Lo sgombero di stamani di Via Circonvallazione 189 ci fa ancora una volta annunciare come il nostro programma del 2004 fosse valido e fondato, visto che fummo gli unici a proporre questa drastica misura.

Di certo a Sassuolo non ci sarebbe bisogno di atti di forza (che pure allo stato sono dovuti) se il Comune ci avesse dato retta già dieci ani fa, quando si cominciavano drammaticamente a presentare le avvisaglie di quanto oggi si cerca faticosamente (e con enormi spese per la comunità) di sanare tardivamente.
Nuovi ghetti, frutto di miopi politiche urbanistiche, sono già nati in città: per non procedere a nuovi futuri sgomberi occorrerà voltare pagina con le costruzioni-alveare nelle periferie e ripensare in modo più vivibile l’assetto della nostra città dal punto di vista abitativo.
Nel frattempo gli islamici, non rispettando come sempre gli accordi assunti, hanno già occupato l’immobile che era stato loro “vietato” – ma solo a parole – dal Comune.
Questo la dice lunga circa la volontà di questa gente di confrontarsi democraticamente con le autorità preposte e con la cittadinanza sassolese.
Il Comune tenga alta la guardia sulla questione; di certo lo faremo noi dell’opposizione, perché Sassuolo ha già dato ed è ora che quello che è diventato un vero e proprio problema sociale venga sottoposto alla volontà della gente.
Se la moschea rimarrà in Via San Giacomo, siamo pronti a presentare un referendum comunale, affinché siano proprio i sassolesi a decidere che Sassuolo in questo momento storico ha bisogno di tutto tranne che di moschee.

Luca Caselli (PdL)