immagine_BolognaLa novità principale dell’Emilia Romagna in Ecosistema Urbano è che quest’anno la prima delle grandi città in Ecosistema Urbano è Bologna, 18ª lo scorso anno, quest’anno al nono posto. Il capoluogo regionale è nella top ten grazie al forte peggioramento di alcune città che la precedevano ma non mancano le criticità. Le altre città: bene Parma 3a assoluta (5a un anno fa); Ravenna 18a (- 5 posizioni); Reggio Emilia 28a (- 5); Ferrara 36a (- 17 ); Modena 44a (-2);  Forlì 45a (-9); Rimini 50a (+13); Piacenza 51a (-25).

Il capoluogo regionale riesce nell’impresa di centrare la top ten (con appena 61 punti su cento) grazie ad un suo andamento regolare, al quale si affianca un sostanziale peggioramento delle performance ambientali di alcune città che la precedevano. In un quadro che vede un vistoso rallentamento delle politiche ambientali urbane la città felsinea emerge sulla base delle dichiarazioni “autocertificate” rese dalle amministrazioni comunali, tramite la compilazione dei questionari restituiti a Legambiente e una serie di dati statistici.

Tra i fattori di questo posizionamento è il settore del trasporto urbano che se visto nel dettaglio vede Bologna prima nella graduatoria sulle emissioni di Co2 del trasporto pubblico; terza nella categoria dei chilometri vettura per abitante all’anno; quarta, tra le grandi città, nei viaggi per abitante all’anno. Purtroppo siamo di fronte ad un dato sul quale manca ancora un sistema di verifica del tutto affidabile in quanto lo STIMER (un sistema con tessera a scalare per l’intermodalità del trasporto persone – che servirebbe a contare meglio i viaggiatori, pur sperimentato oltre 10 anni fa) non è mai stato adottato dalle aziende di trasporto. Anche la lunghezza dei percorsi che premia Bologna non appare un fattore positivo quanto invece un fattore di disservizio da rimuovere per premiare l’intermodalità.

Bologna poi si comporta bene negli indicatori dedicati alle energie rinnovabili e teleriscaldamento, migliorando sia nel solare termico, dove dichiara 0,43 mq di impianti installati su edifici comunali ogni 1.000 abitanti ed erano 0,10 nella scorsa edizione. Soprattutto però eccelle nel solare fotovoltaico, dove è seconda nella classifica dedicata con 4,96 Kw installati su edifici comunali ogni 1.000 abitanti, erano appena 0,02 lo scorso anno. Accanto ad una meritevole scelta di installare pannelli fotovoltaici sul nuovo palazzo comunale si colloca la realizzazione di una costruzione fortemente energivora che non tiene in alcun conto l’esigenza di riduzione dei consumi.

Un discorso a parte meritano le valutazioni degli indicatori sintetici della pianificazione e partecipazione ambientale descritti dalle autocertificazioni dei compilatori del questionario che hanno valutato l’intenzione della giunta ma non la partecipazione effettiva sulla quale ha pesato fortemente la sfiducia diffusa fra i cittadini sulle effettive disponibilità all’ascolto. Certamente c’è ancoramolto da fare per far si che il capoluogo regionale possa riuscire a rimanere stabilmente tra le prime dieci, specie con l’affinamento e l’aggiornamento inevitabile degli indicatori in rapporto alle nuove sfide dei cambiamenti climatici e della riduzione della Co2. Ma altre mancanze emergono già oggi. Ad esempio la vanificazione della scelta referendaria a favore della pedonalizzazione di gran parte del centro storico e i pronunciamenti del consiglio comunale per la ciclo/pedonalizzazione delle radiali storiche. Infatti per la mobilità ciclabile le novità sono finora pressoché assenti e le realizzazioni concrete del tutto insufficienti.

Scarsa la superficie destinata a isole pedonali. Si dà il caso che perfino gruppi di commercianti siano arrivati a chiedere a gran voce di riservare nuove strade ai pedoni per rilanciare i loro negozi. E’ ancora troppo scarsa la superficie destinata ai pedoni: i metri quadrati di isole pedonali sono fermi al dato dello scorso anno, con 0,27 mq/ab, la media italiana è a 0,35 mq/ab! Questo il quadro che risulta all’interno di una città nella quale il consumo di suolo – parametro non previsto dalla rilevazione in quanto molte città non sono neppure in grado di fornire dati affidabili) – è a livelli tali da sbilanciare totalmente il rapporto fra la Co2 prodotta e quella compensata da verde urbano. La ZTL è dotata del vigile elettronico (SIRIO) che però viene spento la sera, il sabato durante loshopping natalizio, che prevede permessi di entrata per un numero numero collocabile tra i 70 e i 90 mila e convenzioni che affidano ai gestori di “garage” la possibilità di concedere ai loro clienti l’accesso nella zona a traffico limitato. Anche da queste scelte dipendono evidentemente i peggioramenti, nei dati relativi alle concentrazioni medie di Pm10 che da 30 microgrammi/mc che salgono a 31 quest’anno, così come aumentano i giorni di superamento dei limiti dell’Ozono che passano dai 47 ai 50. In questo quadro risaltano i piani del traffico che si susseguono da decenni ma scarseggiano di realizzazioni: tra questi il Servizio Ferroviario Metropolitano (ancora al palo) e le tre diverse tipologie di trasporto urbano progettate.

Campeggia invece in tutta la sua imponenza la scelta di un nuovo passante autostradale, che se realizzato, aumenterebbe il traffico su gomma anche in città, in palese contraddizione con ogni indicazione a favore della mobilità sostenibile.