Non sono valide le multe fatte dai vigili che sono in borghese e fanno le contravvenzioni anche quando non sono in orario di servizio. Lo sottolinea la Cassazione annullando il verbale fatto ad una automobilista di Reggio Emilia multata da un vigile troppo zelante che l’aveva colta in flagrante e non aveva resistito alla tentazione di multarla anche se era il suo giorno libero dal lavoro.

La nullità del verbale fatto dal vigile in borghese era stata dichiarata, il 29 ottobre 2003, dal giudice di pace di Reggio Emilia che aveva dato ragione alla signoro, contestando la contravvenzione del vigile fuori servizio facendo presente che ”gli agenti preposti alla regolazione del traffico, quando operano sulla strada, devono essere visibili a distanza mediante l’uso di appositi capi di vestiario o dell’uniforme”.

Contro il verdetto del giudice di pace ha fatto ricorso, in Cassazione, il comune di Reggio Emilia ma i supremi giudici hanno replicato che ”gli appartenenti alla polizia municipale hanno la qualifica di agenti di polizia giudiziaria soltanto nell’ambito territoriale dell’ente di appartenenza e limitatamente al tempo in cui sono in servizio e ciò a differenza di altri corpi (polizia, carabinieri, guardia di finanza) i cui appartenenti operano su tutto il territorio nazionale e sono sempre in servizio”.

In sostanza, per la Cassazione, la qualifica di agenti di polizia giudiziaria, nel caso dei vigili, ”è subordinata alla limitazione spaziale che i detti agenti si trovino nell’ambito territoriale dell’ente di appartenenza e alla condizione che siano effettivamente in servizio”.
Il vigile che aveva multato la signora era ”in abiti civili e fuori dal servizio di vigilanza e si trovava a bordo della propria autovettura nel flusso del traffico”: la sua multa non vale, ha stabilito la sentenza 5771 degli ‘ermellini’.