Aderire ai criteri dell’Osservatorio provinciale degli appalti pubblici anche per i cantieri privati, soprattutto per quello che riguarda la comunicazione delle ditte alle quali si affidano i subappalti e il tema della tracciabilità delle forniture. E’ l’appello contro il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata che il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini e il sindaco di Modena Giorgio Pighi rivolgono alle imprese del settore edile in occasione del convegno “Trasparenza in cantiere” dedicato proprio ai dieci anni di attività dell’Osservatorio provinciale degli appalti, promosso nel 1999 su iniziativa di Provincia e Comune di Modena.

Valutata positivamente l’attività di prevenzione svolta in questi anni attraverso il monitoraggio dei cantieri pubblici e delle imprese, così come l’efficacia dei controlli e la formazione degli operatori che ha permesso di qualificare il lavoro delle stazioni appaltanti, per Sabattini e Pighi «di fronte ai rischi crescenti di infiltrazione delle mafie nel nostro tessuto economico è importante estendere il più possibile questo tipo di attività anche ai cantieri privati, mentre può essere utile sviluppare in collaborazione con la Camera di commercio una particolare attenzione per le imprese del settore che si iscrivono per la prima volta a Modena».

Il presidente della Provincia e il sindaco del capoluogo, inoltre, invitano tutti gli enti pubblici del territorio, a cominciare dai Comuni, a comunicare con tempestività tutti gli appalti superiori ai 10 mila euro al Sitar, il sistema informativo telematico regionale degli appalti che trasmette le informazioni all’Osservatorio provinciale, per garantire la massima trasparenza delle aggiudicazioni.

Il protocollo d’intesa alla base dell’attività dell’Osservatorio, un’iniziativa unica a livello nazionale con queste caratteristiche, è stato sottoscritto anche da Prefettura, Direzione provinciale del lavoro, Inps, Inail, Asl, sindacati, associazioni imprenditoriali e Casse edili.

«Alle linee guida e alle regole fissate dal protocollo – aggiungono Sabattini e Pighi – sarebbe importante si attenessero anche gli ordini professionali perché i tecnici sono i primi nostri collaboratori in questa battaglia per la legalità».