C’erano quasi cento persone all’iniziativa dello Spi/Cgil di venerdì scorso 29 maggio sul Testamento biologico al Circolo Anziani XXII Aprile. La piccola sala si è man mano riempita di gente (alcuni sono rimasti in piedi tutto il tempo): tanti i nostri pensionati iscritti SPI, ma anche tante “facce nuove” di donne e uomini interessati a queste problematiche.


La voglia, la necessità di capire, è diffusa e perciò la proposta di dibattito ha centrato un bisogno reale, che coinvolge l’esperienza di
ciascuno. Le persone sentono di voler dire la loro quando sarà il momento: si tratta della non autosufficienza e oltre; del come ogni cittadino dovrà e vorrà affrontare la fase ultima della propria vita.
Ne abbiamo discusso con un dirigente medico dell’ASL, il dottor Paolo Trande, con l’avvocato Maria Grazia Scacchetti che – prima in Italia – ha
patrocinato e ottenuto dal Giudice Tutelare il riconoscimento della nomina “dell’Amministratore di Sostegno”.
Dopo le loro introduzioni al tema, tanti gli interventi più che le domande specifiche.
La drammatica vicenda della famiglia Englaro, accentuata da una spregiudicata campagna mediatica, ha lasciato una ferita aperta e tantissime preoccupazioni per la reale affermazione del diritto individuale alla autodeterminazione nelle scelte più personali che riguardano il destino della propria vita.
La nostra Costituzione democratica garantisce questo diritto inalienabile alla cura ed alla scelta consapevole ed informata del cittadino.
Una destra rissosa ed una Chiesa distante dalle sofferenze, pretendono di impedire questa libera scelta, di imporre una scelta di Stato e
confessionale che affosserebbe il dettato costituzionale.
Tante donne e uomini hanno preso la parola. Ognuno ha portato esempi personali, il caso di un parente o di un conoscente da cui partire per dire
che in uno stato civile e libero, nessuno potrebbe “decidere al mio posto”.
Poi – ha chiesto Rosanna – perché nessun ministro del Governo o della Chiesa si scandalizza o organizza tifoserie scalmanate in Parlamento o davanti alle cliniche ove da sempre, tanti cittadini che si dichiarano
Testimoni di Geova, si vedono riconosciuto il loro legittimo (ma criticabile) rifiuto per certi interventi sanitari?
Anche questo è un argomento che fa breccia e fa riflettere sulla strumentalità e la portata devastante dell’attacco che è in atto sul
Testamento biologico.
Un pomeriggio denso e lungo di appassionata partecipazione, concluso dalle considerazioni lucide e puntuali di Riccardo Terzi, segretario nazionale dello SPI, che indica una linea di forte e rigoroso impegno sui diritti: dalla assistenza, alla cura, alla tutela delle non autosufficienze, alla libera determinazione delle persone.
La giornata si è chiusa con la notizia che a Pavullo il Consiglio Comunale ha approvato – uno dei primi in Italia – la definizione di un “Registro per le dichiarazioni anticipate di volontà sui trattamenti sanitari nel fine vita, o testamento biologico “. Una buona notizia. Ora però serve una buona legge e non il pasticcio regressivo di cui discute il Senato.

(Franco Zavatti, segretario provinciale sindacato Pensionati Spi/Cgil Modena)