Il prezzo dell’energia elettrica per le imprese italiane è il più alto d’Europa, superiore addirittura del 52,6% rispetto alla media dei Paesi Ue. Con il
risultato che nel 2006 gli imprenditori italiani hanno speso in elettricità 5.925 milioni in più dei loro colleghi europei.


E’ quanto emerge da un Rapporto dell’Ufficio Studi di Confartigianato secondo cui, in media, ogni azienda italiana lo scorso anno ha pagato l’energia elettrica 5.932 di euro in più rispetto ad un’azienda europea.

Il divario, prosegue il rapporto, diventa di 7.919 euro all’anno per un’impresa del Nord Ovest, di 6.578 euro all’anno nel Nord Est, di 5.157 euro nel Mezzogiorno e, pur rimanendo rilevante, scende a 4.046 euro nelle regioni del Centro. La classifica delle regioni dove gli imprenditori hanno subito le
differenze di costo più ampie rispetto all’Europa vede al primo posto la Lombardia, con un maggiore esborso annuo di 1.426 milioni, seguita dal Veneto con 663 milioni, dal Piemonte con 585 milioni e dall’Emilia Romagna con 505 milioni. Per
quanto riguarda la graduatoria delle province dove gli imprenditori pagano i costi maggiori rispetto all’Ue, in testa c’è Brescia (+ 354,6 milioni all’anno), Milano (+ 327,1 milioni all’anno) e Torino (+ 219,1 milioni).

Nel triennio 2003-2006 inoltre Confartigianato rivela che i prezzi dell’elettricità in Italia sono saliti del 31% a fronte del 20,9% della media europea. Addirittura maggiore il divario per la classe di consumo delle piccole imprese (50.000 kWh
all’anno): in questo caso la crescita dei prezzi in Italia è stata del 36,7%, contro il 19,0% dell’Ue, con un gap di 17,7 punti percentuali.