Innalzare il livello di competenza delle persone, accompagnare i processi di innovazione delle imprese e del sistema dell’istruzione e della formazione, sostenere la qualità e la sicurezza del lavoro. Sono queste le linee guida del Programma 2007/2009 per il sistema integrato dell’istruzione, della formazione professionale, dell’orientamento e delle politiche del lavoro approvato mercoledì 18 luglio dal Consiglio provinciale di Modena.

Il documento, sulla base dell’intesa e degli indirizzi formulati dalla Regione, delinea le strategie di intervento per l’utilizzo dei nove milioni e 156 mila euro all’anno provenienti dal Fondo sociale europeo (sette milioni e 160 mila), e da fondi nazionali.

Gli obiettivi specifici del Programma sono: investire sulle competenze e sul capitale umano per promuovere una crescita economica sostenibile del territorio provinciale; promuovere la qualità e la sicurezza delle condizioni di lavoro e limitare i rischi di precarizzazione e disoccupazione; favorire i processi di inclusione sociale; sostenere l’autonomia scolastica e l’integrazione tra i sistemi formativi.
«L’innalzamento del livello delle competenze di tutti, da chi è ancora studente agli occupati a coloro che dal mondo del lavoro rischiano di uscire – spiega il presidente della Provincia Emilio Sabattini – è la chiave di volta di questo programma che punta a sviluppare una cultura della formazione diffusa, necessaria per essere competitivi oggi».
Intervenuta in Provincia per approfondire i dettagli dell’intesa, Paola Manzini, assessore regionale all’Istruzione, ha ribadito che «è prioritario l’intervento sul capitale umano per innalzare le competenze e sviluppare una cultura soprattutto tecnico-scientifica di alta qualità. Lo strumento scelto sono i Poli tecnici, sui quali la Regione sta lavorando insieme alle Province, che intercetteranno le vocazioni produttive dei territori con azioni formative a valenza regionale, per rispondere ai bisogni di innovazione e competitività».

Sono adattabilità, occupabilità e inclusione i tre assi di intervento nei quali si articola il Programma. Il contributo derivante dal Fondo sociale europeo ammonta a sette milioni e 160 mila euro annui, con una diminuzione di circa il 40 per cento rispetto allo stanziamento precedente. Un calo previsto, che va imputato all’allargamento dell’Unione europea e quindi a una diversa distribuzione delle risorse. Dai fondi nazionali (leggi 236/1993 e 53/2000) arrivano invece quasi due milioni di euro.

«Con il piano precedente abbiamo raggiunto l’obiettivo che era quello di mantenere i giovani nel sistema scolastico almeno fino ai 16 anni – spiega Silvia Facchini, assessore provinciale all’Istruzione – oggi puntiamo sostenere l’obbligo di istruzione fino a 16 anni e a promuovere l’innalzamento delle competenze delle persone e delle imprese con politiche dell’istruzione e della formazione integrate con quelle di sviluppo locale, dell’economia e del welfare. L’obiettivo è uno sviluppo compatibile del territorio che concili l’innovazione con la coesione sociale, la crescita con la sostenibilità». E due sono le direzioni prioritarie delle politiche del lavoro, come aggiunge l’assessore provinciale Gianni Cavicchioli: «Il nostro compito è, da un lato, favorire il miglior raccordo tra chi genera il lavoro e chi lo cerca, utilizzando come strumento privilegiato i Centri per l’impiego che sono l’osservatorio migliore per monitorare l’evoluzione della domanda e dell’offerta. Dall’altro, investire molto sul fronte della sicurezza e della regolarità, stipulando con il mondo imprenditoriale un patto per la legalità contro il lavoro nero».

Nell’adattabilità, al quale sono destinati 5 milioni e 300 mila euro annui, rientrano le azioni per la qualificazione e la riqualificazione delle persone occupate (con particolare attenzione agli over 45, alle professionalità con bassa scolarità e ai lavoratori non subordinati), i servizi di ricollocamento nel mercato del lavoro delle persone espulse, la promozione della qualità, regolarità e sicurezza del lavoro, il sostegno al ricambio generazionale e l’accompagnamento dei processi di innovazione.

Nell’asse dell’occupabilità, in cui la provincia investe 2 milioni e 470 mila euro, rientrano il potenziamento dei servizi per l’impiego, l’obbligo formativo e i percorsi integrati, la formazione per l’inserimento e il reinserimento lavorativo, il sostegno alla conciliazione e all’imprenditorialità femminile.

Nell’ambito dell’inclusione, finanziata con un milione e 400 mila euro, rientrano invece le opportunità formative per l’inserimento e il reinserimento lavorativo di giovani e adulti in condizione di svantaggio.

I tre assi di intervento provinciali si integreranno con quelli relativi al capitale umano e alla transnazionalità che saranno di esclusiva programmazione regionale.