Grossi Tir sospesi dalla circolazione a causa di freni malfunzionanti, altri autocarri rinviati alla revisione per i motivi più diversi; sanzioni per pneumatici troppo usurati, per sovraccarico, per eccesso di velocità e irregolarità nei tempi di guida. Ma nessun conducente è risultato positivo a stupefacenti e alcolici.

La vigilia dell’ultimo controllo in programma (martedì 16 dicembre, sulle strade del distretto di Sassuolo) è l’occasione per fare un primo bilancio della campagna di verifiche sull’efficienza dei mezzi pesanti e sul rispetto delle normative del Codice della strada da parte dei loro conducenti promossa dalla Provincia di Modena nell’ambito di un progetto dell’Inail regionale e dell’Osservatorio regionale sulla sicurezza stradale.
Alla campagna hanno collaborato Polizia stradale e Motorizzazione civile di Modena, con il supporto della Croce Rossa e del dipartimento di Scienze e sanità pubblica dell’Università di Modena e Reggio Emilia, per «un progetto innovativo – come spiega Maurizio Guaitoli, assessore provinciale alle Politiche sociali – i cui risultati serviranno a promuovere ulteriori interventi di prevenzione sulla sicurezza stradale».
Sono 160 tra autotreni, autoarticolati e autocarri i veicoli commerciali, italiani e stranieri, controllati nell’ambito della campagna dalla Polstrada in diverse località della provincia tra le quali Sassuolo, Pavullo, Mirandola e l’area di parcheggio Calvetro sull’autostrada. Mentre su 47 conducenti sono stati realizzati ulteriori approfondimenti a cura dell’Università.
Nell’ambito dei controlli sono state contestate 177 infrazioni per alterazione o non funzionamento delle caratteristiche tecniche dei veicoli; 34 per violazione della disciplina sui tempi di guida e di riposo dei conducenti; una sola violazione per cronotachigrafo non funzionante e dieci per irregolarità nella compilazione dei fogli di registrazione cronotachigrafo, oltre a diverse altre violazioni a norme di comportamento imposte dal Codice della strada.
«Questo tipo di campagna – sottolineano gli operatori – è particolarmente efficace per l’effetto di deterrenza che esercita: la contemporanea presenza ai controlli di più istituzioni, infatti, ha colpito notevolmente l’attenzione dei conducenti determinando quindi un buon risultato anche per quello che riguarda la prevenzione».

I dati sull’Autotrasporto
In otto anni, dal 2001 a oggi (fino a settembre incluso), sono 181 le vittime di incidenti stradali che hanno visto coinvolto almeno un mezzo pesante. Gli incidenti mortali che coinvolgono mezzi pesanti sono però in calo: infatti nei primi nove mesi del 2008 se ne sono registrati 7 (di cui 3 in autostrada), contro gli oltre 20 di media negli anni precedenti.
I dati che fotografano la realtà modenese sono quelli dell’Osservatorio provinciale sulla sicurezza stradale che indica che sei su dieci incidenti di questo tipo avvengono in ambito urbano, il 26 per cento in ambito extraurbano e il 14 per cento in autostrada. Quelli in autostrada, però, sono gli incidenti mediamente più gravi con un terzo dei decessi totali. In ambito extraurbano si registra il 36 per cento delle vittime, il 30 per cento in ambito urbano.
Il distretto più colpito dal fenomeno è quello del capoluogo, con 730 incidenti (605 escludendo le autostrade) nel periodo 2005-2008 (fino ad aprile). Segue il distretto di Carpi con 413 incidenti (327 escludendo le autostrade). Il maggior numero di morti si verifica ancora nel distretto di Modena (15, di cui 7 in autostrada) e in quello di Castelfranco (15, di cui 8 in autostrada), ma escludendo le autostrade è il distretto di Mirandola, con nove vittime, a presentare la mortalità più elevata.
Gli incidenti che coinvolgono mezzi pesanti si verificano soprattutto di giorno (1667 contro i 205 delle ore notturne), ma di notte sono mediamente più gravi (circa un morto ogni 12 incidenti, contro uno ogni 30 di quelli che avvengono nelle ore diurne). Nelle ore diurne gli orari in cui si sono verificati più incidenti mortali, sempre tra il 2005 e il 2008, sono la fascia mattutina dalle 7 alle 9 (11 morti), tra le 11 e mezzogiorno (sei morti) e l’orario del dopo-pranzo (12 morti tra le 13 e le 15).
Gli incidenti nei quali è coinvolto almeno un mezzo pesante sono per la maggior parte tamponamenti, all’origine di 691 incidenti con 1016 feriti e 26 morti.

Camionisti in buona salute ma in sovrappeso
Complessivamente le condizioni di salute dei camionisti sono risultate buone, anche se non mancano alcune criticità. Lo dice una rilevazione tra gli autotrasportatori effettuata dall’Università di Modena e Reggio Emilia, dipartimento di Scienze di sanità pubblica, che ha l’obiettivo di studiare i “fattori umani” a cui sono attribuiti oltre l’80 per cento degli incidenti stradali.
Il “campione” preso in esame è di 47 conducenti, con un’età media di 42 anni. Fra questi sono stati raccolti una serie di informazioni sulle variabili fisiopatologiche (come peso, pressione arteriosa), abitudini voluttuarie (fumo e alcol), ore di guida e di lavoro, disturbi del sonno, apnee notturne, abitudini alimentari.
Del campione esaminato solo sette soggetti hanno riferito di essere ipertesi in terapia farmacologica e due di avere il diabete. Al 50 per cento degli intervistati è stato possibile misurare la pressione arteriosa sul posto.
Di un certo rilievo è risultata, a conferma di altre indagini condotte su autotrasportatori, la quota dei soggetti in sovrappeso e obesi: infatti dei 47 conducenti esaminati il 23 per cento è risultato normopeso, il 57 per cento in sovrappeso e il 19 per cento classificato come obeso.
Per quanto riguarda le abitudini alimentari, come prevedibile, il 73 per cento ha riferito di consumare abitualmente i pasti fuori casa, prevalentemente in trattorie. Il 40 per cento consuma normalmente vino, mentre pochi sono i soggetti che consumano birra e superalcolici. La quota di soggetti che fuma è risultata pari al 41,7 per cento.
Le ore di guida dichiarate sono in media pari a sei ore e trenta minuti, con un minimo di due e un massimo di 11 ore. Anche se una quota (l’11 per cento) afferma di guidare abitualmente più di nove ore, limite che, secondo la normativa vigente, può essere superato solo occasionalmente.
Per quanto riguarda il sonno, il 10 per cento riferisce di avere apnee notturne, patologia che accresce il rischio di andare incontro a colpi di sonno.
«Concludendo – dicono gli esperti dell’Università – i dati sui conducenti non evidenziano un quadro preoccupante sotto il profilo della sicurezza alla guida, ma sarebbe comunque interessante estendere i controlli a un campione più numeroso di soggetti».