Perboni_Cisl«Un patto per le infrastrutture che consenta alle imprese del distretto di Mirandola di superare la crisi e continuare a crescere anche dimensionalmente, perché altrimenti le piccole imprese della nostra zona rischiano di dover combattere più per la loro sopravvivenza che per la conquista di nuovi mercati». È la proposta che la Cisl ha lanciato durante il convegno su infrastrutture e sviluppo, che si è tenuto oggi – venerdì 13 novembre – a Mirandola. Si è parlato di Cispadana, scalo merci di S. Felice ed energia da fonti rinnovabili.

 «Nella nostra provincia la Cispadana è ancora quasi tutta sulla carta, mentre a Reggio e Parma alcuni tratti in sono già stati realizzati o in via di costruzione – ha osservato il responsabile della Cisl mirandolese, Remo Perboni – Anche se le autorità assicurano che l’autostrada sarà terminata entro il 2014, crediamo che i tempi siano comunque troppo lunghi per le esigenze del nostro territorio. Invitiamo, pertanto, le istituzioni locali a definire rapidamente la realizzazione di tale opera».

La Cisl sollecita anche l’avvio dei lavori per lo scalo merci previsto a S. Felice sul Panaro. «Lo sviluppo dell’intermodalità servirebbe in modo particolare per alleggerire il trasporto su gomma, che mette a dura prova una viabilità stressata dalla scarsa qualità e quantità dei percorsi di collegamento», ha ricordato Perboni, che ha espresso soddisfazione per il raddoppio della linea ferroviaria Bologna-Verona, anche se i treni sono spesso in ritardo e poco accoglienti per i pendolari.

Il sindacalista Cisl ha poi sottolineato l’importanza di ottenere energia da fonti rinnovabili e citato, come esempio positivo, l’impianto fotovoltaico in costruzione a Concordia, che sarà il più grande della provincia. «Parlare di infrastrutture in questo momento di crisi può sembrare ironico. In realtà – ha aggiunto il segretario provinciale della Cisl, Francesco Falcone – siamo convinti che il nostro paese riprenderà il suo cammino di sviluppo, vero e non drogato, solo attraverso una politica seria di investimenti».

Falcone ha concluso denunciando i ritardi con i quali il sistema sanitario paga le aziende del biomedicale. «Spesso i tempi di pagamento ai fornitori superano i trecentocinquanta giorni. Si rischia – ha detto il segretario Cisl – di penalizzare un settore che nel 2008 ha prodotto ricavi per 843 milioni di euro, mentre quest’anno, nonostante la crisi, ha registrato un +8,8 per cento di fatturato, +5 per cento di ordini, + 7,8 per cento di esportazioni e + 4,8 per cento di occupati».