denaro_2Favorire l’acceso al credito per le piccole e medie imprese, supporto alle trasformazioni del settore agroalimentare, più innovazione grazie all’istituzione dei tecnopoli per superare la crisi rilanciando il sistema Modena. Sono solo alcuni degli obiettivi contro l’attuale fase economica previsti nel Piano generale di sviluppo, approvato dal Consiglio provinciale nella seduta di mercoledì 16 settembre con il voto favorevole della maggioranza (Pd, Idv); contrari Pdl, Lega nord e Udc. «Il documento – come ha spiegato Marcella Valentini, assessore provinciale al Bilancio – presenta le politiche da adottare per centrare gli obiettivi espressi con le linee programmatiche presentate al Consiglio dal presidente Sabattini». Un capitolo del Piano è dedicato agli interventi sull’economia dove spiccano il sostegno alle imprese socialmente responsabili che investono sull’ambiente e l’innovazione, con un attenzione particolare alle piccole e medie dimensioni da consolidare attraverso «il Fondo provinciale dell’innovazione e altri strumenti di agevolazione del credito». E per affrontare l’emergenza occupazione la Provincia intende «collegare in modo più stretto, tramite i Centri per l’impiego, richieste del mercato del lavoro e esigenze formative». Tra gli altri obiettivi individuati dal Piano spiccano il completamento del programma di investimenti sulla mobilità «dando priorità alle opere immediatamente cantierabili», gli incentivi per l’utilizzo del trasporto pubblico (la Provincia prevede anche di «prendere in carico le istanze dei comitati degli utenti del trasporto pubblico locale» nell’ottica di migliorare il servizio e la partecipazione), la realizzazione di un sistema informativo in tempo reale sulle condizioni del traffico, la promozione delle eccellenze modenesi, il miglioramento della qualità dell’aria e l’incremento della raccolta differenziata, il potenziamento delle infrastrutture telematiche soprattutto in Appennino, lo sviluppo dell’edilizia scolastica e il consolidamento della rete sanitaria puntando, tra l’altro, su un «più stretta integrazione tra il Policlinico di Modena e l’ospedale di Baggiovara». Il Piano generale di sviluppo costituisce anche la base per la destinazione triennale delle risorse stabilita con la Relazione revisionale e programmatica; previsto anche un monitoraggio periodico per verificare lo stato di raggiungimento degli obiettivi.

Il dibattito

Il dibattito in Consiglio provinciale sul Piano generale di sviluppo 2009-2014 è stata l’occasione per i gruppi politici di illustrare le proprie priorità contro la crisi e le proposte sul futuro della società modenese. Per Luca Gozzoli (Pd) «la crisi sta ponendo problemi al nostro modello sociale ancora non risolti. Nel dopoguerra si è puntato sull’istruzione, mentre oggi il Governo fa l’esatto contrario. A Modena occorre partire dalla riscoperta della solidarietà sociale e dalla tutela delle fasce più deboli». Giorgio Siena (Pd) ha centrato il suo intervento sulla crisi dell’agricoltura:«nell’Area nord si stenta a trovare una prospettiva – ha affermato – che non può essere l’agroenergia». E mentre Ivano Mantovani (Pd) propone di «puntare sulla green economy», Daniela Sirotti Mattioli (Pd) di «valorizzare maggiormente i prodotti locali e l’agricoltura», Monica Brunetti (Pd) di sostenere «la formazione professionale in chiave anticrisi e le famiglie, ma non per riportare le donne nel ruolo che la tradizione assegna loro», Serena Bergamini (Pd) ha sostenuto la necessità di «migliorare la qualità dell’edilizia, difendendo l’ambiente e il territorio», criticando il piano casa del Governo. Piano casa difeso invece da Claudia Severi (Pdl) che ha accusato gli enti locali modenesi di «mettere troppi paletti a un piano che punta a rilanciare l’edilizia quale volano per tutta l’economia nazionale», mentre il capogruppo del Pdl Dante Mazzi, dopo aver affermato che «occorre cambiare le regole del gioco sul credito alle imprese», ha accusato la Provincia di fare «troppi spot senza risolvere le tante contraddizioni sull’idea di sviluppo del territorio». Bruno Rinaldi (Pdl) ha chiesto «meno sprechi e meno burocrazia» e ha puntato il dito sulle «distorsioni da correggere sui criteri di accesso delle famiglie ai servizi degli enti locali». Per Mauro Sighinolfi (Pdl) serve «più attenzione in questa fase di crisi ai soggetti più deboli le cui esigenze sono spesso difficili da interpretare». Fabio Vicenzi (Udc) ha concentrato il suo intervento su crisi («più infrastrutture e meno burocrazia»), famiglia («meno tasse per i nuclei con più di due figli) e sulla sicurezza «da affrontare, però, senza allarmismi». Denis Zavatti, capogruppo della Lega nord, ha sottolineato soprattutto i temi legati alla sicurezza, al sostegno all’agricoltura, alla viabilità e al sociale.