latteLo diceva uno con l’esperienza di Giulio Andreotti, che a pensar male si fa peccato ma spesso s’indovina, frase che si attaglia perfettamente all’ultimissima puntata della vicenda quote latte. “I sospetti che avevamo espresso quando il Ministro Zaia propose la legge 33/2009, trovano ora conferma” – afferma il responsabile economico della Cia di Reggio Emilia Giorgio Davoli – “dopo aver avuto l’assegnazione delle nuove quote, coloro che non hanno mai rispettato le regole europee pensano di riprendere la strada dei ricorsi e quindi di non pagare nulla; così prende corpo quel che abbiamo sempre detto, cioè che si faceva loro un ‘regalo’, ed i fatti ci stanno dando ragione”. I fatti sono eloquenti: la legge 33 è stata presentata come una specie di baratto, nel quale lo Stato assegna gratis 750.000 tonnellate di quote supplementari, per la maggior parte proprio a coloro che di rispettare le quote non ne hanno mai voluto sapere. Di contro, questi si dovrebbero impegnare al pagamento delle multe passate, con rateizzazioni che arrivano fino a 30 anni. Per questo è stata fatta da Agea l’intimazione di pagamento che dovrebbe aprire la seconda fase del baratto, con l’accettazione da parte del debitore, ma su questa, molti produttori in multa hanno fatto ricorso al Tar del Lazio, che ha concesso una sospensiva, che farà slittare per mesi questa fase. Il ricorso si basa sul mecca-nismo di calcolo delle sanzioni e degli interessi relativi, ed appare pretestuoso.

“La complessità dei meccanismi messi in atto con la legge 33 – afferma Davoli – favorisce (secondo noi non casualmente) la chiara volontà di non pagare o di rinviare all’infinito i tempi, e ci conferma nella nostra posizione, che era di contestazione del provvedimento, tanto da indurci alla mobilitazione con tanto di trattori scesi in strada. Giudicavamo allora un regalo ai ‘furbi’ questo provvedimento, e la cosa appare sempre più chiara”.

“Questo – aggiunge Davoli – non può certo sorprendere il Ministro che questo ‘regalo’ ha voluto fare a tutti i costi, e che ha avuto il coraggio di affermare: Si mette così la parola fine ad un problema che si trascinava da 25 anni, pesando sulle spalle di tutti i cittadini italiani. Abbiamo predisposto modi e tempi di riscossione del credito da 1 Miliardo e 671 Milioni di euro che lo Stato ha nei confronti delle aziende produttrici di latte che hanno splafonato: riscuoteremo quella cifra senza ricorrere ad alcuna sanatoria e senza far chiu-dere nessuna stalla”.

“L’amara verità – conclude Davoli – è che i produttori onesti sono stati presi per i fondelli, e la riscossione delle multe è in alto mare, come tutti ormai possono vedere”.