E’ di ieri, mercoledì 26 agosto 2010, l’azione di controllo svolta dalla Centrale Operativa del Corpo Intercomunale di Polizia Municipale “Terre del Tricolore” per la tutela e la salvaguardia della sicurezza sul lavoro nel territorio comunale di Poviglio.

E’ stata la segnalazione fatta da un comune cittadino a far scattare le verifiche e gli accertamenti all’interno di un cantiere edile aperti su piazza Umberto I.

Segnalato il mancato rispetto delle normali misure di sicurezza durante il lavoro, alcuni operatori sono giunti sul posto per effettuare l’ispezione del cantiere. Ad un primo controllo tre lavoratori di cittadinanza egiziana sono risultati non essere in regola con il permesso di soggiorno.

Ad una successiva e più accurata indagine, svolta attraverso il confronto delle impronte digitali, gli Agenti in Questura hanno scoperto che uno dei tre lavoratori, in quanto clandestino, era già stati in precedenza espulso dal territorio nazionale. Sul secondo pendeva una segnalazione di rintraccio da parte dalla Polizia Stradale di un comune piemontese. Come conseguenza è scattata la denuncia per violazione della normativa sugli stranieri. Del terzo cittadino egiziano, risultato in regola con i documenti di soggiorno, si sta vagliando la posizione poiché in base alle indagini in corso parrebbe quest’ultimo essere il datore di lavoro dei due connazionali. Su di lui potrebbe ricadere l’accusa di sfruttamento dell’immigrazione clandestina e una segnalazione all’Ispettorato del Lavoro al fine di verificare l’effettiva regolarità della posizione lavorativa dei suoi due dipendenti.

“La costante attenzione alle segnalazioni provenienti dal territorio da parte dell’Amministrazione Comunale, in accordo con le Forze dell’Ordine – ha commentato il Sindaco di Poviglio Giammaria Manghi – è uno dei nodi di svolta per un’azione efficace e preventiva nell’ambito della sicurezza. La proficua collaborazione con gli uomini del Com. Flaminio Reggiani ha consentito di dare pronta risposta ad una segnalazione, occasione che dimostra come il presidio sulla sicurezza debba essere svolto in una dimensione di comunità, in cui agli organi preposti si possa aggiungere la collaborazione dei privati cittadini in una rete di supporto a tutela dei diritti e della legalità”.