Oltre 100 persone hanno assistito, in Sala Biasin a Sassuolo, all’incontro “Perché chiediamo l’istituzione, anche a Sassuolo, del  registro comunale dei testamenti biologici”. Presieduto da Mario Cardone, è stato introdotto da Mauro Sentimenti e concluso, con un saluto finale, da Sergio Basile. Sono intervenute Maria Laura Cattinari dell’associazione Libera Uscita, Greta Barbolini   Presidente Arci provinciale e Beppino Englaro, padre di Eluana e autore dei libri “La vita senza limiti” ed “Eluana, la libertà e la vita”. A margine dell’incontro Sassuolo2000 ha intervistato Beppino Englaro.

Perché è importante redigere il registro comunale dei testamenti biologici?

“Io sulla mia pelle ho vissuto cosa significa trovarsi scoperti  nelle direttive anticipate di trattamento quando non si ha più voce: è veramente una tragedia, quindi è importantissimo.

Quanti incontri come questi ha fatto?

“Parecchi, ma tutti molto interessanti. Si capisce che il clima culturale sta cambiando e la gente vuole assumersi le sue responsabilità”.

Dove trova la forza per farlo?

“Perché ho notato che praticamente la gente vuole essere informata. E’ come diceva Pulitzer: un’opinione pubblica bene informata è veramente una Corte Suprema. Voi sapete che io per arrivarci ci ho messo 15 anni e nove mesi ed è giusto adesso che il Parlamento si misuri con una opinione pubblica informata”.

Rifarebbe tutto ciò che ha fatto nello stesso modo?

“Io non potevo non fare quello che ho fatto. Non c’è il benché minimo dubbio”.

Quali sono i tempi di attuazione del registro dei testamenti biologici?

“Quello non lo so dire perché come lei sa non è uno strumento che ha un valore legale. Però se si deve poi affrontare il problema, quando ci si ritrova in quella situazione con un testamento biologico ci si ritrova molti avanti nell’iter giudiziario”.

Cosa blocca questi registri in Italia?

“Sono dei motivi ideologici, è una libertà fondamentale di cui tutti i cittadini hanno diritto”.

A sostenere questo incontro c’è anche un’associazione pro-eutanasia. Cosa ne pensa?

“Non ha niente a che vedere, io mi sono sempre occupato solo della libertà di cura, quello che attraverso le direttive anticipate di trattamento si può avere. Non ha niente a che vedere con l’eutanasia. Lo dice chiaramente la corte suprema: l’autodeterminazione terapeutica, che è ciò che si chiede con il testamento biologico, non può incontrare un limite anche se ne consegue la morte e questo non ha nulla a che vedere con l’eutanasia. Basta leggere la sentenza del 16 ottobre del 2007 dove una Corte Suprema si esprime chiaramente in questi termini”.

Questa la richiesta dei promotori della serata:

Riteniamo – quali promotori dell’incontro e della raccolta di firme, a sostegno di una delibera di iniziativa popolare per l’istituzione del Registro dei testamenti biologici presso il Comune di Sassuolo –   che la nostra  Costituzione (artt,32, 2 e 13) affidi alla libertà e alla responsabilità di ciascun cittadino il diritto-dovere di prestare il proprio vincolante consenso ad ogni cura e terapia che lo riguardi. Anche quando cure e terapie siano finalizzate al mantenimento in vita, vegetativa o artificiale , tramite la tecnologia e non via sia alcuna prospettiva di miglioramento, in condizioni ritenute incompatibili con le proprie idee sulla dignità della propria vita. Tutti i cittadini residenti in Sassuolo che concordano con questa opinione sono invitati a firmare la petizione per il Registro comunale dei Testamenti Biologici (in via Cesare Battisti a Sassuolo ogni mattina di Sabato e domenica del mese di aprile 2010).