“Selezionare i candidati per le prossime elezioni politiche attraverso una consultazione aperta di tutti i soci fondatori e i sostenitori del Partito
Democratico”. Questa la proposta avanzata ieri sera dal Coordinamento provinciale modenese del Partito Democratico, l’organismo che raccoglie
gli eletti nelle due assembleee costituenti del partito (regionale e nazionale) più alcuni membri di diritto.


Il coordinamento del PD ha approvato un ordine del giorno che giudica “positivamente l’operato del propri rappresentanti nel governo e nel Parlamento” ma allo stesso tempo ritiene “imprescindibile ripristinare quel rapporto fiduciario che in democrazia deve legare elettori ed eletti”. Per questa ragione l’Odg impegna l’esecutivo provinciale a farsi promotore della richiesta di consultazione presso gli organismi dirigenti regionali che dovranno stabilirne le modalità.

“Giudichiamo positivamente l’operato dei nostri rappresentanti nel governo e in parlamento – ha detto il coordinatore provinciale Stefano Bonaccini
nella sua relazione introduttiva al dibattito – ma riteniamo che le candidature potrebbero essere più forti se legittimate da una scelta popolare. I tempi sono strettissimi tuttavia dobbiamo fare il possibile per andare a un’ampia consultazione degli iscritti. Oggi abbiamo tre eletti in Parlamento e tre rappresentanti nella compagine di governo. Io credo – ha detto Bonaccini – che noi potremmo aspirare anche a qualcosa di
più. La scelta di correre da soli è una dimostrazione di coerenza ma non esclude alleanze con chi vuole condividere il nostro programma. E questo vale anche per le giunte locali: a Camposanto, dove si vota ad aprile
verrà riproposta l’attuale alleanza di centrosinistra e in tante altre realtà della provincia non vedo motivo di cambiare alleanze”.

Quella delle elezioni è una partita che possiamo giocare – ha detto Demos Malavasi, capogruppo PD in Provincia – a due condizioni: rafforzare
l’immagine del PD e parlare con la gente. “Dobbiamo dare risposta alla
crescente sfiducia della gente nella politica – ha aggiunto – e fare proposte su alcune questioni fondamentali: costo della vita, salari, lavoro, sanità, servizi”. Anche Malavasi si è detto d’accordo sulla scelta di correre da soli che però non va interpretata come autosufficienza:
“dobbiamo andare con quelli che condividono la nostra proposta riformista”.

Il senatore Giuliano Barbolini ha ripercorso brevemente la vicenda del governo Prodi e ha imputato la caduta di Prodi non a questioni
programmatiche ma “di famiglia e di bottega”. Anche se le ragioni di fondo – secondo Barbolini – vanno ricercate nella legge elettorale e nella
litigiosità della maggioranza definita una “maionese che non stava insieme”. Secondo il senatore del PD bisogna cambiare completamente schema e introdurre elementi di radicale discontinuità. Da questo punto di vista
la scelta di andare da soli alle elezioni è, secondo Barbolini, coraggiosa e innovativa anche se può comportare dei prezzi. In ogni caso – ha
concluso il parlamentare – “la partita si gioca perché ormai è iniziato un altro film”.

“Questa sera si respira un clima buono da rimonta dei fratelli Abbagnale” ha esordito il consigliere regionale Matteo Richetti. “Tuttavia bisogna
essere severi con noi stessi e riconoscere gli errori commessi compreso quello di non essere riusciti a cambiare la legge elettorale. Oggi quel
sistema ci impone di restituire la voce ai cittadini – ha aggiunto Richetti – ma la discussione sulle candidature è partita male, è sbagliato focalizzarsi sui nomi, chiedersi se devono essere confermati. Il tema è un
altro: come si arriva a quelle candidature? A me non interessa il giovanilismo e il rinnovamento a tutti i costi. Voglio però che quei tre nomi siano i più autorevoli possibile”.

Il sindaco di Sassuolo Graziano Pattuzzi ha incentrato il suo intervento sul tema della sicurezza. “La comunità è impaurita – ha detto – e
considera la politica incapace di dare risposte convincenti”. La sicurezza è dunque un tema quindi che deve essere al primo posto nell’agenda
politica del PD. Per quanto riguarda le candidature Pattuzzi ha ribadito il giudizio positivo sui tre parlamentari uscenti. “Hanno lavorato bene –
ha detto – e gli organismi dirigenti del partito non possono prescindere da un giudizio di merito. A suo giudizio sarebbe più importante dedicare
qualche giorno in più alla campagna elettorale e meno tempo a trovare la quadratura del cerchio sulle candidature”.

Secondo Mariangela Bastico, viceministro alla Pubblica Istruzione, “il ritorno del governo Berlusconi sarebbe una mazzata tremenda per il futuro del Paese”. Quindi nella campagna elettorale – ha detto – sarà indispensabile l’impegno di tutti, “dovremo incontrare la gente, andare nei mercati, parlare con tutti”. Bene quindi la scelta di andare a consultazioni aperte per la scelta dei candidati tenendo però conto che
non si tratta di primarie. E ha avvertito che “ci sono equilibri complessivi e vincoli, come quello della rappresentanza di genere o delle istanze dei territori, che vanno rispettati e di cui il partito dovrà tenere conto”.

Secondo Francesco Ori, consigliere provinciale, l’Ordine del giorno approvato dal coordinamento “è il modo giusto per dare risposta al tema delle candidature”. Mentre andare da soli alle elezioni di aprile è un modo per rispondere alla richiesta di cambiamento, per ricostruire un
rapporto di fiducia con la gente. “Occorre fare di tutto – ha concluso – per dimostrare che il PD rappresenta la discontinuità nella politica”.

Nella sua replica Bonaccini ha apprezzato i toni della discussione “bella, ricca, non celebrativa e però carica di ottimismo”. Bonaccini si è detto
convinto che anche stavolta “faremo la migliore cosa possibile”. Modena si presenta già con delle ottime credenziali: in tutta la provincia ci sono
già circa 3mila persone che fanno parte dei coordinamenti di circolo. Qui abbiamo già quello che il ministro Bersani ha definito un partito da
combattimento”.