Il Comune di Modena e le organizzazioni sindacali confederali Cgil, Cisl e Uil convengono “sulla necessità di attivare iniziative comuni di rivendicazione nei confronti del Governo ed allo stesso tempo di dare vita ad un percorso di confronto continuo, in sede locale, sulle scelte e le priorità da attuare per mantenere la sostenibilità dell’attuale sistema di protezione sociale, con una attenzione specifica ai temi della tutela del lavoro, dei diritti, dell’equità e dell’integrazione”.

Lo afferma l’accordo programmatico di legislatura tra Comune e organizzazioni sindacali intitolato “Per il lavoro e lo sviluppo equilibrato della città”, sottoscritto questa mattina in Municipio dal sindaco di Modena Giorgio Pighi e dai segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, Donato Pivanti, Francesco Falcone e Luigi Tollari.

L’accordo punta a creare le condizioni per un confronto permanente sullo sviluppo equilibrato della città, sulla sostenibilità del modello sociale, sulle politiche delle entrate e sulle scelte strategiche dell’Amministrazione comunale in un momento che richiede “scelte forti e condivise” capaci di indirizzare “le politiche verso la risposta migliore possibile alla contraddizione che caratterizza oggi anche la società modenese: da un lato una domanda crescente di servizi e di assistenza e dall’altro risorse in costante diminuzione per effetto dell’attuale congiuntura economica e per i tagli alla finanza locale che il Governo ha attuato anche con la Finanziaria 2010”.

In particolare, sono previsti incontri specifici sui temi e sulle strategie sia nella fase di stesura dei bilanci di previsione, sia nei percorsi di verifica e soprattutto di impostazione.

Comune e sindacati si impegnano così a “ricercare intese ampie” sulla programmazione e sulla qualità dello sviluppo del territorio modenese, ad “esercitare la massima pressione possibile sul Governo affinché vengano riconosciuti i diritti del territorio e si realizzi un efficace sostegno a chi subisce la perdita del lavoro o la sua riduzione” e a mantenere il ruolo del welfare “quale motore di sviluppo della società modenese”.

Comune e sindacati si impegnano inoltre a migliorare organizzazione, efficienza ed efficacia della macchina comunale, “soprattutto attraverso la valorizzazione delle competenze interne all’Ente”, a mantenere “alto il sostegno all’economia locale attraverso una politica degli investimenti”, ad estendere il protocollo appalti ad altri servizi e all’edilizia privata, ad incentivare la lotta al lavoro nero e all’economia sommersa, a definire “il ruolo delle utility, in particolare di Hera e per quanto riguarda la mobilità il ruolo di Atcm”.

L’accordo programmatico di legislatura intende inoltre “attuare politiche della casa che abbiano al centro il tema degli sfratti, ma che sappiano anche fornire risposte concrete sul fronte dell’affitto, mediante gli interventi di edilizia pubblica e l’Agenzia Casa”, a contrastare il fenomeno degli affitti in nero, a dare vita ad un tavolo di discussione permanente “sul tema della sicurezza complessivamente intesa”. Ma anche a sostenere le iniziative rivolte alla lotta contro le fonti illegali di investimento legate alla criminalità organizzata, compreso l’osservatorio locale in via di costituzione presso la Prefettura, ad attuare politiche di integrazione “che sappiano cogliere la complessità del fenomeno migratorio e contrastare la deriva populista delle paure e delle strumentalizzazioni, dall’accoglienza ai problemi delle seconde e terze generazioni, passando attraverso la richiesta al Parlamento di provvedimenti volti all’estensione del voto amministrativo agli immigrati residenti”. L’accordo intende, infine, promuovere azioni di sostegno ai nuclei familiari, “ridando loro centralità in relazione ai cambiamenti intervenuti ed al ruolo della famiglia nel welfare sociale”.