Nel periodo 2001-2006 l’industria alimentare della provincia di Modena è stata caratterizzata da una crescita del fatturato intorno al 3% annuo, con un’accelerazione nel 2006, pari al + 4,5 per cento e un valore che si attesta sui tre miliardi e 852 milioni di euro. Lo afferma la ricerca presentata martedì 18 novembre in un convegno promosso dalla Provincia e dal Comune di Modena sullo stato di salute dell’industria alimentare.

«Pur nella specificità dei diversi comparti produttivi – osserva Palma Costi, assessore provinciale agli Interventi economici – l’indagine evidenzia problematiche trasversali su cui occorre assumere scelte precise per garantire vivacità e solidità al settore, riguardo per esempio il processo di riorganizzazione della produzione, il rapporto stretto che occorre assicurare tra innovazione e tipicità delle produzioni, le difficoltà per i piccoli produttori ad aprirsi a mercati esteri e investire in tecnologia e sicurezza alimentare, alle trasformazioni nel mercato del lavoro che vanno verso una forte terziarizzazione».
«Con questa ricerca – aggiunge Stefano Prampolini, assessore alle Politiche economiche del Comune di Modena – abbiamo voluto studiare a fondo le caratteristiche e le tendenze di un settore chiave della nostra economia per trarne indicazioni utili sulle politiche da attuare per la promozione e valorizzazione delle nostre imprese».
L’incremento del fatturato nel comparto alimentare è stato accompagnato da una crescita più contenuta dell’occupazione stabile, pari a poco più dell’1 per cento annuo che raggiunge attualmente i novemila addetti. Di questi, quasi 7.700 sono in provincia di Modena, mentre la restante parte lavora in stabilimenti localizzati altrove. A questi vanno aggiunti circa 1.700 lavoratori stagionali e altri 1.287 dipendenti di imprese esterne che operano all’interno delle aziende modenesi. Nel complesso l’occupazione attivata dal settore si aggira intorno ai 12 mila addetti e la parte che è cresciuta maggiormente riguarda l’occupazione flessibile connessa all’aumento della terziarizzazione, attraverso appalti a cooperative di lavoro o altre imprese per alcune attività di produzione e di servizio. Alle dinamiche positive del fatturato e dell’occupazione ha corrisposto una diminuzione del numero delle imprese e di unità locali che nel 2006 si attestano sulle 467 unità. La selezione avvenuta nel settore ha coinvolto in particolare le imprese di minori dimensioni ed è legata ai processi di riorganizzazione e di concentrazione in atto da tempo.

Leader nel comparto carni
L’industria alimentare modenese si caratterizza per l’elevata specializzazione nel comparto delle carni e dei prodotti a base di carne nel quale Modena rappresenta la prima provincia italiana per valore delle importazioni e delle esportazioni nazionali. Il comparto carni e salumi, inoltre, concentra oltre la metà degli occupati “stabili” (sono circa 9 mila). Se si considerassero anche i lavoratori di cooperative esterne, gli addetti del comparto raggiungerebbero quasi il 60 per cento dell’occupazione complessiva. Il secondo comparto è rappresentato dal lattiero-caseario, con il 10 per cento di addetti, seguito dalle bevande (9 per cento) e con incidenze minori dalle imprese frutta e ortaggi, lavorazione granaglie e alimentazione animali, aceto, prodotti da forno.

Le dinamiche occupazionali di questi ultimi anni sono state positive per la maggior parte di questi comparti, a eccezione della frutta e ortaggi, bevande e lavorazione granaglie nei quali l’occupazione è diminuita. Anche a livello di fatturato vi sono differenze rilevanti, con un andamento non positivo dei comparti lattiero-caseario, lavorazione granaglie e vino. Le crescite più significative sono state, invece, registrate dai comparti aceto, prodotti da forno e salumi.
Negli ultimi anni, le aziende sotto i dieci addetti sono le uniche a subire una selezione e, pur rappresentando la maggioranza, il loro peso sull’occupazione totale si riduce, attestandosi intorno al 10 per cento. La quota di fatturato sviluppata dalle aziende con più di cento addetti, già maggioritaria, si innalza arrivando al 57 per cento e il peso delle prime cinque imprese per volume d’affari sale di ben sei punti percentuali, superando il 46 per cento del valore della produzione totale. Sono 28 le imprese e unità locali che appartengono a gruppi nel 2005, il 6 per cento circa del totale delle imprese. L’occupazione legata a questi gruppi è cresciuta più vivacemente della media, portando a un incremento del loro peso relativo che, con oltre 4.100 addetti nel 2005, si attesta su una quota di poco inferiore alla metà dell’occupazione del settore.
Una caratteristica che contraddistingue storicamente Modena è la presenza del movimento cooperativo, molto attivo all’interno dell’industria alimentare locale. L’occupazione delle imprese che fa capo a gruppi cooperativi è considerevole e in aumento negli ultimi anni, raggiungendo quasi le 2.000 unità, pari al 47 per cento degli addetti occupati nei gruppi di imprese.