G_Epifani”La crisi avrà per l’occupazione i suoi effetti peggiori nel 2010”. E’ la previsione del segretario della Cgil Guglielmo Epifani,  intervenuto a Modena, all’attivo dei delegati del sindacato, convocato in Piazza Grande per portare all’attenzione di cittadinanza e istituzioni la situazione dei lavoratori.

”Serve un pacchetto di provvedimenti – ha detto Epifani – perchè sino alla fine del 2010 l’occupazione avrà questi problemi. Non bisogna confondere la ripresa della Borsa con l’andamento dell’occupazione, si può avere una Borsa che guadagna e tanti posti di lavoro che si perdono: ed è esattamente la situazione che avremo da qui al 2010”.

Senza interventi da parte del Governo, per uscire veramente dalla crisi ci vorranno 7-8 anni. ”Non capisco – ha detto – come si possano aspettare 7-8 anni. Se si fa qualcosa il tempo si accorcia, altrimenti si allunga. Noi siamo l’unico paese in Europa che ha affrontato la crisi come se non ci fosse. Il Governo ha detto di aver fatto molto, in realta’ ha speso solo lo 0,2% del Pil. In piu’ sono rimasti senza tutele almeno 300.000 lavoratori precari. E molti altri perderanno il posto in questi mesi. E’ per questo che la Cgil ha organizzato la manifestazione del 14 novembre, per portare in piazza i volti della crisi”.

Una delle principali richieste che la Cgil rivolge al Governo è quella di ”risolvere una volta per tutte il problema degli ammortizzatori sociali”. ”L’indennità di disoccupazione – ha detto Epifani – va almeno raddoppiata, i massimali della cassa integrazione aumenti e migliorate le modalità. Poi c’è il problema della politica industriale: molti casi di crisi non si possono risolvere con gli ammortizzatori sociali, bisogna che il Governo apra dei Tavoli con delle risposte. Poi bisogna sostenere i redditi e i consumi: si parla tanto del piano di riduzione delle tasse della Merkel, ma questo è fatto quasi tutto sugli sgravi alle famiglie. Da noi non si e’ fatto praticamente nulla”.

Se si vuol intervenire sull’Irap bisogna ”togliere il costo del lavoro dalla base imponibile”. ”L’Irap non è una priorità – ha aggiunto Epifani – la priorità è ridurre le tasse sul lavoro e sulle pensioni. Poi c’è da fare qualcosa sull’Irap per evitare che pesi di più per le imprese che hanno più occupazione. Un’azienda con dieci dipendenti ad alto valore aggiunto non paga l’Irap. Un’impresa manifatturiera con mille operai paga, in percentuale, molto di più. In questo modo l’Irap scoraggia le imprese che hanno più lavoratori”.