Scatta il gran caldo e gli italiani approfittano di questi giorni di canicola anticipata per riversarsi sulle coste e in montagna, alla ricerca dell’agognata tintarella e di un po’ di relax. Ma sulle spiagge e in campagna, tra boschi e pineti, aleggia il rischio di ‘incontri ravvicinati’ con vipere, meduse, ragni, calabroni, scorfani, vespe e quant’altro. Basta una puntura o un morso per rovinare un momento di relax al mare o in montagna: ecco allora poche e semplici regole per cavarsi d’impaccio senza troppe difficoltà e paure.

Contro le vipere la miglior difesa è il rumore. Bisogna ‘avvertire’ del proprio passaggio, battendo il terreno con un bastone o con le scarpe: la vipera, infatti, ha paura dell’uomo e morde soltanto se viene avvicinata o calpestata. In caso di morso, prima di tutto occorre non farsi prendere dal panico: i casi mortali sono infatti molto rari. Occorre subito incidere la ferita, disinfettarla e succhiare il veleno, accertandosi di non avere ferite in bocca. Il rimedio ideale resta il siero, che va iniettato per metà a monte della ferita e per metà in quattro o cinque punti attorno. Gli esperti consigliano di evitare di affaticarsi, altrimenti il veleno iniettato entra in circolo più rapidamente, inoltre sarebbe preferibile non bere alcolici dopo esser stati morsi e tenere il corpo al caldo, per esempio avvolgendosi in una coperta.

Vipere, ma non solo. Anche il morso di un ragno può essere ad alto rischio, addirittura mortale. Soprattutto se si tratta del ragno di Volterra, tipico degli ambienti aridi e assolati. E’ nero e ha 13 puntini rossi che lo rendono facilmente identificabile. Se si viene morsi, il primo sintomo che si avverte è il tremore: occorre andare subito dal medico che in genere somministra farmaci a base di gluconato di calcio e solfato di magnesio. In attesa del suo arrivo, si può applicare ghiaccio.
Molto spiacevoli possono essere gli ‘incontri’ con api e vespe, meno pericolosi ma in grado di provocare punture molto dolorose. In questo caso gli esperti consigliano di adottare la tecnica del ‘fai da te’, estraendo il pungiglione e applicando ghiaccio sulla parte colpita. L’ape più pericolosa è la ‘mellifica’, le cui punture, in persone particolarmente sensibili, possono addirittura provocare uno shock anafilattico. In questo caso, chiaramente, occorre andare al pronto soccorso. In Italia la vespa più grande in cui è facile imbattersi è il calabrone: il rimedio alle sue punture, purtroppo spesso dolorosissime, è di estrarre il pungiglione e poi spalmare pomate antiallergiche e antistaminiche. C’è poi un insetto piccolissimo, al massimo raggiunge i tre millimetri, molto simile a una zanzara: è il pappatacio, la cui puntura può provocare anche malattie virali, come la ‘febbre del pappatacio’, e cutanee, come la leishmaniosi. Innocua è invece la mosca cavallina che abita di preferenza le zone rurali frequentate da animali da allevamento. L’unico inconveniente è che la sua puntura è abbastanza dolorosa.

Niente timore invece se ci si imbatte in un pipistrello: in Europa si nutrono soltanto di insetti, ignorando completamente la presenza dell’uomo.
Come comportarsi, invece, se si incontra un serpente? Innanzitutto, è bene sapere che ad eccezione delle vipere la maggior parte di questi animali non è affatto velenosa. E tende l’agguato solo alle prede e non all’uomo. Una delle tattiche migliori è far finta di niente: sangue freddo, quindi, per chi è in grado di averne.
Chi invece si appresta ad affrontare i primi bagni, oltre alla temuta ‘prova costume’ deve tenere in conto che incontri ‘spiacevoli’ possono avvenire anche tra le onde. Urtare una medusa provoca infiammazioni, con successiva comparsa di bolle e rossore. Per rimediare, basta spalmare pomate antistaminiche, ma anche semplice ammoniaca. Di aculei velenosi sono invece dotate le tracine, gli scorfani, il pesce lucerna (detto anche ‘pesce prete’) e i trigoni. Si tratta di specie che in genere vivono sul fondo del mare e non è raro incontrarli anche a pochi passi dalla riva, nascosti sotto la sabbia dove è quasi impossibile accorgersi della loro presenza. Il veleno che inoculano è termolabile, viene cioè neutralizzato dal calore. Impacchi molto caldi con la sabbia o l’acqua bollente sono i rimedi più classici. Per calmare il dolore, spesso molto forte, esistono invece pomate antistaminiche e anestetiche.

Fonte: Adnkronos