Partiranno nelle prossime settimane a Carpi i lavori relativi al primo stralcio delle opere edili di restauro e consolidamento della Sinagoga settecentesca, così come redatto per la parte architettonica dal Settore Restauro e conservazione patrimonio immobiliare artistico e storico del Comune e come previsto dal Piano degli Investimenti 2009-2011: importo a base di gara 102.263 euro+Iva, i lavori sono stati aggiudicati tra 15 aziende concorrenti in lizza all’impresa Righi srl di Modena, che ha proposto un ribasso del 20.2%.

Il progetto come ci spiega l’assessore comunale al Centro Storico Simone Morelli, ha l’obiettivo di arrivare al completamento del restauro dell’edificio contenente le due ex Sinagoghe, che hanno già subito interventi di consolidamento e miglioramento sismico. Si è già proceduto al restauro della Sinagoga più recente (quella del Sammarini) e dei locali annessi, opere che hanno consentito di collocare la sede della Fondazione ex Campo di Fossoli all’interno dell’edificio. L’intervento della Sinagoga settecentesca (con accesso dalla scala del Lucenti), collocata nel sottotetto adiacente al Portico del Grano, verrà invece eseguito in due stralci; 320.000 euro la cifra che dovrà essere spesa in totale (comprendente un contributo della Regione Emilia Romagna di 112.500 euro): i lavori riguarderanno murature, pavimenti, infissi e impianti.

L’istituzione del Ghetto di Carpi nel 1719 porta alla necessità di costruire una Sinagoga al suo interno. Il problema dovuto alla carenza di spazi disponibili viene risolto, come in tutti i ghetti, in altezza, anche perché la sala di preghiera deve avere sopra di sé il cielo. L’edificio di culto, iniziato nel 1722, è ottenuto sopraelevando il solaio del Portico del Grano. Lo si raggiunge dalla strada con una scala a quattro rampe, progettata come tutto il complesso, da Giacomo Lucenti, “il maestro delle belle scale”; in seguito gli ebrei si aprono un altro accesso alla Sinagoga, tramite una serie di passaggi interni fra i solai. Nonostante alcune modifiche ottocentesche, il complesso è tuttora conservato, così come parte delle decorazioni originarie, anche se richiede interventi di consolidamento e recupero, e costituisce un raro esempio di luogo di culto ebraico del XVIII° secolo nella nostra regione.