E’ partita oggi a Salsomaggiore terme, con il primo corso “Terapia del dolore in medicina generale, la formazione dei formatori”, la prima fase del progetto sperimentale per la realizzazione di reti assistenziali di cure palliative e terapia del dolore in tutto il Paese. Un progetto approvato dalla Conferenza Stato-Regioni nel marzo dello scorso anno, che vede l’Emilia-Romagna capofila delle quattro Regioni che partecipano: oltre a Emilia-Romagna, ci sono Lazio, Veneto, Sicilia. L’obiettivo generale è riorganizzare e sistematizzare le diverse esperienze di lotta al dolore per realizzare reti assistenziali strutturate e integrate, garantire una maggiore facilità di accesso ai percorsi assistenziali disponibili, rafforzare l’offerta assistenziale nel territorio per gli adulti e i bambini.

Il primo corso di formazione è rivolto ai medici di famiglia, primo anello della rete assistenziale da sviluppare. I medici che partecipano saranno a loro volta formatori e trasferiranno conoscenze ed esperienze ai loro colleghi in modo da migliorare la prima risposta assistenziale al problema del dolore e a indirizzare, in base alla necessità, verso ambulatori e centri specializzati che costituiranno i nodi della rete.

La rete assistenziale è basata su tre nodi: medici di famiglia, ambulatori di terapia antalgica, centri di riferimento per la terapia del dolore. In Emilia-Romagna sono già presenti centri di riferimento e ambulatori per il trattamento del dolore; occorre ora sviluppare il lavoro in rete e realizzare così percorsi assistenziali integrati.

Il modello organizzativo – HUB & SPOKE – è quello in atto da anni in Emilia-Romagna per l’organizzazione delle alte specialità ospedaliere: centri di alta specializzazione (HUB) per problematiche complesse assistono malati inviati dagli ospedali del territorio (SPOKE). Nel caso delle terapie del dolore gli SPOKE sono gli ambulatori di terapia antalgica, collegati con i Centri di riferimento per la terapia del dolore (HUB). I medici di famiglia indirizzano i loro assistiti agli ambulatori o ai centri a seconda delle necessità dell’assistito. Il modello organizzativo deve realizzarsi in specifiche aree territoriali, scelte da ciascuna delle quattro Regioni in base alla presenza di centri e di ambulatori di terapia del dolore, per l’identificazione dei quali sono adottati i requisiti di accreditamento elaborati dalla Regione Emilia-Romagna.

Per rispondere alle particolari necessità dei bambini è prevista un’ulteriore declinazione del modello sperimentale: una rete assistenziale basata sull’organizzazione di centri di riferimento di terapia del dolore pediatrici per problemi specialistici (con funzioni di HUB) collegati con pediatri ospedalieri e pediatri di famiglia. La formazione dei pediatri avrà una unica sede, in Veneto, in due appuntamenti, uno in giugno, l’altro in settembre. Il progetto formativo, sempre coordinato dalla Regione Emilia-Romagna, riguarderà anche le altre tre Regioni partecipanti: metodologie didattiche, contenuti e docenti saranno gli stessi in modo da poterne valutare l’impatto.

La cura del dolore e il progetto nazionale

Il dolore è tra tutti i sintomi quello che più mina l’integrità fisica e psichica dell’ammalato, con un notevole impatto sulla qualità della vita. Ancora oggi in Italia si registra una forte resistenza all’impiego di farmaci analgesici oppioidi per il trattamento del dolore severo. Nonostante il recente incremento di consumo di farmaci oppioidi a livello nazionale (tra il 2006 e il 2007 +13% di confezioni vendute), l’Italia rimane tra gli ultimi Paesi in Europa per consumo di questi farmaci. L’iter formativo dei medici, anche post laurea, non prevede insegnamenti “obbligatori” di cure palliative né di terapie del dolore. Nel Paese è ancora lacunosa e scarsa la risposta assistenziale alle tematiche riguardanti il dolore. Di qui la decisione del ministero della salute, condivisa a livello di Conferenza Stato-Regioni di intervenire con un progetto specifico.

L’Emilia-Romagna è capofila, forte di un’esperienza di particolare rilievo condotta attraverso il progetto “Ospedale-territorio senza dolore”. E’ attiva una buona e diffusa rete di hospice (20 con 241 posti letto); la terapia contro il dolore viene assicurata in ospedale, negli altri luoghi di cura e a domicilio. I farmaci oppiacei sono erogabili anche in assistenza domiciliare. Sono presenti centri di riferimento e ambulatori per il trattamento del dolore che dovranno essere gli HUB & SPOKE della rete.