Il Consiglio comunale di Carpi di ieri, giovedì 26 marzo, si è aperto alla città per discutere della crisi economica, ascoltare le analisi e le proposte delle parti sociali e presentare le azioni dell’ente locale. Una ventina gli intervenuti, tra rappresentanti dei sindacati e delle associazioni imprenditoriali, membri della Giunta e consiglieri comunali.

L’assessore alle Politiche economiche Alberto Allegretti ha ricordato aprendo la seduta il Fondo rotativo di garanzia per l’accesso al credito delle imprese che presto dovrebbe disporre per i quattro comuni del distretto carpigiano di 150 mila euro e come si stiano definendo con il sindacato possibili aggiornamenti dell’Ise per rideterminare rette e tariffe per chi ha problemi occupazionali.

“Ma il Patto di Stabilità limita del 50% – ha detto – le nostre possibilità di investimento”. Adamo Neri di Confindustria ha ricordato poi come le aziende di Carpi stiano facendo sforzi notevoli per resistere alla congiuntura sfavorevole, che richiede unità d’intenti tra tutti i soggetti interessati. Massimo Fontanarosa (Confcommercio) ha invece richiesto rateizzazioni Ici e riduzione della tariffa rifiuti e Cosap, criticando i ritardi nell’avvio del Fondo rotativo di garanzia. Claudio Saraceni (Cna) ha ricordato che a gennaio 2009 rispetto al mese precedente a Carpi risultano esserci 290 disoccupati in più, che si è manifestato un drastico calo degli ordini, l’aumento degli insoluti e un allungamento dei tempi di pagamento.

“Necessarie formazione, internazionalizzazione, meno burocrazia amministrativa. E gli enti locali diano corso a programmi per la realizzazione di opere pubbliche, manutenzioni e ristrutturazioni, tali da creare nuove opportunità di lavoro. Bisogna infine – ha detto – trovare modi e strumenti per incentivare e facilitare l’avvio di imprese giovani. Il saldo tra nuove aperture e cessazioni nei primi due mesi del 2009 è di meno 77”.

Roberto Giardiello della Cisl ha ricordato come siano 1500 i lavoratori coinvolti in situazioni di sofferenza lavorativa, ha citato il caso della Lepel che ha avviato contratti di solidarietà per non licenziare 70 maestranze come una strada da seguire, e sottolineato come siano da mettere in campo tutti gli interventi possibili per sostenere il reddito dei lavoratori. Daniele Cavazza di Confesercenti dal canto suo ha tracciato un quadro internazionale e nazionale della situazione economica spiegando come sarebbe necessario un progetto di marketing territoriale per rilanciare la competitività del nostro territorio, nei campi della mobilità, della formazione professionale, dell’innovazione. Bruno Barletta (Lapam) è intervenuto per dire come non ci sia rassegnazione nel settore moda nonostante la congiuntura negativa che raggiungerà il suo apice a cavallo dell’estate o subito dopo. Barletta, come peraltro hanno fatto praticamente tutti gli intervenuti prima e dopo di lui, ha ricordato il difficile rapporto tra imprese e istituti di credito “che vanno convinti a riaprire i rubinetti in fretta”, ha trattato i provvedimenti annunciati dal ministro Scajola per sostenere le imprese, concludendo il suo discorso criticando lo scarso sostegno della Regione, la mancata convocazione del Tavolo istituzionale della Moda da settembre, e proponendo una sorta di nuovo patto tra aziende committenti e terzisti. “E per valorizzare la produzione italiana potrebbe essere utile arrivare all’introduzione del marchio volontario Made in Italy 100%, una normativa bloccata dalla lobby delle grendi imprese”.

Nicola Marino della Pastorale sociale del Lavoro ha spiegato come la crisi abbia implicazioni anche etiche e ricadute sociali pesanti, ad esempio sull’aumento degli utenti che si rivolgono a Porta Aperta. “La solidarietà impone gesti concreti, un lavoro comune per soluzioni condivise”. Andrea Aldrovandi della Coldiretti ha invece proposto all’attenzione del Consiglio la situazione dell’agricoltura, che potrebbe qui essere aiutata grazie alla valorizzazione delle produzioni locali e con acquisti mirati da parte degli enti locali. Il rappresentante della Cgil Olinto Artioli ha poi ribadito come un lavoratore su tre a Carpi non abbia accesso agli ammortizzatori sociali tradizionali e come dal Governo non siano arrivati nuovi fondi. “Si possono tassare i ricchi, le rendite finanziarie e sforare sul debito, e meno male che c’è il salvagente delle pensioni…”.
L’imprenditore artigiano Bruno Pompeo ha ricordato anch’egli le difficoltà delle microimprese con le banche chiedendo ad esse una moratoria dei pagamenti di almeno sei mesi e magari il blocco dei pagamenti dell’acconto 2008 e dei contributi Inps. Roberto Andreoli, capogruppo di Forza Italia, ha poi aperto la serie degli interventi dei rappresentanti dei cittadini sottolineando alcune notizie positive della giornata economica e citando i vari interventi del Governo Berlusconi per l’economia e le imprese. “Le azioni dobbiamo cercarle sul territorio locale se altri soggetti non danno risposte. Dobbiamo ad esempio portare qui i compratori del tessile valorizzando il Palazzo dei Pio, il Comune deve essere più efficiente e non deve frenare chi è sul mercato o vuole entrarci, le imprese metalmeccaniche possono unirsi al momento di promuoversi commercialmente. E i soldi l’ente locale li può trovare, pensiamo a quanto costano al Municipio i prestiti della Biblioteca…”.
Intervenuta a seguire anche la consigliera Daniela Depietri (Pd) (“Non togliere le regole ma semplificare la burocrazia, questo è un pensiero molto saggio e innovativo. Il Governo non agisce contro la crisi, gli enti locali avviino cantieri per tutelare le imprese diffuse e si sostenga il lavoro femminile”) mentre Massimo Valentini (Rc) ha dato una propria interpretazione della crisi attuale (“sovrapproduzione di capitale e sbilanciamento dei redditi hanno creato la bolla finanziaria: senza lo Stato il mercato è rapina di risorse e liberismo selvaggio”) proponendo infine di usare l’Avanzo di bilancio di 2,6 milioni di euro del Comune per interventi di emergenza a favore di chi ha perso il posto di lavoro. Graziano Malaguti (Pd) ha trattato in particolare di scenari finanziari, esternando le proprie preoccupazioni per quello che riguarda i rapporti con le banche e i Confidi.

“Sono necessarie soluzioni straordinarie, dobbiamo ragionare come una piattaforma produttiva emiliana per trovare risposte insieme, riscrivendo un patto sociale. Propongo un incubatore per le nuove imprese e residenze sociali con affitti a prezzi calmierati”. E se Francesca Cocozza (Pd) ha criticato nel suo intervento l’inazione del Governo che delinea un paese virtuale contrapposto a quello reale Marcello Savino (Verdi) ha anch’esso criticato Roma.

“E’compito del Governo mettere in campo strumenti effettivi e reali in situazioni di emergenza nazionale, magari trovando un accordo con egli istituti di credito e copiando accordi come quello firmato pochi giorni fa da tre primarie banche e dalla Provincia di Modena. E sul Piano casa invece dico che bisogna avviare un nuovo modello di sviluppo – ha concluso – per promuovere e sostenere il risparmio energetico e l’uso delle energie rinnovabili nell’edilizia, serve un pannello solare su ogni tetto”. Davide Dalle Ave (Pd) ha ribadito come la politica deve guardare al medio-lungo termine nella sua azione concreta mentre l’assessore Allegretti ha chiarito che l’Avanzo di cui ha parlato Valentini è quello del 2007 “e accantonato per fare fronte ai minori introiti soprattutto da Ici e oneri di urbanizzazione. Comunque sarebbe vincolato al 60% per gli investimenti. L’avanzo 2008 è stato in realtà di 26 mila euro…”.

L’assessore alle Politiche sociali Cinzia Caruso ha infine sottolineato come siano aumentate le richieste dei cittadini da qualche mese a questa parte. “16100 accessi a Nemo nel 2008, nei primi due mesi di quest’anno siamo ad un più 20% su dodici mesi fa e sono triplicate le famiglie che chiedono contributi economici nello stesso periodo. Gli stessi assegni di cura per gli anziani – ha detto – si stanno trasformando in un sostegno alle famiglie. Siamo vittime anche noi del Piano di Stabilità: la sopraelevazione della casa protetta Carpine è infatti bloccata…”
Il Sindaco di Carpi Enrico Campedelli ha ringraziato al termine del dibattito gli intervenuti. “Essendo questa una crisi economica mondiale le risposte devono arrivare su livelli diversi, Governi europei – ha ricordato – sono già intervenuti pesantemente, il Governo italiano invece non ha ancora avviato percorsi seri e concreti a sostegno della piccola e media impresa che rappresenta l’asse portante dell’economia nazionale e delle famiglie. Da parte nostra invece sono aumentate le misure a favore dei nuclei famigliari e, per quanto ci compete, alle imprese, rafforzando gli strumenti sociali ed i sostegni ai Consorzi fidi. Ritengo inoltre si debba agire su ogni leva possibile, formazione, sostegno all’internazionalizzazione delle imprese, dare gambe a ciò che è previsto nel protocollo anticrisi della Provincia sottoscritto anche dal nostro Comune per creare le condizioni di aggredire la crisi e soprattutto di potere ripartire bene una volta superata questa situazione di difficoltà. In questo contesto credo che investire sul progetto dei poli tecnologici della regione, sul progetto della Fondazione Cassa di Risparmio del Campus della moda e continuare nel rilancio del turismo culturale cosi come abbiamo già fatto possa rafforzare le politiche in questo senso. Altra questione è quella di lavorare affinché il Governo cancelli i limiti del Patto di stabilità che vieta a tutti gli enti locali di fare investimenti – ha concluso – Se non partono gli investimenti pubblici il paese intero si ferma”.