Leggo oggi sulla Stampa del recente tentativo di avvelenamento all’Onorevole Sbai per opera dei tradizionalisti musulmani presenti in Italia. A Souad Sbai va tutta la mia solidarietà e totale ammirazione per ciò che sta facendo, purtroppo però in mezzo a troppa indifferenza.

L’Onorevole, con grande stile e correttezza ha tenuto sotto tono l’accaduto: io ritengo invece che queste cose vadano urlate a gran voce soprattutto a chi, fra i parlamentari, oggi vorrebbe la cittadinanza breve.

Sia il padre di Saana che di Hina Salem, due ragazze uccise perché amavano due ragazzi italiani, erano vicini ad ottenere la cittadinanza: di fronte a ciò anziché parlare di accorciare i tempi, occorrerebbe essere ancora più intransigenti nel concedere i permessi di soggiorno!

Ciò che lamenta l’On Sbai, e cioè il silenzio assordante attorno alle donne musulmane segregate in casa e velate, purtroppo è assolutamente vero anche in periferia. Non ricordo nella mia esperienza politica locale di avere quasi mai visto le tante donne di sinistra sdegnarsi ed intervenire pesantemente di fronte a tali comportamenti barbari ed incivili; non ho mai visto prendere chiare posizioni da parte delle tante (quasi tutte) Amministrazioni di centro sinistra che governano i nostri territori. Al contrario, si fanno continue concessioni alle comunità musulmane anche a scapito delle nostre: il caso di Budrio, ove è stato dato loro l’Auditorium per tutto il mese del Ramadam è eclatante. Come si può fare finta di non sapere che coloro che vanno a pregare (bisognerebbe poi essere certi che lo facciano veramente) una volta a casa tengono le loro donne in schiavitù?

Questo per me è intollerabile.

Claudia Rubini, consigliere provinciale