”La strumentazione adottata è duttile e flessibile. Per cui a un periodo di Cig ordinaria può succedere, se le istituzioni e le parti sociali lo condividono, un ulteriore periodo di cassa integrazione”. Ha tenuto a chiarirlo il ministro del lavoro Maurizio Sacconi rispondendo in questo modo al termine del direttivo di Unindustria a Bologna a cui hanno partecipato circa 150 imprenditori ad una richiesta specifica venuta dalle aziende.


Sacconi ha spiegato che si tratta di una ”cig non meglio definita che può valere per esigenze sia ordinarie sia straordinarie o speciali ma è comunque un ammortizzatore che mantiene o integra il reddito mantenendo al contempo il rapporto di lavoro”.

Quanto ai contratti di solidarietà, Sacconi ha osservato ”che hanno un fondino che ne sostiene gli oneri e saranno sostenuti in via amministrativa, non in via legislativa, attraverso uno spostamento di fondi del Ministero”.

Bisogna evitare che la ‘locomotiva’ si fermi, che le imprese ‘campionesse’ in innovazione, che si sono conquistate importanti fette di mercato estero finiscano in ginocchio, perchè sarebbe un danno consolidato per il paese. Ad affermarlo il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che oggi, nella sede di Unindustria, dichiara di “condividere la preoccupazione” espressa dal presidente di Confindustria dell’Emilia Romagna, Anna Maria Artoni, circa il rischio che la locomotiva rappresentata dalle aziende della regione e del nord si fermi e non faccia più da traino al resto del paese.
“In questi anni abbiamo avuto – ricorda Marcegaglia – un processo importante di miglioramento delle nostre imprese: hanno investito, si sono internazionalizzate, hanno aumentato le loro quote di mercato e dunque la loro capacità di esportazione e sono riuscite ad andare avanti e a crescere. Oggi la crisi globale sta proprio mettendo in ginocchio queste imprese, cioè le aziende ‘campionesse’ nella capacità di crescita. E’ evidente che l’Emilia Romagna essendo molto vocata all’export, soffre forse più di altre regioni. Del resto la crisi colpisce soprattutto l’industria manifatturiera del Nord”.

Secondo il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, sul fronte della crisi economica in atto “qualche segnale di miglioramento entro la fine dell’anno è possibile”. Durante una conferenza stampa al termine di un incontro con gli industriali di Bologna, il leader degli industriali ha spiegato che fare previsioni è praticamente impossibile ma segnali positivi, se pur deboli, potrebbero venire fuori dal “miglioramento della congiuntura economica in Cina” per quanto riguarda la ripresa degli ordini dell’acciaio e del commercio delle materie prime. Quindi, grazie a qualche segnale di miglioramento “anche se molto debole in Stati come la Cina, il Brasile e il Messico” ci potrà essere “un pò di ripresa”.

“Se la Cina – ha continuato Marcegaglia – cresce dell’8 o del 9% anche quest’anno, allora, questo potrebbe dare un pò d’aiuto alla congiuntura mondiale. E’ un auspicio con qualche segnale debole positivo”.
Il presidente di Confindustria ha poi sottolineato che “la vera soluzione alla crisi economica non può che venire da un ristabilirsi delle regole normali e da un funzionamento normale dei mercati finanziari”.