pubers6 (c) Phile DeprezLa seconda giornata di VIE Scena Contemporanea Festival si apre al Foro Boario, alle 16, con un incontro, ad ingresso libero, dal titolo Jerzy Grotowskj il teatro della partecipazione nel corso del quale Renata Molinari e Carla Pollastrelli ricorderanno il teatro della partecipazione di Jerzy Grotowski. L’incontro, dedicato alla fase post-teatrale del percorso creativo di Jerzy Grotowski, si propone come un invito, rivolto in particolare alle giovani generazioni, a confrontarci di nuovo con un patrimonio vivo e tuttora provocante di opere e imprese non comuni. Jerzy Grotowski (Rzeszow, Polonia1933 – Pontedera, 1999) è stato uno dei grandi maestri eretici e riformatori del teatro del Novecento. Akropolis, Il Principe Costante, Apocalypsis cum figuris sono gli spettacoli, universalmente conosciuti, che egli ha realizzato con l’ensemble del Teatr Laboratorium. Al culmine della fama mondiale, nel 1970, annunciò che non avrebbe più diretto spettacoli, dando inizio alla fase parateatrale o della “cultura attiva”. Verso la fine degli anni ’70, dal parateatro è emerso il progetto Teatro delle Fonti, interrotto nel 1982 allorché Grotowski lasciò la Polonia sotto la legge marziale per emigrare negli Stati Uniti. Dal 1986, su invito della Fondazione Pontedera Teatro, si trasferì nella cittadina toscana, dove ha dato vita al Workcenter of Jerzy Grotowski (oggi Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards). A Pontedera Grotowski ha sviluppato la fase finale del suo percorso artistico, quella de L’arte come veicolo.

Segue al Teatro Comunale di Modena (ore 18) di John Gabriel Borkmann di Henrik Ibsen, per la regia di Thomas Ostermeier.

A Ponte Alto, Modena, (ore 19) sarà replicato lo spettacolo Mansarda della compagnia portoghese Circolando. Il lavoro sposa un teatro visivo e interdisciplinare, attraversando la fisicità, la danza, il circo, la musica e i video, senza utilizzare la parola. Mansarda, spettacolo conclusivo di un progetto più ampio dal titolo suggestivo e intenso “Poetica della casa”, è stato realizzato grazie al sostegno del progetto Prospero, del Centro Culturale di Belèm e del Teatro Nazionale São João. Mansarda racconta l’idea dell’abitare, ne disegna la forma nel linguaggio dei corpi degli attori, la rintraccia come memoria da custodire, come sogno da nutrire.

Sempre domani alle 19, ma alla Rocca di Vignola, sarà possibile vedere Eremos, frutto del lavoro che il maestro greco Theodoros Terzopoulos ha condotto, insieme a Paolo Musìo, su La persuasione e la rettorica, tesi di laurea del filosofo ebreo di lingua italiana Carlo Michelstaedter. Il suggestivo luogo della Rocca diventerà evocativo spazio scenico abitato da una scultura creata per l’occasione dall’artista greco Jannis Kounellis, protagonista dell’Arte Povera. Eremos si avvale del sostegno produttivo di Emilia Romagna Teatro.

Alla Rocca di Vignola, alle 21, ci sarà anche Solo, che giunge per la prima volta in Italia dopo aver deliziato il pubblico di Barcellona, Parigi, New York, Madrid, San Paolo. Un geniale assolo di Israel Galván, straordinario ballerino di flamenco che è stato definito dal musicista Enrique Morente come “il più antico fra i giovani bailaores”, un danzatore il cui stile oscilla fra il tradizionale “zapateado”, ovvero i colpi di tacco del flamenco, e la modernità.

All’ex ospedale Sant’Agostino (ore 19.30, 19.45, 20.30, 20.45, 21.30, 21.45) andrà in scena la performance Baldassarre della compagnia Dewey Dell, fondata a Cesena da Teodora Castellucci con Agata Castellucci, Demetrio Castellucci ed Eugenio Resta. La volontà che la giovane formazione persegue è essenzialmente quella di portare la visione all’origine: tutto è pensato per gli occhi, non esiste alcun rapporto teorico nascosto.

Alle 20 e alle 21, sempre all’ex ospedale Sant’Agostino, Daniele Albanese porterà in scena In a landscape. Lo spettacolo, nato per una situazione urbana all’aperto, viene qui riproposto in un luogo al chiuso per sottolineare gli aspetti più cupi del lavoro. La performance si definisce attraverso una particolare struttura e organizzazione di spazio‚ movimento e suono e nella lettura geometrica del luogo dove si svolge.

Al Teatro Herberia di Rubiera (ore 21) si esibirà la Socìetas Raffaello Sanzio. Il famoso racconto di Edgar Allan Poe, L’uomo della folla, rivive in Homo Turbae, primo lavoro di Mòra. La compagnia di ballo della Socìetas Raffaello Sanzio nasce sulla scorta delle esperienze e degli studi della Stoa, scuola sul movimento ritmico, fondata da Claudia Castellucci. Mòra vuole portare a compimento forme della danza legate prevalentemente alla dimensione del tempo – una meticolosa cura è riservata alla relazione tra metrica dei movimenti e metrica musicale – e dal caso, che irrompe sconvolgendo la ripetizione.

Once and for all we’re gonna tell you who we are so shut up and listen, spettacolo pluripremiato al Fringe Festival di Edimburgo nel 2008, sarà domani a Ponte Alto alle 21,15. Frutto del lavoro sul campo che la compagnia belga Ontroerend Goed ha realizzato con la casa del teatro di Gand Kopergietery, Once and for all è un esplicito omaggio all’adolescenza. Sul palco troviamo infatti 13 giovanissimi interpreti, di età compresa tra i 14 e i 20 anni, chiamati a rappresentare e interpretare il passaggio dall’infanzia alla giovinezza, periodo della vita in cui tutto è possibile e concesso ma nello stesso tempo si è pressati da un sistema fatto di regole e schemi rigidi da rispettare dai quali si vorrebbe fuggire.

Scritto e diretto da Jean-Benoît Ugeux, promettente regista belga, S.P.R.L. sarà rappresentato domani sera al Teatro delle Passioni (ore 22.30) in esclusiva italiana. Famiglia e lavoro nella società occidentale sono al centro dello spettacolo, che pone sotto una virtuale lente di ingrandimento ed osserva, dissacrandoli, le inaspettate somiglianze di due comunità apparentemente assai lontane. L’esame avviene con una commedia feroce in cui opera una sorta di vivisezione ottica, di entomologia dei comportamenti e dei valori. S.P.R.L. è una produzione del progetto Prospero.

Negli spazi dell’ITIS Fermo Corni (ore 22.30) il Belarus Free Theatre porterà in scena Being Harold Pinter. Capire come nasce un testo teatrale, distinguere tra la verità nella vita e la verità nell’arte, interrogarsi sul rapporto tra arte e politica. Sono queste le questioni affrontate da Harold Pinter nel discorso che ha tenuto in occasione della cerimonia per il Premio Nobel. Being Harold Pinter inizia e si chiude con la ricerca di una risposta a queste domande. Un problema comune lega i fili del tema che è alla base della rappresentazione: il problema della violenza nelle sue manifestazioni più disparate

A Ponte Alto (ore 22.30) ci sarà la performance del giapponese Toshiki Okada, personalità emergente della nuova scena del suo paese. Hot Pepper, Air Conditioner and the Farewell Speech è un lavoro tracciato su uno scenario verbalmente minimale e fisicamente semplice. Okada è autore di messinscene che giocano su un’insolita relazione tra il gesto e la parola, spesso espressi nella loro forma minimale, che hanno incuriosito il mondo della danza contemporanea. Voce del suo tempo, Okada intende portare sulla scena, interpretandola, la realtà del Giappone di oggi, paese che sta attraversando una profonda crisi sociale ed economica.