Cgil Cisl Uil dell’Emilia-Romagna aprono il confronto sui bilanci preventivi della Regione e degli enti locali e per la prima volta stilano una piattaforma comune sui punti che considerano prioritari.

A cominciare dalla tutela dei redditi fissi, da lavoro e da pensione. Nelle richieste i sindacati fanno tesoro dell’ultima tornata di bilanci degli enti locali, in cui sono state introdotte o aumentate le aliquote Irpef, e sostengono che “bisogna evitare la sovrapposizione di diverse forme di prelievo, che finiscono col pescare nelle stesse tasche: serve dunque una regia tra Regione ed enti locali, per coordinare le scelte sulla fiscalità locale”. I sindacati dicono dunque “no ad ulteriori aumenti delle addizionali Irpef” e rivendicano “di contrattare la destinazione delle risorse derivanti dagli incrementi passati, verso servizi e politiche sociali”
Le rette dei servizi e le tariffe devono rispondere a criteri di equità e vanno regolamentate in modo coordinato a livello regionale, attraverso l’adozione di strumenti omogenei per stabilire la compartecipazione degli utenti alla spesa (utilizzando lo strumento dell’Isee) e per un efficace sistema di controlli.
Anche i prezzi preoccupano Cgil Cisl Uil, a causa degli aumenti ingiustificati dei beni di largo consumo e l’alto costo della vita. Per questo sollecitano l’avvio dell’ Osservatorio regionale sulla dinamica di prezzi e tariffe, già previsto nel protocollo di intesa 2005 tra Regione, Anci, Upi, Unioncamere e rimasto ad oggi lettera morta, anche con l’obiettivo di sperimentare misure di contenimento dei prezzi.
Gli altri punti della piattaforma riguardano la casa e le politiche abitative, le risorse per la non autosufficienza, i nidi, i servizi educativi, l’immigrazione e le politiche di accoglienza.

Infine, le strutture territoriali di Cgil Cisl Uil “potranno adattare le richieste alle rispettive realtà locali per la contrattazione con gli enti locali”.
Per Domenico Tramonti, della segreteria emiliano-romagnola della Cisl “i bilanci di Regione e Comuni sono vere e proprie finanziarie locali e come tali impongono l’impegno confederale, affinché rispondano a criteri di equità e giustizia sociale”. Tramonti ribadisce poi l’opzione sindacale a favore di un federalismo fiscale, in cui “ogni ente locale scelga la priorità di servizi rispondenti ai bisogni primari dei cittadini, attraverso l’esposizione trasparente dei bilanci sociali”.
Anche Franco Andrini, responsabile regionale dei pensionati Cisl, insiste sui vincoli del prelievo locale: “Va destinato a politiche di equità come la compartecipazione al costo dei servizi e la diffusione della tariffa sociale, rinegoziando con i Comuni le addizionali in essere, evitandone l’aggravio e l’introduzione di nuove”. E sul fondo per la non autosufficienza “anche le autonomie locali devono assumersene responsabilità nei bilanci”.