tribunale_aula_2Anche l’assessore provinciale Antonietta Acerenza sarà giovedì nell’aula del Tribunale di Torino per l’avvio del processo a carico della multinazionale Eternit per disastro doloso e omissione volontaria di misure anti-infortunistiche. La Provincia, come noto, ha deciso di costituirsi parte civile al processo contro S.E.S. ed il barone belga  J.M.L.G.D.C.D-M, imputati di aver omesso di collocare impianti, apparecchi e segnali destinati a prevenire malattie, ed in particolare patologie da amianto (carcinomi polmonari, mesoteliomi pleurici e peritoneali, asbestosi), negli stabilimenti di Cavagnolo, Casale Monferrato, Bagnoli e Rubiera. Secondo l’accusa le omissioni dell’azienda avrebbero provocato, dall’aprile del 1952 al 24 febbraio 2008, la morte di 2.056 persone e la malattia di altre 830, delle quali 267 mai entrate in una fabbrica Eternit.

L’iniziativa legale della Provincia è legata alla presenza anche nel Reggiano, appunto a Rubiera, di uno stabilimento Eternit che – dal 1960 fino al gennaio 1992 e attraverso varie denominazioni – ha operato in via Emilia Ovest 56 producendo lastre e manufatti in cemento-amianto e provocando, sempre secondo l’accusa, la morte di 2 dipendenti e l’infezione da particelle di amianto di altre 45. La decisione di costituirsi parte civile al processo di Torino era stata presa nel novembre 2008, all’unanimità, dalla Giunta provinciale in quanto “l’inchiesta Eternit investe direttamente il territorio e la popolazione reggiana sui quali si sono riversati pesantemente i danni di una gestione imprenditoriale gravemente lesiva del fondamentale diritto alla vita e alla salute dei cittadini”. Da qui la scelta di “costituirsi parte civile, quale portatrice dell’interesse collettivo della comunità provinciale, nel processo penale volto ad accertare le responsabilità e a punire i responsabili di questa silenziosa strage di innocenti”.

Alla prima udienza dibattimentale di giovedì l’assessore provinciale Acerenza sarà accompagnata dal legale della Provincia, l’avvocato Ernesto D’Andrea.