Due detenuti potranno svolgere attività di pubblica utilità, non retribuita per due Istituzioni della Provincia come misura alternativa al carcere.
Questo l’oggetto di una convenzione fra la Provincia e il Tribunale di Bologna approvata questa mattina dalla Giunta provinciale, con la quale l’Amministrazione si candida a sperimentare quanto previsto dalle recenti
riforme legislative (Decreto Legislativo 274 del 28 agosto 2000; Legge 49 del 21 febbraio 2006).

Tali norme prevedono che, su richiesta
dell’imputato, il giudice di pace e il giudice monocratico possano sostituire le pene detentive e pecuniarie con la pena del lavoro di
pubblica utilità da svolgere in attività non retribuita per lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni e Enti di assistenza sociale e volontariato.

In particolare, la convenzione approvata questa mattina, permette l’inserimento di due persone per un massimo di sei mesi ciascuna; l’una all’Istituto “Gian Franco Minguzzi” con compiti di supporto amministrativo e organizzativo, l’altra all’Istituzione Villa Smeraldi per attività di supporto alla manutenzione del verde.
La sperimentazione, che avrà la durata di un anno, non comporta oneri finanziari a carico della Provincia che si impegna a predisporre le misure necessarie per tutelare l’integrità fisica e morale dei condannati, curando che l’attività sia prestata in modo regolare e senza violazione degli obblighi del condannato.