Il segretario provinciale del Pd, Davide Baruffi, commenta la scarsa partecipazione alla fiaccolata di ieri sera. Ecco la sua dichiarazione. «Narrano le cronache cittadine di una fiaccolata, ieri sera per le vie del centro, alla quale avrebbero partecipato tra le 200 e le 250 persone. Se teniamo conto che di quel corteo notturno facevano parte un bel numero di dirigenti e consiglieri di Modena e provincia, al netto di iscritti, militanti, simpatizzanti della Lega e del Pdl possiamo ragionevolmente affermare che di cittadini modenesi quasi non ce n’erano. Fiaccolata fiacca, a dire il vero fallita completamente, per una Lega che alla vigilia della passeggiata in centro, annunciata come evento, parlava di grande manifestazione.

I cittadini modenesi hanno preferito restarsene a casa, non per il freddo, come sostiene qualche buontempone, ma perché evidentemente poco convinti delle ragioni e della credibilità di chi li chiamava a raccolta contro “il degrado, lo spaccio, la prostituzione e i tentati stupri”. Hanno capito che quella manifestazione non era promossa da semplici cittadini ma da chi a Modena fa finta di battersi per la sicurezza mentre a Roma, in Parlamento, al governo del Paese, mette a rischio la sicurezza dei cittadini tagliando enormi risorse alle forze dell’ordine; “graziando” i colpevoli di reati gravi con il cosiddetto processo breve; favorendo l’immigrazione clandestina con una legge – la Bossi-Fini – in vigore dal 2002; costringendo i detenuti e gli agenti penitenziari a vivere in carceri da terzo mondo. Salvo poi prendersela, qui a Modena, con gli enti locali, gli stessi ai quali il governo nega la possibilità di utilizzare le risorse “congelate” dal patto di stabilità.

E’ la doppia faccia della destra: a Modena accende i fuochi e gli animi della gente strillando contro il degrado, ché intanto non costa nulla; a Roma fa orecchie da mercante e pensa ad altro, per esempio come salvare il capo dalle inchieste della magistratura. Fino a quando funzionerà? Stando a ieri, non funziona gia’ piu’. I cittadini chiedono risposte, non propaganda».