Parte a Modena la raccolta di firme del Pd a sostegno della proposta di legge a difesa dell’acqua pubblica. Banchetti con i moduli per la raccolta delle firme saranno allestiti già da domani alla Festa del Pd in svolgimento al parco Ferrari e a quella di Limidi di Soliera. Nei prossimi giorni le adesioni saranno raccolte anche in centro storico a Modena. Tra i primi a firmare ci sarà il segretario provinciale del partito Davide Baruffi.

“Il Governo impone per decreto la svendita del patrimonio delle aziende pubbliche – dice Baruffi – privatizzando senza produrre più qualità nei servizi. La stessa cosa riguarda la gestione dei rifiuti urbani. Il Pd è impegnato in Parlamento e nel Paese contro tale scelta, smascherando l’ennesimo doppio gioco della Lega, che a Roma vota la privatizzazione e nei Comuni sostiene la gestione autarchica del servizio.

“Vogliamo una legge – prosegue il segretario del Pd – che tuteli la proprietà pubblica dell’acqua, delle reti e degli impianti e che garantisca migliori servizi e più equità nelle tariffe. Sosteniamo con forza la necessità del governo pubblico del servizio idrico integrato e in questo territorio abbiamo promosso nel tempo una gestione industriale anche a capitale misto. Invitiamo anche a firmare per il primo dei tre quesiti referendari che si oppone alla svendita del patrimonio pubblico. Questo non vuol dire rinunciare all’apporto dei privati nella gestione industriale del servizio. Al contrario, nei prossimi anni serviranno 60 miliardi di euro di investimenti per rinnovare la rete e renderla sempre più efficiente. E’ impensabile che il pubblico, da solo, possa sostenere questa spesa. Ma per fare questo occorre ribadire con più forza, contro il decreto Ronchi, la naura pubblica del servizio, dell’acqua, e delle reti. Spetta ai territori – a dispetto dei federalisti a parole della Lega – scegliere se cedere o meno le loro quote”.

Nei prossimi giorni il Pd modenese promuoverà un nuovo incontro con il comitato referendario per un confronto di merito sulla battaglia contro il decreto Ronchi. “Sono più le cose che ci uniscono rispetto a quelle che ci dividono – conclude Baruffi – e credo che da lì dobbiamo partire. Dobbiamo animare nel Paese una battaglia politica e culturale che rimetta al centro i diritti delle persone e la tutela dell’ambiente e delle sue risorse come bene comune e finito”.