“Dare risposte alle imprese che hanno chiesto di ampliare gli spazi produttivi, aiutare chi cerca casa a canone sostenibile e stimolare l’occupazione in un momento di grave crisi. La variante al Piano operativo comunale si propone questi obiettivi concreti ed è su questo terreno che ho invitato al confronto sindacati e imprenditori”. L’assessore comunale alla Pianificazione territoriale Daniele Sitta risponde così alle osservazioni del segretario della Cgil modenese Donato Pivanti.

“La variante al Piano operativo comunale (Poc) non è una variante al Piano strutturale che ridisegna i confini della città urbanizzata. A quella si lavorerà dopo gli Stati generali con modalità e contenuti che saranno decisi dalla città e dal suo organo di rappresentanza, il Consiglio comunale”, precisa Sitta. “In altri termini, la variante al Poc non utilizza nemmeno un centimetro quadrato di terreno agricolo e agisce esclusivamente all’interno del territorio già urbanizzato come tutti gli interlocutori più attenti all’ambiente sollecitano a fare”.

Le valutazioni sull’uso del territorio, aggiunge l’assessore, “non c’entrano nulla e servono solo a evitare di rispondere nel merito oltre ad evidenziare la totale mancanza di coerenza di chi non vuole che si usi nuovo territorio agricolo, ma non vuole nemmeno nuove case vicino alle proprie. Nella mia lettera aperta alle parti sociali avevo sollevato tre precise questioni: 1) La variante dà risposta ad alcune imprese che hanno chiesto di ampliare gli spazi produttivi. E’ un errore? 2) La variante cerca di dare risposta a chi la casa non ce l’ha e la cerca a prezzi e canoni sostenibili. E’ un errore o si vuole continuare a negare l’evidenza del bisogno abitativo analizzando numeri sbagliati o vagheggiando espropri proletari che servono solo a salvarsi l’anima, ma non danno un tetto a nessuno? 3) La variante dà un aiuto innegabile all’occupazione in un momento drammatico. E’ un errore così grave per il sindacato? Risposte nel merito – conclude Sitta – potrebbero consentire di avviare un confronto serio, perché la demagogia non serve a nessuno, tanto meno a chi oggi è in cassa integrazione”.