In questi giorni abbiamo assistito alle polemiche aperte, con ampia risonanza mediatica, dal Ministro degli Interni a proposito della dimensione della presenza mafiosa al Nord.

Solo qualche giorno successivo, la corposa relazione della DIA – Direzione Investigativa Antimafia – ha reso pubblico il quadro reale, certificando con ampiezza di dati e rilevazioni, quanto sia improprio continuare a parlare di “infiltrazioni” nella economia e finanza del Nord da parte della criminalità organizzata, quando in realtà si tratta di aggredire un “radicamento” già attecchito ,nell’ordine di estensione, in Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna e Liguria.

Minore effetto mediatico, invece, ha suscitato il confronto di tesi fra Susanna Camusso -segretaria generale Cgil – ed il Presidente dell’ABI.

In sostanza, il sindacato sostiene che se al Nord si accresce la presenza criminale, ciò avviene anche per “carenze e disattenzioni” del settore bancario e dei professionisti del sistema economico-finanziario; vedremo qualche dato. Oltre a ciò, si aggiunge un aggravamento senza precedenti del deficit negli organici delle tre Forze di Polizia e del comparto Giustizia, in tutte le regioni settentrionali ed in Emilia Romagna in particolare. A tale proposito, incrociando dati degli Interni e tabelle dell’ultima relazione della DIA, si fotografa il paradosso di un Governo che a parole fa promesse sulla sicurezza, ma in realtà taglia risorse e sguarnisce troppi fronti nel contrasto alla criminalità: nelle regioni del Nord ormai si registra il maggior numero di reati legati alle infiltrazioni mafiose (2.365 segnalazioni per riciclaggio di denaro sporco) ed al contempo è l’area del Paese che, con un “buco” di ben 7.250 uomini, ha la maggior carenza negli organici di polizia, carabinieri e sopratutto finanzieri.

In questo quadro desolante, si segnala la specifica pesantezza della situazione in Emilia-Romagna: mancano oltre 700 fra poliziotti e carabinieri, 250 finanzieri, oltre 650 penitenziari, circa 180 forestali e ben 350 unità nelle procure e tribunali.

Oltre alla conferma della presenza di interessi criminali in alcune attività economiche di rilievo (edilizia, servizi, appalti e subappalti) la relazione della DIA offre una lettura, in parte nuova ed aggiornata, sulle organizzazioni criminali di “tipo associativo poste in essere da cittadini stranieri” .

Il crimine di matrice straniera è maggiormente presente al Nord.

Nell’ordine: Lombardia, Veneto, Piemonte, Trentino, Emilia-Romagna per il 4% e Liguria.

Particolarmente interessante è la riflessione che obbligatoriamente esce dal constatare che l’attività investigativa ha beneficiato ,in tutto il Paese, di circa 9.700 “segnalazioni” provenienti dal mondo delle attività economico-finanziarie. Ottima cosa.

Di queste, oltre il 55% provengono dall’Italia settentrionale e circa 700 dall’Emilia Romagna.

Qui sta il nervo vitale, e un po’ scoperto, che richiama la citata polemica Cgil-Associazione bancaria.

Stiamo parlando della disponibilità civile, etica e professionale ad “uscire allo scoperto” e fare le dovute segnalazioni per le operazioni sospette da parte di banche e professionisti “del mestiere” . Quello che nella relazione della DIA si definisce “la cooperazione attiva degli operatori finanziari…” .

Guardando nel dettaglio il dato emiliano, si vede bene che le segnalazioni provengono per il 91% da “soggetti obbligati”, quali banche ed enti pubblici.

Ma in tutta la nostra regione, arriva solamente 1 segnalazione dalle Agenzie immobiliari; 1 dall’intera platea degli avvocati; 2 dai notai; 0 dalle società di intermediazione mobiliare; ben 6 da imprese ed enti assicurativi !

Sconcertante, o no ?

A maggior ragione, alla luce dell’osservazione sconfortante del Procuratore Zincani che rilevava, nel corso del convegno organizzato dai giovani di Confindustria, come l’intero magro pacchetto delle segnalazioni, si riferisse solo all’uso di denaro contante e mai ai titoli finanziari.

Questa sarebbe una discussione che serenamente si potrebbe approfondire, a proposito di percezione, realtà ed impegno civile nel contrasto al malaffare in economia.

(Franco Zavatti, Cgil Modena-Dipartimento Legalità e Sicurezza Cgil regionale)