Si celebrerà il 19 marzo in tutto il mondo la giornata mondiale del sonno con lo slogan “Dormi bene, godi di ottima salute”. L’Unità operativa di Pneumologia dell’Azienda USL di Modena, che ha sede presso l’Ospedale di Mirandola, parteciperà attivamente alla giornata e gli ambulatori saranno aperti durante la mattinata con un medico specialista disponibile per i pazienti che vorranno ricevere informazioni più dettagliate sulle strategie di gestione dei disturbi respiratori durante il sonno.

E’ un evento internazionale che vuole celebrare il sonno in tutti i suoi aspetti: la conoscenza, la prevenzione e il trattamento dei disturbi, l’educazione a un “buon sonno”, la sicurezza alla guida. In Emilia-Romagna, quest’anno, l’evento sarò dedicato alla Sindrome delle apnee Ostruttive nel sonno (Osas), una patologia caratterizzata da russamento e apnee durante il sonno e sonnolenza diurna, di cui, nella nostra regione, sono affette circa 130.000 persone.

“E’ una patologia potenzialmente mortale per l’importante impatto cardiovascolare: i pazienti con apnee durante il sonno rischiano di diventare ipertesi e di avere un evento cardio o cerebro vascolare acuto, come l’infarto o l’ictus, più frequentemente di chi non è affetto” spiega il dottor Michele Giovannini, direttore dell’Unità operativa di Pneumologia dell’Azienda USL e presidente di turno dell’AIPO (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri) regionale Emilia, che ha partecipato a un gruppo di lavoro regionale incaricato di compilare un documento sul percorso diagnostico terapeutico su questa patologia.

E’ provato che il 25% della popolazione occidentale russa abitualmente e circa il 10% sviluppa la sindrome da apnea notturna. In Italia ne soffrono quasi 2 milioni di persone, mediamente il 2% delle donne e il 4% degli uomini, con una prevalenza intorno al 17% della popolazione fra i 30 e i 60 anni. Spesso, però, ci si reca dal medico solo dopo un evento grave, nonostante si tratti di una patologia potenzialmente mortale. In Emilia-Romagna, con un progetto “pilota”, gli specialisti che se ne occupano (neurologi, pneumologi, otorinolaringoiatri) propongono un percorso diagnostico terapeutico condiviso, organizzato in una logica di rete regionale, per migliorare il coordinamento e la cooperazione tra le varie unità operative.