Sono 220.000 le persone che entro maggio 2009 riceveranno a casa l’invito a partecipare allo screening per il tumore del colon-retto.
Questo screening, promosso dalla Regione Emilia-Romagna, consiste nel proporre alla popolazione maggiormente a rischio (di età compresa fra 50 e 69 anni) l’esecuzione ogni due anni di un test efficace e semplice per verificare se nelle feci sia presente del sangue non visibile ad occhio nudo, uno dei segni più precoci della presenza di un polipo intestinale o di un tumore del colon-retto.

Nel caso di positività di questo esame, che non significa necessariamente la presenza di una malattia, l’Azienda USL richiama il cittadino per proporgli l’effettuazione di un ulteriore accertamento, solitamente una colonscopia, in grado di individuare l’eventuale presenza di lesioni intestinali cancerose o precancerose.
Grazie a questo programma di prevenzione possono essere individuati ed asportati, oltre alle lesioni cancerose vere e proprie, anche i polipi (più propriamente chiamati adenomi), lesioni precancerose che se non asportate possono trasformarsi, nell’arco di circa 10 anni, in cancro. Aderire allo screening con continuità e regolarità porterà, tra circa 15-20 anni, all’abbattimento della mortalità per questa patologia.

Per promuovere l’adesione allo screening l’Azienda USL di Bologna e l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna hanno predisposto una campagna di comunicazione, Let’s screen, grazie anche al contributo di Alfa Wassermann che prevede diversi strumenti per sensibilizzare la popolazione:
Proiezione in 22 sale cinematografiche bolognesi nei mesi di novembre e dicembre dello spot Let’s screen, tratto dal videoclip.
Distribuzione, da gennaio, in DVD del videoclip Let’s screen, a tutte le donne e agli uomini bolognesi che aderiranno allo screening nei prossimi due anni. Nel DVD saranno contenute anche tutte le informazioni sullo screening, le sue modalità e gli accertamenti. Lo scopo, oltre quello informativo, è di creare interesse sull’argomento attraverso i testimonial che partecipano al video. Assieme a Lucio Dalla hanno partecipato al video infatti molti personaggi di spicco del mondo dello spettacolo e non solo, tra questi Marco Baldini, Alessandro Bergonzoni, Samuele Bersani, Luca Cordero di Montezemolo, Sabrina Ferilli, Fiorello, Enzo Iacchetti, Giovanni Minoli e Alberto Contri.
Un sito web, www.letscreen.org, con informazioni sulle campagne di screening del Servizio Sanitario Nazionale, della Regione Emilia Romagna e delle aziende USL di Bologna e Ospedaliero Universitaria di Bologna.

Un numero verde 800 314 858, attivo dal 1 giugno, a cui rispondono operatori del Centro screening unico fornendo tutte le informazioni sugli screening dell’area metropolitana di Bologna.
La realizzazione di una indagine mediante questionario ad un campione di 200 persone che non hanno aderito al programma nel primo giro di inviti per capire le motivazioni della non adesione e, qualora ne derivassero suggerimenti utili attuare di conseguenza eventuali azioni migliorative rispetto all’organizzazione del programma di screening.
Un progetto di collaborazione con le Farmacie di tutto il territorio, che è in via di definizione, per facilitare ai cittadini l’accesso ad una informazione qualificata e il ritiro dei Kit per eseguire lo screening.

Lo screening salva la vita: parlano i numeri
Avviato in tutta la Regione Emilia Romagna il 21 marzo 2005, lo screening di prevenzione del tumore del colon-retto è da poco giunto al giro di boa dei due anni, e quindi almeno una volta, a Bologna e provincia, tutti i cittadini, maschi e femmine, di età compresa tra i 50 e 69 anni, hanno ricevuto un invito ad effettuare il test di ricerca del sangue occulto fecale.

Dall’inizio del programma di screening alla fine di aprile 2007, le Aziende USL di Bologna e Ospedaliero Universitaria di Bologna hanno invitato circa 230 mila cittadini ad effettuare il test del sangue occulto fecale, con una adesione di 87.938 persone. Oltre il 5% degli aderenti sono risultati positivi all’esame del sangue occulto nelle feci ed invitati ad un colloquio per concordare gli accertamenti necessari, nella maggior parte dei casi una colonscopia.

Il programma di screening ha quindi potuto individuare e trattare 198 tumori maligni del colon retto, mentre gli adenomi o polipi (ossia le lesioni che precedono il cancro) rilevati ed asportati, per lo più endoscopicamente, sono stati 1259. Di questi 958 erano ad alto rischio e considerando che il 25% circa di questi, se non asportati, evolvono verso il cancro, si può dire che lo screening ha permesso di evitare fino ad oggi 240 tumori.
L’Azienda USL e l’Azienda Ospedaliera di Bologna stanno inoltre attivando il programma destinato ai familiari di primo grado delle persone a cui viene diagnosticato un tumore del colon-retto in modo da proporre loro un programma di accertamenti preventivi personalizzato.