Grande appuntamento con il jazz d’autore quello in programma per la rassegna Mundus & noi – edizione 2010 – in calendario martedì 20 luglio alle ore 21.30 presso la bellissima cornice scenografica delle Scuderie di Villa Spalletti a San Donnino di Liguria a Casalgrande che vede la Gianluca Petrella Cosmic Band esibirsi in un concerto imperdibile.Saliranno sul palco insieme a Gianluca Petrella (direzione, trombone) anche Beppe Scardino (sax baritono); Francesco Bigoni (sax tenore); Mirco Rubegni (tromba); Giovanni Guidi (pianoforte); Gabrio Baldacci (chitarra); Alfonso Santimone – Fender Rhodes Electric Piano, Synth, Laptop; Francesco Ponticelli (basso); Federico Scettri (batteria); Simone Padovani (percussioni). Il concerto sarà diviso in due parti, la prima “Part one: Coming tomorrow” con la partecipazione straordinaria di Bobby Previte e la seconda “Part two: omaggio a Miles Davis”. Il set del 20 luglio sarà dunque un evento assolutamente speciale ed unico che vedrà Previte – insieme a Petrella – alla guida della Cosmic Band, pronti a rivisitare le “sacre” partiture davisiane del disco che più di ogni altro ha segnato definitivamente la “svolta elettrica” del jazz moderno.

Mundus è organizzato da Ater – Associazione Teatrale Emilia Romagna e dalla Provincia di Reggio Emilia, con la collaborazione della Regione Emilia Romagna e degli 8 Comuni che ospitano di sera in sera fino a ferragosto gli eventi: Boretto, Carpi, Casalgrande, Correggio, Novellara, Reggio Emilia, Scandiano e Soliera.

COMING TOMORROW – Part one: Ideata per celebrare Sun Ra, l’orchestra prende presto il passo e guadagna subito le sembianze del leader Gianluca Petrella, che disegna una musica totale, sintetizzata nel suo bellissimo brano originale “The Cosmics”. La commistione è deflagrante: si incontrano il solismo free e l’utilizzo delle sezioni che richiama no tanto Frank Zappa quanto Duke Ellington. In questa musica convivono mondi musicali apparentemente lontani filtrati dalla possente personalità di Petrella. Dopo il primo disco uscito nel 2007 (collana dell’Espresso) è uscito Coming Tomorrow part 1, che è il titolo che usiamo anche per la prima parte di questo concerto, in cui, come afferma Petrella “… c’è il senso di una civiltà futura, a venire. Ho voluto ricreare questo scenario futuribile sin dalla copertina: inquadratura in 3D, palazzi, cemento; una sorta di Blade Runner prossimo. Il futuro mi affascina molto: sono davvero curioso di scoprire che cosa ci sarà un domani, sia a livello sociale che musicale, ad esempio come diverrà il jazz fra qualche decennio. Ma c’è anche un aspetto ironico, che riguarda la EMI/Blue Note. L’album è uscito per Spacebone Records, la nuova etichetta da me fondata, perché la Blue Note mi ha dato una risposta negativa: inizialmente ho avuto un okay ma poi ho atteso molto, dalla label continuavano a tergiversare e la proposta non è mai arrivata. Dentro di me pensavo: magari arriverà domani, “coming tomorrow” appunto…”

Part 2: OMAGGIO A MILES DAVIS: Bitches Brew è un doppio album, uscito nel 1970, del compositore e trombettista jazz Miles Davis. L’opera ha vinto un Grammy Award. Bitches Brew è stato registrato in soli tre giorni: 19-20-21 agosto del 1969. Sono stati utilizzati diversi strumenti elettronici, come pianoforte, basso e chitarra elettrica, e si discosta dai ritmi abituali del jazz tradizionale, adottando un nuovo stile, fatto di improvvisazioni influenzate dalla musica funk. Secondo i critici questo album ha inaugurato lo stile jazz-rock definito fusion. La cover e l’atmosfera del disco sono un riferimento all’Africa come humus culturale a cui Davis attinge per comporre la propria arte. L’opera si divide in varie parti: Pharaoh’s Dance, Bitches Brew, Miles Runs the Woodoo Down, Sanctuary, Spanish Key, John McLaughlin. Bitches Brew ebbe un grande successo di pubblico, sia tra gli amanti del rock che tra gli appassionati di jazz, anche se molti amanti del jazz tradizionale lo hanno rifiutato. Vendette più di mezzo milione di copie e rappresenta il secondo miglior successo commerciale della storia del jazz, dopo Kind of Blue (1959) dello stesso Davis.

BIOGRAFIE: Gianluca Petrella (nato a Bari nel 1975) ha avuto la sua prima occasione di rilievo grazie a Roberto Ottaviano, col quale ha iniziato a collaborare nel 1993. Nel corso degli anni Novanta Petrella ha modo di aggiungere al proprio curriculum partecipazioni con Greg Osby, Carla Bley, Roberto Gatto. Ma la stella di questo incredibile trombonista inizia davvero a brillare a partire dall’inizio del nuovo millennio: col primo disco da leader per la Auand e la vittoria del referendum Top Jazz indetto dal mensile Musica Jazz come miglior nuovo talento italiano (2001), poi col primo disco su etichetta Blue Note e un’altra vittoria del Top Jazz, questa volta come miglior musicista dell’anno (2005). Da quel momento la carriera di Petrella è inarrestabile e si allarga ben al di là dell’Italia: nel 2006 vince il referendum dei critici di Down Beat come miglior trombonista emergente (è il primo italiano cui riesce una simile impresa, successo tra l’altro ripetuto nel 2007); ormai il mondo intero deve fare i conti col suo inconfondibile stile e la pronuncia che porta il trombone jazz un passo oltre la sua tradizione.

Petrella diventa il trombonista prediletto dei principali nomi del jazz italiano (Rava, D’Andrea, Gatto) e inizia anche a guidare proprie formazioni, sempre fortemente caratterizzate nell’organico e nel repertorio. Prima gli Indigo 4, il Bread & Tomato Trio, i Tubolibre e ora la Cosmic Band: una formazione creata per celebrare Sun Ra attraverso una commistione musicale esplosiva e un format timbricamente inedito. Dopo l’esordio discografico pubblicato da L’Espresso (2007), è da poco uscito il secondo disco di questa band formata da musicisti poco più che ventenni. Intanto Petrella continua a far man bassa di riconoscimenti, vincendo il Top Jazz anche nel 2008 e nel 2009, proprio con la Cosmic Band: migliore formazione dell’anno.

Bobby Previte. Nato nel 1951 nelle vicinanze di New York, Bobby Previte è un batterista, compositore e band leader affermato e riconosciuto. Dopo aver studiato a lungo percussioni con Jan Williams e assorbito gli insegnamenti di maestri come John Cage e Morton Feldman che transitarono presso la Buffalo University dove studiava, diventa uno dei pilastri della scena underground newyorkese dei primi anni Ottanta, esibendosi in contesti assai diversi al fianco di personaggi come John Zorn, Wayne Horvitz, Elliott Sharp e molti altri. Previte è un batterista di talento che ha anche ricevuto riconoscimenti dalla critica e dai suoi colleghi oltre che, naturalmente, dal numeroso pubblico che lo segue. Ha sempre inseguito e coltivato la musica che lo aveva colpito fin da ragazzo: Miles Davis, Edgar Varese, Charles Mingus, Terry Riley, Igor Stravinsky, Frank Lloyd Wright e qualche altro.

Batteria e drum machine, chitarra elettrica e tastiere, trombone, arpa, fisarmonica, banjo, pedal steel guitar, tuba e armonica: questi ed altri gli strumenti che Previte utilizza da sempre al servizio della sua estetica. Una musica ben strutturata che lascia però ampio margine all’improvvisazione. Rimangono nella storia due sue vecchie formazioni: Empty Suits (con Robin Eubanks, Steve Gaboury, Wayne Horvitz e Jerome Harris) e il più acustico Weather Clear, Track Fast (con Don Byron, Anthony Cox e altri protagonisti).

Vanta una discografia ricca e variopinta, più di venti anni di grande musica, un percorso lungo e affascinante che va dagli esordi da leader di “Bump The Renaissance” del 1987 (insieme ai due successivi lavori sempre per Gramavision “Pushing the Envelope” e Claude’s Late Morning fu accolto entusiasticamente), agli attuali lavori pubblicati dall’italiana Auand come “Big Guns” realizzato con Gianluca Petrella e Antonello Salis, e “Pan Atlantic” con l’omonima formazione che annovera Petrella, Wolfgang Puschnig ai sassofoni, Benoit Delbecq al pianoforte ed elettronica, Nils Davidsen al basso elettrico. Tra i numerosi progetti di cui è leader, oltre a questo appena citato, vanno ricordati lo sconvolgente duo con Gianluca Petrella, il trio Chöd che lo vede protagonista ancora con il trombonista barese e il bassista Massimo Pupillo anima degli Zu. Previte vanta anche diversi altri progetti internazionali: il quartetto New Bump con Ellery Eskelin al sax tenore, Bill Ware al vibrafono e Brad Jones al contrabbasso; The 23 Constellation of Juan Mirò dedicato alle famose opere del pittore (un estratto è reperibile in cd per Tzadik ed è disponibile un documentario di Ken Winikur); Dialed In, progetto multimediale realizzato in collaborazione con il video artista Benton-C Bainbridge; non ultimo il progetto solitario che rivela un’artista tout court. Uno dei massimi esponenti della scena d’avanguardia americana.

La rassegna musicale prosegue la sera seguente, mercoledì 21 luglio sempre a Casalgrande con la Brass Bang! con Paolo Fresu, Seteven Bernstein, Gianluca Petrella, Marcus Rijas.

Tutte le informazioni su Mundus & noi si possono rintracciare sul sito del Coordinamento dei teatri della provincia di Reggio Emilia www.reteatri.it