Riprende sabato 11 dicembre, a Reggio Emilia, nella Biblioteca Panizzi, Vittime di pace. La notte della Repubblica, il ciclo di incontri, promosso dal Comune di Reggio Emilia – assessorato Cultura e Università e da Istoreco (Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Reggio Emilia), curato da Mirco Carrattieri e Massimiliano Panarari, con l’intento di svolgere una riflessione su una stagione assai controversa della nostra storia più recente offrendo chiavi interpretative su avvenimenti ancora in parte faticosamente da dipanare anche a causa del mancato approdo ad un chiarimento giudiziario.

Dopo le testimonianze di Ferdinando Imposimato, Giovanni Fasanella e Rosario Priore, Umberto Ambrosoli e l’intervento di Alex Boschetti sul “caso Moro”, l’assassinio di Giorgio Ambrosoli e la strage di Bologna, ora nel corso di due giornate, sabato 11 dicembre e nel nuovo anno sabato 22 gennaio, nella Biblioteca Panizzi (via Farini 3), alle ore 16.30, vengono affrontati altri misteri. Con i giornalisti Paolo Cucchiarelli, Stefania Limiti, Roberto Scardova, Giovanni Vignali, autori di libri importanti, sono indagati e ricostruiti la strage di piazza Fontana, l”Anello” un servizio segreto della Repubblica, l’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la vicenda di Paolo Bellini, conosciuto come ‘la primula nera’.

Sono accadimenti tragici della storia italiana contemporanea dove si intrecciano violenza politica, trame e deviazioni dai quali sono venuti ostacoli decisivi al saldarsi del patto di cittadinanza tra gli italiani.

Il primo appuntamento in programma sabato 11 dicembre, alle ore 16.30, condotto dal presidente di Istoreco Mirco Carrattieri, è dedicato alla presentazione de ‘Il segreto di Piazza Fontana’ di Paolo Cucchiarelli (Ponte alle Grazie, 2009) e ‘L’anello della Repubblica. La scoperta di un nuovo servizio segreto. Dal fascismo alle brigate rosse’ di Stefania Limiti (Chiarelettere, 2009). Intervengono con gli autori Cinzia Venturoli e l’on. Antonio Bernardi.

Paolo Cucchiarelli, giornalista, parlamentare, ha indagato per dieci anni per penetrare la cortina di acciaio dell’esplosione più drammatica del nostro venerdì nero,il 12 dicembre 1969, per cercare di svelare un segreto, quello di piazza Fontana, coltivato da tutte le parti politiche, che spiega anche la tragica morte di Pinelli, Calabresi, Feltrinelli. Dopo troppe assoluzioni, dopo che con l’ultima sentenza i parenti delle vittime sono stati condannati a risarcire le spese processuali, il nostro pasticciaccio finalmente si sbroglia, in un libro che riserva tanti colpi di scena quante sono le sue pagine.

Ha pubblicato, in collaborazione con altri autori, libri sulla storia della strategia della tensione in Italia, tangentopoli e un volume sulla strage di Piazza Fontana, La strage con i capelli bianchi. E’ autore insieme a Vincenzo Mulè di Iraq. La guerra senza volto (Selene Edizioni, 2005).

Con L’Anello della Repubblica Stefania Limiti svela invece la nascita di ‘Anello’, una struttura occulta, attiva in Italia dal secondo dopoguerra fino agli anni ’80, che ha avuto un ruolo decisivo nella storia della Repubblica. Fu scoperta, nel 1996, da Aldo Giannuli, un perito del giudice istruttore di Milano Guido Salvini, per il quale stava facendo un’indagine sullo stragismo nero. Compito principale di “Anello” alle “informali” dipendenze del capo del governo: ostacolare le sinistre e condizionare il sistema politico con mezzi illegali, senza sovvertirlo. Creato per volontà dell’ex capo dei servizi segreti fascisti, il generale Mario Roatta, già condannato per l’omicidio dei fratelli Rosselli, e poi gestito da Adalberto Titta, un ex repubblichino, l’”Anello” fu appoggiato dalla Cia e costituito da ex ufficiali badogliani, imprenditori, faccendieri, giornalisti. Tutto in collaborazione con la malavita e la mafia. Il libro rivela il coinvolgimento di questa struttura in tre episodi fondamentali: la fuga del nazista Kappler dal Celio, frutto di un accordo tra governo italiano e tedesco; la trattativa del Vaticano con le Brigate rosse per la liberazione di Aldo Moro; l’accordo con la camorra per la liberazione dell’assessore democristiano Ciro Cirillo.

Stefania Limiti, 43 anni, è nata a Roma ed è laureata in Scienze politiche. Giornalista professionista, ha collaborato con varie testate su temi di attualità politica ed è autrice de I fantasmi di Sharon (Sinnos 2002) e di Sono stato rapito a Roma, storia del tecnico nucleare israeliano Mordechai Vanunu (Edizioni L’Unità 2006).

Il secondo incontro, previsto per sabato 22 gennaio 2011 alle ore 16.30 sempre nella Biblioteca Panizzi, è dedicato a ‘Carte false. L’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Quindici anni senza verità’ di Roberto Scardova (Ambiente Verdenero, 2009) e a ‘La primula nera’ di Giovanni Vignali (Aliberti, 2009).

Gli autori dialogano con Aldo Giannuli e l’on. Maino Marchi. Conduce Massimiliano Panarari, saggista, docente all’Università di Modena e Reggio Emilia e autore di Jacques Attali, Karl Marx, ovvero lo spirito del mondo, L’egemonia sottoculturale. Da Gramsci al gossip.

Il 20 marzo del 1994 vengono uccisi in Somalia la giornalista Ilaria Alpi e il suo operatore Miran Hrovatin. L’omicidio dei due giornalisti della televisione italiana, avvenuto quindici anni fa in Somalia, è ancora oggi uno dei grandi misteri nazionali. Con Carte false Roberto Scardova, vicecaporedattore e inviato del Tg3, indaga le verità ancora nascoste. Nel paese africano, in quegli anni, agli interessi locali si mescolano gli affari internazionali, non solo politici ma soprattutto economici. La guerra tra fazioni, che i militari dell’Onu (tra cui gli italiani) a stento controllano, richiede denaro e armi. La cooperazione internazionale, di cui le aziende italiane sono parte importante, diventa terreno propizio per i traffici illeciti, come quello dei rifiuti tossici esportati dall’Italia e sepolti in Africa. Il libro è un’inchiesta a più voci: il testardo tentativo di continuare a cercare la verità dei fatti, per ricordare Ilaria Alpi applicando al lavoro del giornalista l’etica che la distingueva. In queste pagine sono riuniti i contributi di giornalisti che negli ultimi quindici anni si sono occupati a

fondo delle inchieste sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Il lavoro di indagine di Francesco Cavalli, Alessandro Rocca, Luciano Scalettari e l’analisi di Mariangela Gritta Grainer sono coordinati dal racconto di Roberto Scardova, cui si aggiunge la documentazione dell’impegno civile di Luciana e Giorgio Alpi, genitori di Ilaria, in un’intervista di Barbara Bastianelli e Francesco Cavalli.

Roberto Scardova nel corso della sua attività professionale, iniziata al quotidiano l’Unità, si è dedicato agli avvenimenti che hanno segnato la recente storia italiana conducendo inchieste per il Tg3 e la rubrica Primo Piano. Inviato in Afghanistan, è stato anche il primo giornalista italiano a raggiungere la centrale nucleare di Chernobyl dopo l’incidente al reattore numero 4. Cura i servizi sull’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin sin dal giorno della loro morte, in collaborazione con Maurizio Torrealta.

Chi era Paolo Bellini? E perché quest’uomo ebbe un ruolo così importante in quegli anni cruciali? Con un lavoro monumentale su atti processuali e resoconti di cronaca, Giovanni Vignali con il libro La Primula Nera offre il primo, importante e ragionato contributo per tratteggiare il ritratto di una delle figure più inquietanti della storia dei misteri e dei “segreti” della nostra Repubblica, trasversale a molti dei capitoli più ambigui della vita politica italiana. Può un uomo solo entrare da protagonista in un trentennio di vicende criminali di un Paese, modificando il proprio ruolo e i propri referenti in modo da trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto? Conosciuto come la primula nera, il killer reggiano è riuscito a eludere a lungo l’attenzione del grande pubblico. Sfuggito alla cattura innumerevoli volte, le cronache nazionali non sono mai riuscite a inquadrarlo sino in fondo. Fra il 1970 e il 1999, Bellini è stato esponente di Avanguardia nazionale e latitante sotto falso nome in Brasile, pilota di aerei e ladro di mobili d’arte, indagato per la strage alla stazione di Bologna e amico di giudici. Ha trattato con la mafia per conto dello Stato con un ruolo controverso, nei mesi in cui a Palermo morivano Falcone e Borsellino. Nel 1999 è stato arrestato, ammettendo più di dieci omicidi compiuti a sangue freddo, nel momento di massima violenza di una guerra di ‘ndrangheta, in corso fra l’Emilia Romagna e la Calabria. Scegliendo di pentirsi, Bellini ha confessato anche un delitto politico di oltre trent’anni fa: l’uccisione del militante di Lotta continua Alceste Campanile.

Giovanni Vignali è nato a Reggio Emilia nel 1972. Giornalista, è stato direttore di «Ultime Notizie Reggio» e ha lavorato all’«Unità», «Avvenimenti», «Il Giornale di Reggio» e «Left».

Gli incontri a ingresso libero sono realizzati grazie alla collaborazione con le case editrici Aliberti, Ambiente Verdenero, Chiarelettere, Ponte alle Grazie e con la libreria Infoshop Mag6.

Info: Biblioteca Panizzi tel. 0522 456084 / www.panizzi.re.it Istoreco tel 0522 43732 / www.istoreco.re.it