sanitaIn  merito ai contenuti ed alle dichiarazioni rese dal prof. Massimo Federico nel corso della conferenza stampa indetta venerdì 24 luglio, la Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena ritiene doveroso fornire alcuni chiarimenti utili a comprendere la natura di alcune affermazioni, che potrebbero suscitare un ingiustificato allarme tra le donne utenti del Servizio Sanitario Regionale.

L’attività di genetica oncologica per i tumori eredo-familiari della mammella e dell’ovaio, di cui l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena è punto di riferimento regionale, è in capo al LabGen, diretto dal prof. Sebastiano Calandra, un laboratorio universitario del quale ci si avvale per tutte le prestazioni che può rendere e col quale è stata instaurata una specifica convenzione tra il Policlinico e l’Ateneo.

Il Centro per lo studio dei tumori familiari della mammella e dell’ovaio, di cui è responsabile il prof. Massimo Federico, si occupa – invece – “di effettuare una corretta gestione delle famiglie in cui sia presente una storia familiare o ereditaria di tumore della mammella e/o ovaio” col compito di “valutare il grado di famigliarità od ereditarietà presentata e predisporre adeguati programmi di sorveglianza e/o prevenzione”. Lo studio è inserito nell’ambito delle tante attività che fanno capo alla Struttura Complessa di Oncologia, diretta dal prof. PierFranco Conte, che comprende l’Ambulatorio “prime visite”, l’Ambulatorio di follow-up, l’Ambulatorio di ricerca clinica, l’Ambulatorio di terapie cellulari, il Laboratorio di Biologia cellulare e Terapie oncologiche avanzate, oltre naturalmente alla ordinaria attività di assistenza e day-hospital quotidianamente svolte dalla clinica.

Il Centro per lo studio dei tumori familiari della mammella e dell’ovaio opera, dunque, all’interno di un programma dipartimentale denominatoEpidemiologia, prevenzione e trials clinici con particolare riferimento ai linfomi e ai tumori ereditari della mammella e dell’ovaio”.

Con la sospensione dell’attività del Centro diretto dal prof. Massimo Federico – dal punto di vista assistenziale e clinico per le utenti modenesi – nulla cambia.

La decisione di sospendere l’attività del Centro per lo studio dei tumori familiari della mammella e dell’ovaio riguarda un segmento ridotto della molto più ampia attività sostenuta dal medici e dal personale della Struttura Complessa di Oncologia, che dall’inizio del 2008 ha istituito uno specifico percorso senologico assistito, chiamato “Punto Amico” per le donne con diagnosi o sospetto di tumore al seno, il quale si va ad integrare con l’attività di screening sulla popolazione femminile prevista dal Programma regionale per la prevenzione del tumore del collo dell’utero e della mammella (e affifdato alle due Aziende Usl e Policlinico), che prevede per le donne della regione nella fascia 50/69 anni ogni due anni due esami semplici e gratuiti – il pap-test e la mammografia – oltre a garantire, sempre gratuitamente,  percorsi di approfondimento diagnostico o di cura eventualmente necessari.

Il monitoraggio, dunque, per quanto riguarda le donne modenesi a potenziale rischio di avere un tumore al seno non è in alcun modo pregiudicata dalla decisione assunta dal responsabile del Centro per lo studio dei tumori familiari della mammella e dell’ovaio, che non è mai stata istituzionalizzata in quanto iniziativa promossa privatamente dall’Associazione Angela Serra, presieduta dallo stesso prof. Massimo Federico, finanziatore e fruitore allo stesso tempo dei contributi ricevuti.

E’ opportuno al riguardo precisare che da parte dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena non sono mai stati concessi fondi o risorse pubbliche poiché alla Direzione sono mai pervenute richieste formali di istituzionalizzazione del Centro per lo studio dei tumori familiari della mammella e dell’ovaio, che ovviamente comporterebbero la definizione ed il rispetto di precisi protocolli per quanto riguarda le attività promosse.

Tanto meno al Dipartimento Integrato di Oncologia, Ematologia e Patologie dell’Apparato respiratorio sono state inoltrate richieste ufficiali in tal senso o di sostituzione personale, a meno che non ci si riferisca ad una mail inviata dallo stesso prof. Massimo Federico in data sabato 11 luglio, in cui si chiede di “discutere con urgenza alcuni problemi, tra i quali quello segnalato di seguito, inerenti l’assistenza delle donne operate al seno e quelle a rischio eredo-familiare”, procrastinato solo perché la mail è stata letta in data lunedì 13 luglio e nei giorni che il prof. PerFranco Conte era ancora in servizio, prima di un periodo di ferie, non c’è stato il tempo materiale di convocare.

L’acquisizione di eventuali risorse in sostituzione, nonché aggiuntive, prevede una necessaria valutazione in ambito dipartimentale, alla presenza del Direttore della Struttura complessa di Oncologia, che stabilisca la strategicità della richiesta e una negoziazione da parte del Direttore del Dipartimento con la Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.   

Tuttavia, deve essere rilevato che la Struttura Complessa di Oncologia, insieme alle Strutture di Chirurgia, Radiologia ed Anatomia Patologica, pur a fronte di una sospensione dell’attività del Centro per lo studio dei tumori familiari della mammella e dell’ovaio, continueranno ad essere impegnate a garantire il coordinamento e l’attuazione del  Percorso diagnostico-terapeutico (PUNTO Mammella), e quindi anche per i tumori ereditari  della mammella e dell’ovaio, che fornisce alla donna un completo processo assistenziale in tutte le sue fasi (dalla diagnosi, all’intervento, alla prima fase di controlli).

IL PUNTO mammella

  • mette a disposizione un’equipe di professionisti qualificati e primariamente dedicati al trattamento delle neoplasie mammarie
  • propone un iter diagnostico-terapeutico (medico, chirurgico e radioterapico)  che ruota intorno alla paziente, garantendo unitarietà al percorso e riducendo l’incertezza e l’ansia della donna;
  • monitora  i tempi di attesa fra le diverse procedure permettendo il completamento dell’intero percorso in tempi efficaci.

                L’attività del Centro per lo studio dei tumori familiari della mammella e dell’ovaio, che comunque – va precisato – si è sempre potuto appoggiare su strumentazioni, prestazioni e strutture rese dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, così come l’assunzione del personale ad esso dedicato, ad eccezione del personale pagato dall’Azienda stabilizzato e selezionato attraverso pubbliche procedure, non è mai stato concordato o discusso con la Direzione aziendale, né con la Direzione dipartimentale, che per questo oggi si trovano nell’impossibilità di soddisfare una richiesta insolita da indirizzarsi a quei privati che l’hanno sempre incoraggiata e sostenuta.

               Molte ricerche e studi clinici senza il sostegno dei privati oggi si troverebbero nella impossibilità di poter proseguire la propria attività, ma non per questo si giustifica che il “pubblico” intervenga a surroga, soprattutto quando queste attività non rientrano nell’ambito di finalità e programmi assistenziali definiti dai Piani regionali.

             Tutti conosciamo il fondamentale ruolo giocato dall’Associazione Angela Serra per la nascita del COM, ma – va ricordato – mai associazioni di volontariato (vedi Lilt, Ant, Aseop o altre ugualmente meritorie) si sono pesantemente spese per indirizzare o condizionare le attività assistenziali.

              Da parte della Direzione aziendale, dipartimentale e di Oncologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena c’è la più assoluta serenità di aver tenuto sempre una condotta ispirata all’interesse delle donne e, più in generale, dell’utenza e possiamo assicurare che mai verrà meno lo sforzo e l’impegno ad offrire percorsi diagnostico-terapeutici ed assistenziali di eccellenza appropriati ai casi.

             Dal punto di vista pratico la sospensione dell’attività del Centro per lo studio dei tumori familiari della mammella e dell’ovaio non compromette in alcun modo la qualità e l’intensità delle prestazioni offerte alle donne modenesi e non solo, anche a quelle numerose che si rivolgono alla Struttura Complessa di Oncologia da altre parti d’Italia, potendo contare sulla presenza di strutture e servizi (Punto Amico, Punto mammella, attività di screening, Struttura Complessa di Oncologia), che garantiscono il meglio dell’assistenza ed un’efficace prevenzione.