare e tutelare i paesaggi, la storia e l’identità del territorio;
3. qualificare, specializzare il sistema insediativo della residenza e della produzione;
4. organizzare le funzioni di eccellenza, del commercio e dei servizi;
5. connettere il territorio reggiano all’Europa e agli altri sistemi territoriali.

L’applicazione di questi filoni di intenti avverrà verso sette ambiti territoriali che sono stati definiti sulla base di criteri identitari di omogeneità geografica, funzionale, infrastrutturale: la comunità del Po, la Val d’Enza e la pianura occidentale, il cuore del sistema matildico, la pianura orientale, l’ambito centrale, il distretto ceramico, la montagna. Ciò nella consapevolezza che il patrimonio naturale, paesistico e culturale è parte essenziale (insieme con le dotazioni infrastrutturali, gli apparati istituzionali ed il capitale umano) del “capitale territoriale” su cui si fondano le possibilità di autentico sviluppo (Gambino, 2006).

Alla Conferenza di pianificazione la Provincia ha invitato le associazioni economiche e sociali, nonché esponenti di istituzioni e portatori d’interesse, per sottolineare l’importanza della condivisione del processo di governo del territorio che viene avviato e che deve coinvolgere l’intera società reggiana. I documenti di lavoro saranno consegnati nel corso della seduta, in formato CD rom e saranno anche pubblicati sul sito internet della Provincia.