Insegnano negli Stati Uniti, in Francia, Gran Bretagna, Spagna, Svizzera e Italia i protagonisti delle lezioni magistrali del Festival filosofia sul sapere.


Tre i pensatori che arrivano dagli Usa.
L’economista Jeremy Rifkin, studioso dei cambiamenti nel sistema del lavoro, dell’ascesa delle biotecnologie e delle fonti energetiche, parlerà del ruolo della conoscenza e della creatività nelle società post-industriali. James Hillman, tra i maggiori psicoanalisti junghiani, proporrà una riflessione sul sapere dell’anima e sulla psicologia come incrocio tra conoscenze consce e inconsce.
Il filosofo ghanese Anthony Appiah, docente di Filosofia alla Princeton University, proporrà invece un confronto critico sui modelli di pensiero nelle culture dell’Africa e dell’Occidente.


E’ italiano, ma insegna negli Stati Uniti, anche il supervisore scientifico del Festival Remo Bodei, professore di Filosofia all’University of California di Los Angeles, che interverrà sul rapporto tra sapere e potere.

Insegna all’Università della California, sede di Irvine, anche l’italiano Ermanno Bencivenga, professore di Filosofia, che interverrà sull’errore come elemento costitutivo del sapere.
Dalla Spagna arriva il filosofo basco Fernando Savater, professore di Filosofia all’Università Complutense di Madrid, impegnato in una riflessione su educazione e cittadinanza democratica.


Nutrita la rappresentanza francese. L’antropologo Marc Augé, già presidente dell’Ecole des Hautes Etudes en Science Sociales di Parigi, parlerà di utopia dell’educazione e della costruzione di uno spazio universale della conoscenza e del sapere. Barbara Cassin, del Centro nazionale della ricerca scientifica di Parigi, tenterà una riformulazione del pensiero occidentale a partire dalla filosofia come sapere “del dire”, mentre Francois Jullien, professore di Filosofia ed estetica della Cina classica all’Università di Parigi VII, parlerà di fascino e diffidenza verso il sapere teorico in un confronto tra Grecia e Cina.


Alle ideologie come forma di conoscenza e al loro ruolo nell’organizzazione delle culture sarà dedicata la lezione su credenze e ideologie del sociologo Zygmunt Bauman, professore emerito nelle Università di Leeds, in Gran Bretagna, e Varsavia, in Polonia.


Nutrita la schiera degli ospiti italiani. Pietro Barcellona, professore di Filosofia del diritto all’Università di Catania, parlerà di sapere razionale e sapere affettivo e dei percorsi della conoscenza, mentre Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, interverrà sul tema della testimonianza e sulla relazione di fede tra maestro e discepolo. Umberto Curi, storico della filosofia all’Università di Padova, esaminerà i vantaggi del non sapere, cioè il rovesciamento del motto delfico “conosci te stesso”, al quale Umberto Galimberti, professore di Filosofia della storia a Venezia, dedicherà una declinazione “nell’età della tecnica”.


Maurizio Ferraris, docente di Filosofia teoretica a Torino, parlerà dell’impatto delle nuove tecnologie sulle forme di conoscenza, Sergio Givone, professore di Estetica a Firenze, parlerà del rapporto tra eros e conoscenza, Diego Lanza, professore di Letteratura greca all’Università di Pavia, affronterà la figura filosofica dello stolto e il ruolo del non sapere, mentre Salvatore Natoli, docente di Filosofia teoretica a Milano-Bicocca, parlerà del rapporto tra verità e saggezza.


Il biblista Gianfranco Ravasi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano, prenderà in esame la “vanità” e il valore del sapere nel libro dell’Ecclesiaste, mentre Stefano Rodotà, professore di Diritto civile all’Università di Roma “La Sapienza”, si concentrerà sulla tensione tra tutela della proprietà del sapere e diritto universale di accesso alla conoscenza.

E se Emanuele Severino, professore di Ontologia fondamentale all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, parlerà della filosofia come sapere teoretico, l’Accademico dei Lincei Carlo Sini parlerà dei saperi della mano e della bocca ed Elio Matassi, professore di Filosofia della storia all’Università di Roma Tre, interverrà sulla relazione tra musica e sapere visivo.


Paolo Zellini, professore di Analisi numerica all’Università di Roma Tor Vergata, parlerà del ruolo del sapere matematico e dell’intreccio tra conoscenze pratiche e teoriche, Vincenzo Vitiello, filosofo teoretico all’Ateneo di Salerno, prenderà in esame il rapporto tra fede e ragione e Sergio Moravia, storico della filosofia a Firenze, affronterà i saperi della psicologia e dell’antropologia nella comprensione delle “esistenze ferite”.


Aldo Gargani, professore di Storia della filosofia contemporanea all’Università di Pisa, si soffermerà sul carattere linguistico della verità, mentre Roberto Escobar, professore di Filosofia politica all’Università di Milano, affronterà il rapporto tra televisione, cinema e comportamenti sociali.


Una riflessione con proiezione di immagini sui saperi delle donne – “streghe, levatrici, madri” – sarà affidata alla psicologa Silvia Vegetti Finzi, docente a Pavia, mentre la filosofa Roberta De Monticelli, docente all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, rifletterà sul sapere del cuore e sulla categoria filosofica dell’attenzione e Francesca Rigotti, che insegna Dottrine e Istituzioni politiche a Lugano, in Svizzera, parlerà di metafore del sapere.


Una lezione particolare sul sapere delle cattedrali medievali e, in particolare, sul duomo romanico di Modena, sarà affidata ad Antonio Paolucci, già Ministro dei beni culturali e Soprintendente, oggi membro del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici. L’incontro si svolgerà in occasione del decimo anniversario dell’ingresso del Duomo, della Torre civica e dalla piazza Grande di Modena nell’elenco dell’Unesco che tutela il patrimonio dell’umanità.