Mentre l’Osservatorio Geofisico Universitario di Modena fa sapere che era dal 1960 che non capitava che cadesse acqua per 53 giorni sui 120 dei primi quattro mesi dell’anno, il Consorzio di Burana spiega che ha dovuto tenere impegnati i propri tecnici tutta la notte per attivare le manovre anti-inondazione in particolare nell’area del bondenese e della bassa modenese.

“Si sta verificando un fatto straordinario, purtroppo in negativo: una concomitanza tra la piena di Po e la piena interna di bonifica che aggrava enormemente la situazione afferma il direttore del Consorzio di Burana Gianni Chiarelli. – Le zone di pianura della bassa modenese e del bondenese in cui operiamo sono un vero e proprio catino perimetrato da 3 fiumi, Po, Secchia e Panaro. Fiumi che sono eccezionalmente tutti e tre in piena e che rendono difficoltoso al “catino Burana-Volano” di trovare una via di scarico. Si tratta dunque di una situazione straordinaria, di grande impegno, che ci pone in continuo collegamento con i tecnici della Regione Emilia-Romagna e che vede il nostro personale reperibile 24 ore su 24 in stato di allerta”.

Il Burana ha dunque dovuto attivarsi per scongiurare il rischio di esondazioni. Sono stati soprattutto i terreni più bassi a richiedere l’intervento dell’Ente, dato che non hanno la capacità di reggere carichi d’acqua come quelli cui si sta assistendo, accanto a canali troppo colmi per sopportare altra pioggia.
Chiarelli prosegue: “a Stellata di Bondeno i tecnici di Pilastresi sono impegnati senza sosta in ronde per il controllo delle arginature delle chiaviche nuove e vecchie. L’Impianto Pilastresi è pronto a entrare in funzione a supporto dello scarico dei 35 mc/sec che avviene tramite la Botte Napoleonica. Sopra quota 8 s.l.m in Po alle Pilastresi sono inoltre stati fatti invasi straordinari per contrastare la spinta esercitata dalle acque di Po sulle nostre infrastrutture, in particolare su tutto il Nodo Pilastresi e all’impianto Sabbioncello. Stiamo inoltre collaborando con il Consorzio mantovano per lo smaltimento della piena limitatamente alla portata che siamo in grado di supportare senza pregiudicare la sicurezza della nostra area di pertinenza. Le pompe degli impianti di supporto a Pilastresi, Moretta e Cipollette di Bondeno (rispettivamente in destra e sinistra idraulica del Canale Collettore di Burana), ieri sono entrate in funzione a servizio di due aree depresse che, se non scolate meccanicamente, in periodi come questo verrebbero allagate.
Dalle 8 di stamattina si sono azionate le pompe dell’Impianto S. Bianca di Bondeno, che in queste ore sta scaricando nel fiume Panaro circa 15 mc/sec per drenare le acque che hanno pesantemente interessato i territori di alta pianura modenese. L’Impianto S. Bianca, in particolare, evita che si allaghino le terre attraversate dal canale Diversivo: questo canale, infatti, specie nell’ultimo tratto, scorre sopraelevato rispetto ai campi rappresentando dunque un pericolo in periodi di piogge intense come questo”.

Purtroppo, fanno sapere dal Burana, la piena del Po ha un’altra importante ripercussione negativa: compromette le opere provvisionali per la costruzione del nuovo Impianto Sussidiario Pilastresi che, seppure con finalità lontane dal momento attuale (pescare acqua in periodi di magra del fiume Po), è in via di cantierazione dopo aver subito già diversi allagamenti. E dato che le alternanze tra piogge intense e siccità sono sempre più frequenti, un impianto anti-siccità come il Sussidiario 2 di Pilastresi, in un’ottica di lungo periodo è strategico.