Tempestività e angioplastica (apertura ‘con palloncino’ delle coronarie per ristabilire immediatamente flusso sanguigno) sono i due ingredienti principali per il migliore intervento possibile al paziente colpito da infarto. La rete di ‘protezione’ per il cuore costruita in Emilia Romagna ha permesso di estendere del 230% questo intervento ai pazienti colpiti da infarto passando dai 723 del 2002 ai quasi 2400 di oggi. La mortalità, grazie al miglioramento dell’intervento, si è ridotta in maniera consistente passando da 75 morti su 100.000 abitanti a 65 su 100.000.

Il progetto che ha portato alla nascita della Rete si chiama Prima Rer. “Grazie a questo progetto siamo passati dal 16% i pazienti trattati con il trattamento di elezione di angioplastica a quasi il 70%” afferma Rossana de Palma, Responsabile Area Governo Clinico dell’Agenzia sanitaria e sociale regionale dell’Emilia Romagna. “Con la sua nascita l’obiettivo era quello di estendere l’intervento più efficace per il trattamento dell’infarto, l’angioplastica coronarica e riorganizzare i servizi di assistenza per ridurre i tempi di accesso ed esecuzione del trattamento”.

“L’Emilia Romagna grazie all’efficacia di questa rete è passata da fanalino di coda, una delle ultime regioni per numero di angioplastiche effettuate, ad essere la prima in Italia con quasi 600 angioplastiche primarie per milione di abitanti contro una media nazionale di 374, dato calcolato sul 2007” continua Antonio Marzocchi cardiologo responsabile del Laboratorio di emodinamica dell’Istituto di cardiologia dell’Università di Bologna. “E’ bastato creare un efficace raccordo tra il 118 e le unità coronariche sul territorio per diminuire significativamente i decessi delle persone colpite da infarto. Secondo i dati in nostro possesso abbiamo diminuito del 28% la mortalità relativa. Il costo? Il costo della rete è stato meno di 20mila euro per paziente salvato”.

Un ulteriore apporto a questa rete di assistenza potrebbe arrivare dai pazienti. “A Bologna manca un’Associazione di pazienti che potrebbe essere molto utile per estendere i programmi di sensibilizzazione ed educazione sul territorio” afferma Gianni Spinella Presidente Conacuore, il Comitato che riunisce oltre 125 associazioni di pazienti in Italia.

Prevenzione secondaria

Un tema su cui è necessario però lavorare ancora è la prevenzione secondaria visto che circa il 21% delle persone colpite da infarto torna in ospedale perché colpito da un secondo eventi cardiaco. “Prima di tutto bisogna subito spingere il paziente a ritornare a praticare una normale attività fisica: un paziente che ha avuto un infarto può nella maggior parte dei casi riprendere le normali attività quotidiane e anche seguire uno stile di vita salutare che comprende, prima di tutto, attività fisica” afferma la de Palma.

Dal punti di vista terapeutico, inoltre, per diminuire l’impatto di queste ‘ricadute’ è in arrivo una nuova terapia antiaggregante più efficace di quelle attualmente a disposizione dei cardiologi.

“Alcuni pazienti attualmente non rispondono alle terapie in uso. Prasugrel, il nuovo antiaggregante oggi a nostra disposizione è più efficace perché riduce eventi cardiovascolari trombotici in pazienti affetti da Sindrome Coronarica Acuta sottoposti ad angioplastica con impianto di stent di quasi il 20%” spiega Marzocchi.

Come funziona la rete di assistenza in Emilia a pazienti colpiti da infarto:

“Il punto di ingresso – spiega Marzocchi – è la telefonata al 118 nel momento in cui vengono riconosciuti i sintomi dell’attacco di cuore. Gli operatori del 118 che intervengono con tempestività sono in grado di effettuare elettrocardiogramma a casa e ‘tele’ trasmetterlo alle unità coronariche collegate che sono quelle più vicine al luogo di intervento. L’Unità coronarica in attesa del paziente, è così già in grado di predisporre le condizioni necessarie a realizzare l’intervento necessario: allertare l’emodinamista e preparare la sala interventistica.

I Sintomi, come riconoscerli scritti da chi è stato colpito da infarto (Conacuore)

Come riconoscere con discreta sicurezza un attacco di cuore da un banale dolore o altro e attivare la rete di protezione

• Sintomo principale: dolore toracico oppressivo e prolungato al petto o alla bocca dello stomaco

• Sudorazione profusa

• Senso di angoscia e paura

• Affanno respirazione accelerata

• Nausea e vomito

• Estensione del dolore ad altre zone del corpo: al braccio, spalle, mandibola, collo.

Se intervengono questi sintomi chiamare il 118 per attivare la rete di protezione.